Cittadinanzattiva: liste d’attesa sempre più lunghe

Report n. 108/2010    

LISTE D’ATTESA SEMPRE PIU’ LUNGHE

Crescono le liste d’attesa per esami diagnostici, visite specialistiche e interventi chirurgici, con attese record per l’oncologia. Per un’ecografia all’addome si deve aspettare fino a 340 giorni, per una Tac circa 220 giorni, 1 anno per un intervento di chirurgia generale e 18 mesi per uno di ortopedia, con tempi che si allungano anche nel privato.

Il Rapporto PIT Cittadinanzattiva-Tribunale dei Diritti del Malato dal titolo “Diritti non solo sulla carta” rende noti i numeri di uno scenario che rappresenta il 15% delle motivazioni di ricorso al Tribunale dei Diritti del Malato. Sono segnalazioni che il Rapporto definisce “violazioni del tempo” e riguardano sia le liste d’attesa che le lungaggini per l’accertamento dell’invalidità civile e dell’handicap. Secondo i dati, l’ecografia, in particolare quella all’addome é l’esame per il quale si deve aspettare fino a poco meno di un anno e nel 2009 ha rappresentato il 27,3% delle segnalazioni (+3,9% sul 2008). Nello stesso anno hanno registrato tempi di attesa elevati anche le richieste per la Tac, fino a 220 giorni, mentre sono calati i tempi per risonanze magnetiche, mammografie ed ecodoppler.

Nell’area delle visite specialistiche con i ritardi più rilevanti, al primo posto c’é l’oncologia, insieme all’odontoiatria. Tra gli altri ambiti di specializzazione compare la ginecologia e l’ostetricia, dove le segnalazioni sui ritardi sono più che triplicate in un anno, segno che le future mamme sono impossibilitate ad accedere in tempi utili a visite di controllo presso il Servizio pubblico e sono costrette a rivolgersi, come ormai risaputo, a professionisti privati.

Tra gli interventi per i quali c’é più da attendere, al primo posto ci sono quelli di chirurgia generale, con liste lunghe anche più di un anno. Segue l’ortopedia e gli interventi oncologici. Secondo il dossier, i tempi si sono allungati soprattutto nelle strutture private e convenzionate. Infine, per ottenere il riconoscimento di un’invalidità civile e di un handicap gli italiani devono aspettare oltre un anno, a fronte dei 9 mesi previsti dalla normativa.

Errori terapeutici e diagnostici, in crescita soprattutto per i malati di tumore, infezioni ospedaliere e mancanza di informazioni sulle prestazioni assistenziali. Sono gli elementi che caratterizzano la sanità vista dai cittadini, almeno da quei 228mila italiani che dal 1996 ad oggi si sono rivolti al Tribunale dei Diritti del Malato, in media 16mila all’anno, più di 40 al giorno.

Nel rapporto di Cittadinanzattiva emerge che 74 segnalazioni su 100 riguardano errori, suddivisi in terapeutici (49,5%) e diagnostici (24,5%). Tra i presunti errori terapeutici, al primo posto ci sono quelli dell’area ortopedica, seguiti dall’oncologia e dall’odontoiatria. Le sospette errate diagnosi, invece, si concentrano nell’oncologia, con il 38,6% delle segnalazioni. Dopo gli errori, seguono le segnalazioni per infezioni ospedaliere, cresciute del 4,9% nell’ultimo trentennio.

I cittadini, poi, lamentano la scarsità di informazioni sulle prestazioni socio-sanitarie e su quelle assistenziali (come l’esenzione dal pagamento del ticket). In particolare, mancano informazioni nell’area della salute mentale, in quella delle prestazioni odontoiatriche e dei servizi di riabilitazione. Infine, gli italiani segnalano difficoltà ad accedere a riabilitazione, residenze sanitarie assistite e lungodegenze, ambiti in cui gli ostacoli sono aumentati nel 2009 dell’11%, rispetto al 2008. Le segnalazioni parlano di rette più alte, tempi medi di degenza ridotti e mancanza di strutture che sappiano gestire pazienti con quadri clinici complessi. Va male anche l’assistenza ospedaliera, in particolare, per le dimissioni premature e il rifiuto del ricovero, entrambe voci cresciute negli ultimi 12 mesi.

Roma, 22/11/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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