Conegliano: gli Odontoiatri rivendicano autonomia e rappresentanza

Nelle intenzioni della Commissione Albo Odontoiatri nazionale l’appuntamento veneto realizzato nella straordinaria cornice di Castelbrando (un borgo fortificato raggiungibile solo via funicolare situato all’inizio della vallata che conduce a Valdobbiadene, terra fortunata di vini e vigneti) doveva essere una pietra miliare per l’odontoiatria italiana. Bene: così è stato. Due giorni di lavori per ricordare con concretezza la figura di Saverio Orazio, a lungo impegnato nella CAO e significativo componente del Comitato centrale FNOMCeO, scomparso pochi mesi fa. Due giorni in cui l’alternanza tra Consiglio nazionale CAO e il convegno "Un progetto per l’Odontoiatria: dall’istituzione della professione all’autogestione” (come puntualizzato dai due Comunicati stampa diffusi dall’Uffici stampa della Federazione) hanno offerto un quadro di grande vitalità della categoria odontoiatrica chiamata ad essere protagonista in un periodo storico che vede la trasformazione degli ordini professionali e, in concomitanza, anche l’importante tornata elettorale degli enti previdenziali delle professioni della salute. Insomma: c’era tantissima carne al fuoco.

I lavori del Consiglio nazionale, che hanno occupato la giornata di venerdì 4 giugno, hanno avuto la propria colonna portante nella relazione del presidente CAO, Giuseppe Renzo che ha esordito chiarendo l’obiettivo specifico della CAO nazionale: “raggiungere un diritto che riteniamo fondamentale per la nostra professione, quello di ottenere la completa autonomia ordinistica”. Un obiettivo chiaramente condiviso da tutto il consiglio nazionale CAO, convinto e unanime nell’applaudire questa apertura di lavori. Che Renzo ha proseguito illustrando i due documenti – datati 28 maggio – in possesso all’assemblea, vale a dire la Bozza di Delega al Governo per la riforma degli Ordini delle Professioni Sanitarie di Medico Chirurgo, Odontoiatra, Medico Veterinario, Farmacista e Bozza di documento su una piattaforma comune di “riforma delle professioni”, documenti sui quali Pippo Renzo proporrà, al termine dei lavori, un lavoro di condivisione di base. Ma il tema dell’autonomia professionale ha introdotto un secondo argomento, quello della rappresentatitivà negli enti previdenziali, Enpam in primis: “Abbiamo detto che vogliamo una nostra rappresentanza e abbiamo motivato questa richiesta e per anni ci è stato detto ‘avete ragione in line di principio. Ma nei fatti non è mai successo nulla”. Per questa latitanza decisionale, oggi gli odontoiatri non sono in grado di votare o eleggere nessuno: una situazione non più sostenibile, ha reclamato il presidente CAO, che quindi ha annunciato azioni di rivendicazione e di pressione, attraverso atti da decidere collegialmente, “affinché la rappresentanza nell’Ente sia effettivamente democratica e non lesiva degli interessi degli odontoiatri”.

Su queste due macro tematiche, nascita di un Ordine autonomo e rappresentanza in Enpam, si sono susseguiti al microfono i presenti all’assemblea. Raffaele Iandolo (CAO Avellino), ha ricordato che se sono tre le soluzioni ipotizzabili per un’autonomia reale – autonomia all’interno di FNOMCeO, Ordine separato, ma sotto lo stesso tetto dei medici e Ordine completamente autonomo – “di certo dobbiamo esser concentrati nel trovare insieme la soluzione migliore, evitando passi di cui pentirsi nel futuro”. Nelle varie ipotesi percorribili, Bartolomeo Griffa (CAO Torino) ha precisato che preferirebbe un Ordine autonomo, ma comunque sotto lo stesso tetto della FNOMCeO, mentre per quanto riguarda l’Enpam ha auspicato “azioni legali che però non attirino sull’Ente sguardi vogliosi e interessati”. Oltre una decina gli interventi successivi, da Sanvenero (CAO La Spezia), che ha ricordato che gli odontoiatri italiani devono dimostrare alla politica di avere peso effettivo e specifico, a Rodolfo Berro (CAO Imperia) nettissimo nel precisato “che solo ottenendo effettivamente tutte le autonomie riusciremo a dimostrare di essere un Ordine e non solo con la forza del numero degli iscritti”; si sono poi alternati al microfono Marrone (CAO Palermo), Sfiligoi (CAO Gorizia), Lo Giudice (CAO Messina) e D’Achille di Bologna, tutti confermando la richiesta di autonomia come punto di non ritorno, pur nella differenza delle sottolineature.

Riprendendo la parola, Renzo ha ricordato che “la CAO da anni sta già facendo a tutti gli effetti l’Ordine, cioè un soggetto che riunisce, discute, si relaziona con le Istituzioni, dibatte dei processi formativi della professione odontoiatrica, dialoga con l’Europa, approfondisce il tema della programmazione degli accessi. Questo per dire che noi rappresentiamo già la categoria, ma ora vogliamo farlo con una forza definitiva, riconosciuta, regolamentata agli occhi di tutti”. Proprio per questo, ha sottolineato a voce spiegata il presidente CAO, “pretendiamo sia riconosciuta la rappresentanza degli odontoiatri in Enpam”. Come proseguire il cammino che deve portare all’Ordine autonomo? Renzo non vuole ricorrere “a nuove e forse inutili commissioni di analisi o di studio”, ma punta alla condivisione il più possibile allargata del dibattito con gli iscritti, nelle CAO provinciali e in tutti i luoghi in cui gli odontoiatri si incontrano e si confrontano. “E’ un movimento di base, che dobbiamo attivare, per rafforzare la professione guidandola alla sua autonomia”. Al termine del suo intervento, Pippo Renzo ha proposto una votazione su tre temi: “Vogliamo un autonomia completa da perseguire con atti regolamentati. Puntiamo poi alla ricerca chiara di una nostra rappresentatività negli Enti di previdenza. Realizzeremo quindi azioni di rivendicazione fatte coinvolgendo ampiamente la base della categoria”. Su queste tre parole chiave – che potremmo riassumere in “autonomia, rappresentatività e coinvolgimento” – c’è stato il voto dell’assemblea, giunto all’unanimità. Un voto che ha visto un passo autorevole degli odontoiatri italiani, finalmente convinti del cammino da percorrere per ottenere un Ordine che ne rappresenti totalmente la professione, a tutela della qualità del loro lavoro e del diritto dei cittadini a un’assistenza reale e di qualità.

Autore: Redazione FNOMCeO

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