Prenderà il via il 24 ottobre a Roma (Hotel Sheraton), per concludersi il giorno 27 dopo quattro intense giornate di lavoro, il 110° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Interna.
Sotto il titolo “Formazione e innovazione” la SIMI affronterà temi di grande interesse professionale che spazieranno dall’ultrasonologia nelle patologie autoimmuni, ai progressi nell’imaging nella diagnostica della cardiopatia ischemica, dal trattamento dell’anoressia secondaria a patologie croniche, alla fisiopatologia del osteoporosi fino all’asma bronchiale, senza tralasciare temi di interesse oncologico. Non mancheranno, come è nella tradizione della Società di Medicina Interna, approfondimenti su tematiche assistenziali e di organizzazione delle strutture e sui rapporti tra ospedali e territorio. Quest’ultimo tema sarà al centro della relazione che il vicepresidente della FNOMCeO Maurizio Benato presenterà nel corso dei lavori del giorno 25 .
"Il crescente aumento della spesa sanitaria – dice Maurizio Benato – impone una revisione del sistema assistenziale per ricercare una compatibilità economica attraverso l’avvio di un sistema flessibile che introduca, con gradualità, azioni di ottimizzazione e razionalizzazione, garantendo contestualmente anche un miglioramento della qualità assistenziale".
Su quali linee direttrici dovrebbe muoversi questa revisione?
"Innanzitutto evitando la ripetizione di visite, indagini, interventi, ricoveri, e promuovendo la partecipazione attiva dell’assistito alla gestione della malattia attraverso una adeguata educazione terapeutica e promuovendo stili di vita a valenza preventivo-terapeutica. Questo nuovo processo dovrebbe avvenire nell’ambito di un sistema sempre più proiettato verso un’assistenza territoriale e la valorizzazione dell’assistenza primaria, con in prima fila i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta , un processo dove l’ospedale tuttavia dovrà conservare il suo ruolo cardine ma circoscritto alla sua reale dimensione di centro ad alta specializzazione".
Sarà necessario quindi prevedere una diversa rete di centri di assistenza?
"Si tratta in realtà di promuovere una inversione di marcia per quanto attiene il processo assistenziale alla persona basato sulla continuità assistenziale e su una rete a forte integrazione socio-sanitaria. Ecco quindi la necessità di avviare l’ assistenza domiciliare e ambulatoriale e sistemi di assistenze residenziali extraospedaliere e residenziali ospedaliere, nell’ambito di un Sistema Socio-sanitario che ponga al centro delle proprie prospettive l’epidemiologia della popolazione di riferimento, strutturandola sugli standard più elevati delle attuali specifiche conoscenze".
Il suo messaggio, presidente Benato, è quello di ridisegnare, di fatto, un SSN secondo nuovi criteri condivisi, necessari per fronteggiare una spesa sanitaria che, con ogni probabilità, non conoscerà flessioni?
"Ritengo che in un’ottica di medio-lungo periodo il SSN necessiti di una rivisitazione sulla base di alcuni “pilastri” imprescindibili che possono essere così delineati: centralità del cittadino; riequilibrio e integrazione tra sistema ospedaliero e territoriale; ruolo dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei medici di continuità assistenziale nonché specialisti e degli appartenenti alle altre professioni sanitarie operanti sul territorio. Occorrerà inoltre una corretta valutazione di efficacia/efficienza a livello di sistema e non del singolo settore, rapportata ai risultati ottenuti e alla tutela della salute rispetto alle risorse impiegate. In breve una sanità vista non solo come problema finanziario, ma come investimento in termini di salute e di economia".
Autore: Redazione FNOMCeO