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CHERSEVANI:OPPORSI ALLA VIOLENZA IN QUALSIASI FORMA

“Il cammino delle Leggi contro la violenza sulle donne e sui soggetti fragili, è molto lento: sono passati due anni dalla sottoscrizione della Convenzione di Istanbul (2011) alla ratifica da parte dell’Italia (2013); sono trascorsi ancora tre anni e mezzo e il piano d’azione voluto dal Governo sta trovando applicazione. Anche nell’ultima Legge di Bilancio è stato previsto un fondo annuale per le vittime di violenza. Molti passi sonogià stati fatti ma il percorso è ancora lungo”.

Con queste parole Roberta Chersevani, presidente Fnomceo, è intervenuta al Workshop “No alla Violenza”,organizzato dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Roma in occasione della Giornata mondiale contro la Violenza sulle Donne.

“I Codici rosa nei Pronto Soccorso stanno lentamente avanzando – ha continuato-, ci sono spazi dedicati alle vittime di violenza negli ambulatori e nei consultori. Si stanno progettando anche dei percorsi di rieducazione per gli uomini condannati per aver usato violenza sulla partner e sui familiari. Bisogna sicuramente fare di più, ad esempio si potrebbe pensare ad una vera e propria formazione degli adolescenti nelle scuole”.

“Noi medici abbiamo un ruolo importante. Mi piace ricordare il titolo di un nostro recente Convegno Nazionale a Reggio Emilia proprio dedicato al tema, perché paradigmatico. Si chiamava: “Segni parlanti, occhi che ascoltano:Semeiotica della violenza per un nuovo protagonismo della cura”. Ecco, il medico che accoglie la donna ma anche il minore, l’anziano o comunque la vittima di violenza, deve essere messo in condizione di cogliere tutti i segnali. Per questo, anche per i medici – quelli dei pronto soccorso, degli ambulatori, ma anche i medici di medicina generale – vanno valutati e studiati corsi di formazione specifici”.

“Dobbiamo infine sempre ricordare – ha continuato – che non sono solo le donne ad essere vittima di violenza. Nel Codice Deontologico in vigore abbiamo voluto parlare, proprio per sottolineare questo fatto, di “Doveri del medico nei confronti dei soggetti fragili”, ribadendo che “Il medico tutela il minore, la vittima di qualsiasi abuso o violenza e la persona in condizioni di vulnerabilità o fragilità psico-fisica, sociale o civile in particolare quando ritiene che l’ambiente in cui vive non sia idoneo a proteggere la sua salute, la dignità e la qualità di vita. Il medico segnala all’Autorità competente le condizioni di discriminazione, maltrattamento fisico o psichico, violenza o abuso sessuale. Il medico, in caso di opposizione del rappresentante legale a interventi ritenuti appropriati e proporzionati, ricorre all’Autorità competente”.

“Impariamo ad ascoltare sempre i nostri pazienti –  ha concluso -, anche oltre le le parole. Spesso un segno, un livido, ma ancor più un atteggiamento, uno sguardo, un non detto, raccontano la storia di una donna molto più di quanto  non sappia o non sia nelle condizioni di fare”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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