Consiglio Nazionale: la proposta di Toti Amato

Nel pomeriggio della prima giornata di Consiglio Nazionale, si sono susseguiti quindici interventi, dando così luogo al dibattito sulla relazione del Presidente Amedeo Bianco e sul programma per la Federazione illustrato da Toti Amato, Presidente dell’OMCEO di Palermo.
Quello di Toti Amato è un programma basato su 12 punti, che parte da un’analisi sull’attuale situazione della professione medica: “Riteniamo che nessuno di noi abbia alcun dubbio sul fatto che la professione medica, isolata e accerchiata, sia in una situazione di enorme difficoltà per cause in gran parte esterne a essa”. Il documento fa riferimento alla condizione di frustrazione che affligge i medici italiani, all’eccessiva invadenza della politica, alla scarsissima attenzione alla meritocrazia, tutte situazioni rispetto alle quali “Non ci sembra che la professione abbia saputo reagire, con orgoglio, in maniera appropriata, con terapie e strumenti adeguati a tali difficili situazioni”. Dalla diagnosi alle terapie che passano dalla tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della professione, all’auspicata presenza degli Ordini negli organismi istituzionali, alla richiesta di strumenti legislativi per la depenalizzazione delle fattispecie relative alle lesioni colpose e all’omicidio colposo, alla diversa attribuzione degli incarichi dei responsabili dei dipartimenti o delle unità operative complesse, alla pianificazione delle scuole di specializzazione. Nel documento si chiede anche l’istituzione dell’Autorità garante della salute dei cittadini, la riaffermazione delle caratteristiche di atto medico per le medicine complementari, il riconoscimento delle Federazioni regionali degli Ordini, in una sanità ormai regionalizzata, la promozione di iniziative per una profonda riforma dell’Istituzione ordinistica, il rilancio dell’immagine della professione medica, il concreto sostegno ai piccoli Ordini, una rinnovata attenzione nei confronti dell’Onaosi.


Dopo l’intervento di Amato sono intervenuti Luigi Conte (Udine), Nicolino D’Autilia (Modena), Mario Falconi (Roma), Dario Chiriacò (Rieti), Luigi Arru (Nuoro), Salvatore De Franco (Reggio Emilia), Antonio Panti (Firenze), Americo Sbriccoli (Macerata), Fabrizio Cristofari (Frosinone), Raimondo Ibba (Cagliari), Francesco Alberti (Imperia), Carlo Manfredi (Massa Carrara), Agostino Sassarellu (Sassari), Gabriele Peperoni (Napoli). Interventi che hanno posto, in massima parte, il problema dell’unità della Federazione, in vista delle nuove sfide che attendono la professione. Luigi Conte ha fatto riferimento all’attività svolta dalla Federazione negli ultimi tre anni, con interlocuzione continua con le Istituzioni. “E’ cresciuta la credibilità a livello istituzionale, al tempo stesso gli Ordini sono stati presenti sui grandi temi, anche sull’immigrazione”, ha detto tra l’altro Luigi Conte, mentre D’Autilia ha parlato di “tre anni di grande collaborazione”. Mario Falconi ha invece rilevato che “il mondo politico e istituzionale non ha grande attenzione verso di noi”. Falconi ha parlato di “invasione totale da parte di altre professioni” e ha lanciato l’idea di una conferenza nazionale sul ruolo della professione medica, proprio per affrontare e risolvere i problemi: “Con la sua relazione, Toti Amato ha lanciato un messaggio di serenità. Tre anni fa si arrivò all’attuale assetto del Comitato centrale sulla base di diverse valutazioni e con l’impegno dell’alternanza ogni tre anni. Ora è il momento di reagire rispetto alla condizione di accerchiamento che vive la professione medica. Non si possiamo continuare a comportarci come se il nostro fosse un Paese normale”. Dal canto suo Antonio Panti ha rimarcato la necessità dell’autonomia della professione dalla politica, precisando che al momento sono in campo due linee diverse. “Chiunque vinca tenga insieme contenuti delle due parti, perseguendo l’unità”, ha detto Ibba, mentre secondo Peperoni “occorre riaffermare la cultura del fare. A Napoli c’era un Ordine disintegrato, ma si è risalita la china”. Peperoni si è dichiarato favorevole all’istituzione dell’Autorità garante della salute dei cittadini.


Sono invece stati 15 gli interventi nella seconda giornata del Consiglio Nazionale della Federazione; a questi si è aggiunto un intervento di precisazione di Toti Amato.
Al termine della giornata, ha replicato il Presidente Amedeo Bianco: “Il dibattito è stato positivo. Traiamo dal passato le valutazioni che non ci facciano commettere gli stessi errori, un passato rispetto al quale occorre una nuova assunzione di responsabilità” Ha parlato poi di “silenzio sofferto” sul caso di Eluana Englaro e Amedeo Bianco ha anche detto: “Nella scienza non ci sono verità, ma evidenze”. Riferendosi poi alla interlocuzione della Federazione con la politica e le Istituzioni, Bianco ha precisato: “I rapporti con la politica sono stati corretti, sia con il centrosinistra sia con il centrodestra, frutto del lavoro di tutti. Come anche, in questi tre anni abbiamo avviato la ricostruzione civile di questa professione e in questa fase se dialettica dev’esserci, dialettica sia, affinché esca un esito chiaro. Il nostro riferimento – ha concluso Bianco – resta l’articolo 32 della Costituzione e noi siamo qui a presidiare e difendere il diritto alla salute degli individui”.
Poco prima, in un intervento di precisazione, Toti Amato aveva affermato, tra l’altro: “I due programmi non sono sovrapponibili. Ci sono almeno tre temi sui quali i programmi divergono: il primo è il tema dell’etica, il secondo riguarda quello che io valuto come appiattimento sulla politica e sui sindacati, il terzo riguarda l’approccio con le altre professioni sanitarie. Ho posto la mia candidatura proprio per affermare alcune posizioni, non sono eterodiretto, porto un’esperienza che molti di voi conoscono, sono sicuro che non mi sto buttando in una piscina vuota”. Nel dibattito sono intervenuti Aristide Paci (Terni), Giovanni Belloni (Pavia), Maurizio Benato (Padova), Cosimo Nume (Taranto), Giansalvo Sciacchitano (Catania), Stefano Falcinelli (Ravenna), Graziano Conti, Gianni Righetti (Latina), Umberto Quiriconi (Lucca), Nunzio Romeo (Messina), Enrico Mazzei Cicchetti (Potenza), Giuseppe Conti, Giuseppe Morfino (Trapani), Eugenio Corcioni (Cosenza), Emilio Pozzi (Bergamo). Cosimo Nume ha presentato, durante la mattinata un documento, sottoscritto da 40 Presidenti di Ordine, nel quale, in maniera articolata, si ripercorre l’impegno del Comitato Centrale e del Presidente Bianco nei tre anni trascorsi, esprimendo una posizione a sostegno, tutta racchiusa in una dichiarazione ‘politica’: “Noi diamo un giudizio positivo dell’esperienza che ha visto protagonista la Fnomceo in questo triennio; questo gruppo dirigente ha mantenuto la sua promessa di unità, partecipazione e innovazione”. Sono queste le posizioni che si sono delineate in vista dell’appuntamento del 6-7-8 marzo, quando si terranno le votazioni per il rinnovo degli organi collegiali della Federazione.

Al termine della seduta, è stato approvato per acclamazione un ordine del giorno che “ESPRIME VIVA PREOCCUPAZIONE E FORTE DISSENSO PER I CONTENUTI DEL DISEGNO DI LEGGE, APPROVATO DAL SENATO IL 5 FEBBRAIO E IN DISCUSSIONE ALLA CAMERA, CHE ABROGA IL DIVIETO DI DENUNCIA, DA PARTE DEL MEDICO, DEGLI IMMIGRATI IRREGOLARI IN OCCASIONE DI PRESTAZIONI SANITARIE”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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