Con un Consiglio presente quasi al completo, la FNOMCeO si è ritrovata nei giorni scorsi a Roma per analizzare i temi caldi di una stagione che si sta già preannunciando molto calda e tesa per tutta la sanità italiana. Spending review, Patto per la Salute, ticket o franchigia: mentre queste parole d’ordine attraversano uffici ministeriali e corridoi istituzionali, Amedeo Bianco ha voluto incentrare la sua relazione dì apertura (che abbiamo pubblicato “in diretta” già venerdì pomeriggio) proprio sui timori di quella “prospettiva regressiva verso la quale, non da oggi ma da qualche tempo, va procedendo il nostro SSN”. Regressione, ha sottolineato il presidente della Federazione, che non “dipende solo da una insufficienza di risorse aggravata da sacche di spreco, di interessi privati illegali, di improprie relazioni tra politica e gestione, ma anche da una sostanziale asimmetria tra le rigidità e le insufficienze delle culture politiche, economiche, amministrative, gestionali, formative ed anche professionali prevalenti da una prte e la rapidità e radicalità dei cambiamenti che mettono in discussione i paradigmi interpretativi, operativi e le stesse finalità del sistema salute dall’altra”.
Regressione, aggiungiamo, che si esprime nei mille tentativi di dare unica valenza decisionale ai tagli e ai risparmi, trasformando i ragionieri della sanità nei decisori finali di una trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale che porterebbe a tagli verticali senza alcuna razionalizzazione. Grande attenzione in platea nei confronti di queste parole, riprese fortemente dal neo-presidente di Barico, Filippo Anelli (“opponiamoci con tutte le forze alla filosofia della leva economicistica come unico approccio per la sanità e cerchiamo di analizzare i modelli diversi da quello attuale, che ci sono e vanno solamente studiati”), me anche nello svolgersi della relazione, che ha toccato soprattutto i punti della Regolamentazione della formazione di medici, del sistema Ecm (“nell’attuale sistemazione c’e una fortissima responsabilità degli Ordini: ora dobbiamo reggere questi ruoli che ci siamo conquistati”) e soprattutto del rapporto con la professione infermieristica. Su quest’ultimo punto, su cui si sono concentrati parte della relazione-Bianco e molti degli interventi dei presidenti, la linea della Federazione è chiara: evitiamo il ricorso a neo-mansionari e impegnamoci “in un confronto serio e responsabile tra le professioni. Non dobbiamo consentire che un conflitto tra professioni consegni elemento di forza a chi considera le professioni un problema”.
Sul problema delle competenze infermieristiche sono intervenuti Zumiani (“affrontiamo il tema da protagonisti, facendo proposte e non innalzando muri”), Sbriccoli, Drovandi, Borromeo, Falcinelli (“partiamo dalla matrice deontologica comune e a seguire capiamo quelli che sono i profili di responsabilità”), Chiriaco, Cristofori, Conti, Muzzetto (che ha portato l’esperienza della Federazione regionale dell’Emilia Romagna) e Righetti (“non viviamo con chiusura il rapporto con loro: altrove – ad esempio nel Regno Unito, ci sono situazioni ospedaliere che registrano già forti responsabilità degli infermieri e non si vedono preclusioni mediche”). Sui percorsi formativi in ambito MNC hanno preso la parola Pizza (ricordando il documento base dell’Organizzazione mondiale della Salute), Lanciotti e Sussarellu, entrambi ricordando come sia “fondamentale la qualità della formazione e la qualità dei docenti”; c’è stato anche tempo per uno scambio di opinioni su tempistica e peso economico delle quote di iscrizione agli Ordini, mentre sul versante Ecm la gran parte degli interventi ha portato esperienze di percorsi provinciali e del loro intreccio con le esperienze nazionali che sta portando avanti la FNOM in collaborazione diretta con il Ministero della Salute e con l’Ipasvi.
Lunghissima e intensa la parte dedicata all’Enpam, con Bianco a riaffermare la necessità che “La magistratura faccia bene, tutto e subito, perché la professione non si può permettere di vivere nell’incertezza di un futuro oscuro. Ma di certo nessuno può accusare la Federazione di essere stata omissiva, visto che proprio noi abbiamo favorito e voluto il dibattito e la chiarificazione”. Decisamente circostanziata la relazione (a braccio) di Alberto Oliveti, intervenuto come Presidente facente funzione dell’Enpam vista l’autosospensione di Eolo Parodi. Sottolineando che la Fondazione sta lavorando su cinque parole chiave – trasparenza, coesione, fiducia, autonomia e responsabilità – Oliveti ha illustrato le trasformazioni che stanno portando all’equilibrio finanziario e previdenziale da 15 a 50 anni, ha raccontato i suoi personali faccia a faccia con i magistrati per ricostruire la storia avvenuta negli ultimi anni, ed ha ricordato che Enpam è pronto ad intraprendere eventuali percorsi di rivalsa e di risarcimento verso chi si e arricchito indebitamente e verso chi ne ha messo in dubbio l’onorabilità e la reputazione. La relazione di Oliveti è stata oggetto di molti interventi, sempre in un clima pacato (Veneziano, Marinoni, Di Lascio, Noce, Monaco, Pagani, Teruzzi), ma soprattutto è da ricordare l’intervento di Aristide Paci: “colleghi ricordiamoci che oggi il rischio è l’accorpamento di Enpam con gli altri enti previdenziali: il rischio è reale, quindi lavoriamo per essere compatti. Non evitiamo la critica, l’analisi approfondita e corretta, ma evitiamo quelle guerre che potrebbero consegnare la Fondazione a chi sta solo aspettando che ci dilaniamo tra noi”.
Il Consiglio si è concluso con il voto: la relazione Bianco è stata votata all’unanimità. Il presidente l’ha definita “una piattaforma di ragionamento, un atto programmatorio che indica al Comitato centrale la direzione su cui lavorare”. Da subito, per affrontare percorsi, scogli e decisioni che la sanità attende. E con essa tutti i medici italiani.
Autore: Redazione FNOMCeO