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CN Firenze, Bianco: alcune risposte ai “che fare” della professione

logo fnomceo“La sentenza della Cassazione (n. 1873/2010) deve diventare l’articolo 1 del disegno di legge sul Governo clinico. O meglio, sulla buona gestione delle attività sanitarie, visto che di governo clinico se n’é solo parlato”. E’, questo, il primo punto programmatico avanzato da Amedeo Bianco nella sua replica al dibattito in seno al Consiglio Nazionale della FNOM, che si è tenuto sabato 2 aprile a Firenze. Replica incentrata sulle risposte da dare alla domanda “che fare” in questo momento delicato per la professione medica.

La seconda sottolineatura del presidente della Federazione è avvenuta sulla necessità di un cambio di paradigma che si chiede oggi alla professione, come anche alla società italiana del Terzo Millennio. “Sullo sfondo – ha detto Bianco – c’è il tema della sostenibilità, sempre più sentito. Una questione da affrontare unitamente all’altro tema della responsabilità della domanda di salute”.

La terza risposta offerta da Amedeo Bianco si è incentrata sull’impegno della Federazione a sollecitare la politica perché porti avanti e a conclusione il testo di riforma degli Ordini. “Quella è una leva – ha precisato Bianco – fondamentale per realizzare i cambiamenti che auspichiamo non solo per la professione medica, ma soprattutto per dare una sanità migliore ai cittadini”. La necessità è quella di costruire le condizioni perché “la professione medica diventi una forza del cambiamento”.

Tre punti chiave che hanno completato la visione offerta da Bianco, che nella relazione di apertura (che pubblichiamo integralmente), aveva toccato i punti nevralgici dell’attuale momento vissuto dal Paese e dai cittadini: “Si è andato determinando un nuovo centralismo che riguarda non solo le Regioni sottoposte ai piani di rientro dal deficit, ma anche le altre, quelle classificate virtuose. Tra le notizie preoccupanti ascriverei anche il fatto che ad oggi, la Conferenza Stato-Regioni non ha ancora adottato il piano di riparto del Fsn”. In una relazione che ha toccato anche i temi della certificazione on-line, del federalismo fiscale, del ddl comprendente la riforma degli ordini, della mediazione e conciliazione, della nuova concezione di sanità come centralità della salute del malato, Bianco ha anche anticipato un grande tema sul quale si terrà un evento della Federazione a Palermo, dall’8 al 10 luglio: legalità e sanità. “Incentreremo l’attenzione anche sulla trasparenza – ha precisato Bianco – perché diventi un metodo e un modo di operare. Solo così si potrà costruire un argine contro eventuali corruzioni e mafie, a tutela della legalità”.

A seguire la relazione, numerosi sono stati gli interventi, a partire dal tesoriere Gabriele Peperoni, che ha comunicato che il 29 e 30 aprile si terrà a Como un convegno sulla “scuola di formazione per i mediatori, soprattutto per la sanità”. Della situazione internazionale, con particolare riferimento alle relazioni con gli altri Ordini nazionali e alla crisi del Mediterraneo e al Nord Africa, hanno parlato Nicolino D’Autilia (Modena) che ha confermato l’appuntamento di giugno a Kos (l’isola di Ippocrate) e Salvatore Amato (Palermo). Una forte condivisione della relazione di Bianco è stata espressa da molti presidenti di Ordine. Diversi hanno espresso valutazioni negative sulle certificazioni on-line, soprattutto per le modalità che hanno portato alla cosiddetta circolare Brunetta. Raffaello Mancini (Brescia) ha criticato il modo in cui è stata trattata la professione medica; critici anche Gennaro Barone (Campobasso) ed Enrico Lanciotti (Pescara), secondo il quale in alcune città “l’Inps sta entrando a gamba tesa”. Sul tema della conciliazione, Lanciotti ha affermato che “innanzitutto bisogna crederci e poi vedere come organizzarsi”.

Umberto Quiriconi (Lucca) si è espresso favorevolmente sull’idea di un nuovo patto per la salute, così come hanno fatto Antonio Panti (Firenze), Umberto Rossa (Belluno) e Carlo Manfredi (Massa Carrara). Per Luigi Arru (Nuoro), “la sentenza della Cassazione è un assist per le tesi sostenute dalla Federazione”. Giancarlo Pizza (Bologna) ha parlato di “solitudine della classe medica: il patto con chi lo facciamo se siamo soli?”, mentre Michele Comberlato (Bolzano) ha auspicato un ruolo più incisivo per gli Ordini, che “devono essere più forti in casa loro”; nel condividere la contenuta nella relazione del presidente FNOM, Salvatore De Franco (Reggio Emilia), ha affermato che “sul tema della legalità, è necessario che gli Ordini si guardino dentro”.

Subito dopo la relazione di Bianco, era intervenuto Mario Falconi (Roma) dichiarandosi completamente d’accordo con la relazione e la diagnosi. “Ma le terapie?”, si è chiesto, aggiungendo che “sulle certificazioni on line abbiamo lasciato troppo spazio a Brunetta: le sanzioni le deve ritirare”. Falconi ha espresso amarezza per lo stato complessivo della situazione italiana e in particolare ha sottolineato: “Il servizio sanitario nazionale sta saltando. E’ in abbandono progressivo, mentre avanza la sanità privata”.

Di “clima complessivamente depressivo” ha parlato anche Eugenio Corcioni (Cosenza), per il quale uno dei nodi del tema ‘conciliazioni’ è il ruolo esercitato dagli avvocati. Sul finire del dibattito, Luigi Conte (Udine) ha sostenuto che occorre andare avanti sul tema della conciliazione, perché “è il primo passo per far dialogare parti che altrimenti non parlerebbero tra loro. Sugli altri temi – ha aggiunto Conte – dobbiamo andare avanti con la nostra autorevole impostazione per superare anche questa fase: di momenti critici ne abbiamo attraversati tanti, ma ne siamo sempre usciti”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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