Conferenza delle Regioni: verso l’elezione del nuovo Presidente

E’ scattato il toto-nomi, come sempre accade in prossimità di una scadenza importante. Giovedì 20 maggio i Presidenti delle Regioni, eletti il 28-29 marzo, si sono trovati per la prima volta tutti attorno al tavolo della Conferenza dei Presidenti. Giovedì 27 seconda riunione con all’ordine del giorno “l’elezione del Presidente, del Vice-Presidente e dell’Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome” e “l’indicazione delle Regioni e delle Province autonome i cui Assessori assumono le funzioni di Coordinatore e Coordinatore Vicario delle Commissioni (di cui all’art. 7 del Regolamento della Conferenza, art. 3.3, lett. b Reg.)”.

Immediatamente dopo il voto delle regionali, abbiamo esaminato su questo portale i risultati elettorali. E’ evidente che, sulla base di quei risultati, è cambiata anche la maggioranza in seno alla Conferenza. E’ pertanto facile ipotizzare un cambio di segno nell’elezione del nuovo Presidente, anche se non si può dare nulla per scontato. La politica è l’arte delle mediazioni e delle valutazioni di opportunità, che sono tutte sul tavolo, dando luogo a diverse ipotesi. Come è noto, per cinque anni lo scettro della conferenza è stato retto da Vasco Errani, confermato Presidente dell’Emilia Romagna da una maggioranza di centrosinistra. La logica vorrebbe che il nuovo Presidente sia espressione della maggioranza di centrodestra, ma più di una voce afferma che, con un accordo bipartisan, potrebbe essere proprio Vasco Errani a succedere a se stesso. Giovedì 27 si saprà se è così o no.

Intanto nella seduta di giovedì 20, c’è stato un primo giro di opinioni tra i Presidenti, specialmente tra quelli di prima elezione, sulle caratteristiche che dovrò avere il Presidente della Conferenza: autorevolezza ed esperienza sono le più importanti, a giudizio di tutti, senza (per il momento) guardare la casacca che indossa. I temi sul tappeto sono particolarmente importanti: in primis, riforma federalista e deficit sanitario. “Sul nuovo presidente abbiamo avviato il dibattito – ha spiegato il neo Presidente della Calabria, Giuseppe Scopelliti del PdL-. Non ci sono preclusioni in quanto è un ruolo al servizio di tutte le Regioni. Non c’è la volontà in questa fase di fare certe scelte che sono dettate da una contrapposizione di opposte fazioni. C’è invece volontà chiara e netta di condividere, tutti insieme, un percorso che si presenta entusiasmante ma anche delicato per tutti”. Concetto ribadito anche dalla presidente del Lazio, Renata Polverini, della lista omonima: “C’è la volontà di avere un presidente comunque autorevole che guardi agli interessi delle Regioni più che a quelli politici”. L’identikit che auspica la governatrice del Lazio è quello “di un interlocutore forte per noi anche nei rapporti con il Governo nazionale”.

E in effetti Errani ha dimostrato nei cinque anni trascorsi di avere proprio queste caratteristiche, ha più volte retto il confronto con il Governo, sia quando era di centrosinistra, sia ora che è di centrodestra. Le caratteristiche sono importanti e proprio per questo motivo lo stesso Ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli aveva in qualche modo paventato la possibilità che Errani potesse fare un altro mandato. In tal senso, è possibilista il Presidente del Veneto Luca Zaia, della Lega Nord: “Siamo pronti a tutte le soluzioni purché siano rispettose del buon lavoro e del buon governo della Conferenza. Non abbiamo condizioni precostituite. Crediamo che la scelta non dovrebbe essere fatta sulle casacche, ma su un vero gioco di squadra”.

Una sorta di inquadratura dell’attuale situazione della Conferenza dei Presidenti l’ha fatta Roberto Formigoni (PdL), Presidente della Lombardia: “la Conferenza ha condiviso la piattaforma politica per questa legislatura". Una fase che Formigoni "affascinante e molto delicata. Affascinante perche il tema del federalismo che esalta le responsabilità regionali sta arrivando al traguardo. Molto delicata perché si arriva nel vivo della suddivisione dei poteri, del computo delle risorse e quindi dobbiamo stare tutti attenti che non ci siano dei ribaltoni e dei passi indietro. Ci siamo ridetti una volta di più che la nostra è una associazione su base volontaria. La forza della Conferenza delle Regioni è data dall’unità che noi sappiano manifestare. Tutti questi anni noi abbiamo saputo essere uniti al di là delle differenze di colore politico, dimensione o posizione geografica. Nei confronti del governo non dobbiamo essere né un contropotere né uno zerbino. Siamo una parte delle istituzioni del paese. Ci siamo fatti sempre carico con responsabilità del progresso dell’intero paese. Abbiamo firmato accordi importantissimi con i governi di tutti i colori. Ci siamo confrontati con il governo che è il governo di questo paese, che sia di centrodestra o di centrosinistra, in una volontà di collaborazione ma anche per difendere fino in fondo le nostre competenze istituzionali”.

Sembra che la partita sia quindi in mano al centrodestra. Posizione confermata dallo stesso presidente ligure, Claudio Burlando, che ha spiegato che, “sia l’eventuale ipotesi di riconferma di Errani che l’indicazione di un altro presidente, spetta sicuramente al centrodestra”. Se il parlamentino delle Regioni deciderà di confermare Errani, i veri cambiamenti si avranno nelle commissioni. Strumenti che spesso hanno un peso politico e istituzionale di grande importanza. Il presidente emiliano ha risolto con una battuta le voci su una sua riconferma: “Ho fatto il presidente per cinque anni. Io ho dato”. Sul fronte politico la Conferenza delle Regioni ha richiesto ai ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, e per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, un incontro urgente sulla prossima manovra finanziaria. Il Presidente Vasco Errani, a nome della Conferenza delle Regioni, ha inviato oggi ai due ministri una lettera nella quale scrive che, “la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella seduta odierna, ha preso atto della discussione in corso in merito all’annunciata manovra finanziaria e “chiede con urgenza un incontro per conoscere i dettagli della manovra e avviare un percorso di dialogo in questo difficile momento del Paese”.

Circa la possibilità di reggere la Presidenza della Conferenza per i prossimi cinque anni, Vasco Errani così commentato: “Ho fatto il presidente della Conferenza cinque anni, io ho dato. Abbiamo fatto una buona discussione politica – ha aggiunto – dove si e’ confermato un concetto per me decisivo in relazione al ruolo della Conferenza”. La scelta della presidenza “è istituzionale”, dovrà “garantire l’equilibrio istituzionale per i prossimi anni”. In questo senso “ci sarà continuità” con il passato, ha spiegato Errani.

Autore: Redazione FNOMCeO

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