Tra pochi giorni l’incantevole isola di Brioni, un lembo di terra boschiva situata di fronte all’Istria, vedrà il dialogo tra medici, ordini, istituzioni sanitarie e università dell’Alto adriatico. Abbiamo già iniziato con Claudio Pandullo (OMCeO di Trieste) a presentare il simposio e oggi diamo voce a Roberta Chersevani, presidente dell’Ordine di Gorizia, città che solo negli ultimi anni ha visto il superamento di un triste primato di “divisione” (storica, politica, sociale) dalla consorella Nova-Gorica (che giace in terra slovena).
Presidente Chersevani, tra pochi giorni si terrà a Brioni un workshop internazionale che vedrà la partecipazione di medici delle nazioni confinanti con il Friuli. Dal suo osservatorio di Gorizia, come sono le relazioni tra medici italiani e medici sloveni?
Le relazioni sono buone. Ricordo in particolare gli ottimi rapporti tra le Radiologie dei due Ospedali, di Gorizia e Nova Gorica, quando i colleghi avevano meno disponibilità di grandi macchine o quando si verificavano guasti temporali alle stesse. C’erano ottimi rapporti anche per le diverse competenze chirurgiche. L’eliminazione di un filo spinato che interrompeva una strada di collegamento tra Gorizia e Nova Gorizia costituisce senza dubbio un ulteriore avvicinamento.
La scelta di un dialogo autorevole con il mondo dei medici della vicina area balcanica può portare nelle vostre intenzioni ad un interscambio di esperienze, professionalità, progettazioni anche in ambito di formazione e circolazione dei crediti?
L’incontro a Brioni nasce con questi scopi. La vicinanza con le Università di Lubiana e Fiume, nonché con Centri Clinici di grande livello, può sicuramente consentire un interscambio di formazione tra i medici dei nostri Paesi. E’ di ieri la telefonata del collega Damjan Birtic, pneumologo nella vicina Nova Gorica, che invita i colleghi del Friuli Venezia Giulia a partecipare ad un Convegno Internazionale che si terrà a breve. Mi pare un buon auspicio per i lavori di Brioni. D’altra parte una mia recente partecipazione all’ECR – Congresso Europeo di Radiologia – tenutosi per tradizione a Vienna mi ha procurato ben 3 crediti formativi, in seguito ad una frequenza attestata di 13,5 ore…
Per la realizzazione del workshop di Brioni vi siete coordinati tra Ordini del Friuli Venezia Giulia. Come vi siete mossi? Avete in animo di dar vita ad una "federazione regionale" come già accaduto in altre situazioni?
L’Ordine di Trieste e quello di Gorizia sono stati maggiormente coinvolti anche per la vicinanza a Slovenia e Croazia. Ci sono stati interessanti incontri preliminari con i presidenti delle 2 Camere, che hanno subito manifestato entusiasmo per la iniziativa.
La “Federazione Regionale” del Friuli Venezia Giulia è una realtà operativa da diversi mandati. I Presidenti delle quattro province hanno cercato di lavorare solidalmente soprattutto a tutela della professione, nei rapporti istituzionali con La Regione in primis, nella formazione continua, nei rapporti con i paesi già “oltre confine”. Abbiamo redatto una bozza di regolamento, approvata dai 4 Ordini, ma non ufficializzata, in attesa di un regolamento da parte della Federazione.
Un’ultima domanda: le donne medico nei Paesi slavi hanno "pari opportunità"? Cosa possiamo imparare dall’esperienza medica di quei Paesi nell’ambito della presenza medica al femminile?
E’ previsto un incontro tra le colleghe dell’Osservatorio della professione medica al femminile e colleghe di Slovenia e Croazia – preliminare al Convegno del 14 Maggio; potrò rispondere più adeguatamente solo dopo che avrò avuto queste informazioni.
Da un report del Royal College of Physicians del 2009, le donne sono il 57% dei medici in Slovenia, ed il 56% in Croazia. Sono superate di numero solo dalla Macedonia, Estonia, Romania, Russia, Lituania e Mongolia, dove le donne sono il 77%. Vorrei inoltre ricordare che la Presidente della Medical Chamber Slovena è una donna, Gordana Kalan Zivcec.
Autore: Redazione FNOMCeO
