Si è svolto ieri mattina, 19 giugno, a Roma – allo Spazio Etoile di Piazza San Lorenzo in Lucina- il Convegno Nazionale per i 50 anni dell’ANAAO-ASSOMED, “Da 50 anni con i medici per una sanità migliore”.
Molti e di grande spessore gli interventi. Dopo l’apertura del Convegno da parte del Presidente ANAAO-Assomed, Domenico Iscaro, è intervenuto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha voluto portare l’auspicio che si possa “trovare la formula per governare la nave nel mare in tempesta”. E tale obiettivo, secondo il ministro, non può che essere conseguito con il “costruire una cornice condivisa di valori e di opinioni, in questo tempo di grandi cambiamenti”.
Cambiamenti che sono stati illustrati da Giorgio Cosmacini – Professore di Storia della Medicina all’Università Vita-Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano – e da Guido Giarelli, docente di Sociologia della Salute presso la Facoltà di Medicina dell’Università Magna Grecia di Catanzaro.
Il Convegno è stato chiuso dalla Tavola Rotonda dedicata a “Le nuove sfide dei medici in una sanità che cambia”. Al dibattito hanno partecipato il vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio, Cesare Cursi, responsabile della Sanità per il PDL, Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari Sociali alla Camera, Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enrico Letta, responsabile del Welfare per il PD, Livia Turco, Capogruppo PD della commissione Affari Sociali. A chiudere i lavori, l’intervento del presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, e quello del Segretario nazionale dell’ANAAO-Assomed, Carlo Lusenti.
Ad Amedeo Bianco, il Direttore de “Il Mattino”, Mario Orfeo, che moderava il dibattito, ha voluto chiedere un commento sul “Libro bianco” sul Welfare, presentato di recente dal ministro Maurizio Sacconi, in occasione del Forum della Pubblica Amministrazione. Riportiamo la risposta di Bianco per i nostri lettori.
“Sono intervenuto alla presentazione del “Libro bianco” come relatore, e all’attenzione del ministro Sacconi ho richiamato alcune questioni.
La prima è che la percezione di crisi economica nel nostro paese sarebbe stata ben più forte senza il Welfare. La Sanità da sola rappresenta in Italia il tredici per cento del Prodotto Interno Lordo: si può ben dire che ha salvato parte della nostra economia.
La seconda questione è che il nostro sistema di Welfare, solidale e universale, è un forte tratto identitario del nostro Paese: a queste caratteristiche non possiamo in alcun modo derogare. E per fare ciò, dobbiamo lavorare in termini di appropriatezza, sia delle domande che delle risposte. A questo proposito, tengo a ricordare che anche alcuni “effetti collaterali” di cui ci si lamenta sono un basso prezzo da pagare rispetto ai benefici: basti pensare, ad esempio, che i soli Paesi che non hanno liste di attesa sono quelli dove l’erogazione delle prestazioni è decisa non sui bisogni di salute ma su criteri economici.
Nel “Libro bianco” ritorna spesso la definizione di “universalismo selettivo”. Secondo il principio di equità – uno dei principi bioetici che guidano la nostra professione – la selettività non può che esplicitarsi nel dare risposte diverse a domande diverse, in ragione delle singole necessità: cioè, appunto, nell’appropriatezza delle richieste e delle reazioni
Un’altra questione è il ruolo del privato. Il nostro Sistema Sanitario è, sotto questo punto di vista, tra i sistemi più laici d’Europa: nella nostra Sanità il privato si adagia e si distribuisce sul modello del pubblico.
In conclusione, è il servizio pubblico che deve tenere, e che, quindi, deve essere rivalutato.
Ma tale rivalutazione non può che partire da quella dei suoi professionisti. Si parla spesso del nostro Sistema Sanitario come di un cantiere aperto. E in ogni cantiere, prima di iniziare qualsiasi lavoro, si deve porre attenzione alle risorse umane che vi presteranno la loro opera.
Chiediamo quindi un po’ più di rispetto per questa professione, che ha i suoi “vizi” e le sue “virtù”, ma che sicuramente non merita certi cortocircuiti e certe scorciatoie a cui assistiamo nella politica e nel quotidiano”.
Autore: Redazione FNOMCeO