CONSIGLIO NAZIONALE: LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE BIANCO

 


Di fronte a una platea forse mai così affollata, forte anche della presenza 28 “new entry”, cioè presidenti neo-eletti, la FNOMCeO ha tenuto negli scorsi giorni uno dei suoi momenti più intensi. La prima seduta del nuovo Consiglio Nazionale, organo che rimarrà in carica per guidare la Federazione nel triennio 2009-2011, ha visto il saluto tra presidenti che rappresentano la storia della rappresentanza ordinistica (un nome su tutti: Aristide Paci, 10 mandati come Presidente) e matricole, tra cui la “seconda presidente donna”, vale a dire Anna Maria Calcagni, pneumologa di Fermo ed ha emesso un comunicato particolarmente duro nei confronti del cosidetto DDL “Sicurezza”, per coninuare a dire “no” all’ipotesi di trasformare in delatore chi ha il compito di curare senza differenze di razza, genere, religione.


 


Momento centrale del Consiglio è stata la relazione del Presidente Amedeo Bianco, nove cartelle dattiloscritte presentate nel pomeriggio del 20 ottobre, circa quaranta minuti di intervento volto a sintetizzare tre anni di lavoro, di collaborazione interna, di dialogo verso l’esterno, verso la politica, le istituzioni, i cittadini, la società civile. Un intervento che si è aperto con i ringraziamenti verso il Comitato centrale, verso il gruppo dirigente, verso Giuseppe Renzo e la Cao, verso il personale della Federazione, e che poi è entrato nel vivo degli argomenti della professione medica e di quell’essere Ente ausiliario dello Stato che differenzia radicalmente la Federazione da un Sindacato, da una Società scientifica, da una “qualsiasi” organizzazione professionale.


 


Punto focale di tutta la relazione-Bianco: “in questi tre anni la FNOMCeO ha definito e in parte attuato una complessa e articolata piattaforma di politiche professionali che, sebbene incidenti su più campi, converge sul grande obiettivo di riportare il medico al centro del processo di evoluzione professionale in corso, quale unico autentico attore del proprio destino”. Una piattaforma avviata con l’approvazione del nuovo Codice Deontologico, “un corpus di valori professionali unanimemente riconosciuti come innovativi e straordinariamente rigorosi sul piano etico e civile”. Parti fondamentali di questi tre anni di cammino è stato anche il “consolidamento del buon funzionamento della macchina amministrativa”, così come il dialogo con i differenti Governi che si sono succeduti. Bianco ha anche riassunto le cifre “dell’attività pubblica della Federazione: nove Convegni nazionali, tre convegni internazionali, quindici Consigli nazionali, dieci audizioni in Parlamento. Sul piano internazionale la Federazione è stata tra i fondatori della COMEM, la conferenza dei paesi euromediterranei, oltre che protagonista della forte iniziativa politica che attraverso l’introduzione del voto ponderato intende ammodernare le tradizionali organizzazioni mediche europee.


 


Di particolare importanza il passaggio sulla formazione: “Abbiamo investito nell’ECM per andare oltre questo progetto che, salvo alcune esperienze, non ha convinto ne prodotto risultati, per mettere in moto un disegno diverso di formazione fondata sulla complessità degli obiettivi e strumenti dello sviluppo continuo professionale, quali la formazione sul campo, la fad, gli audit, lasciando libertà ed opportunità all?autovalutazione e soddisfacimento dei bisogni formativi individuali”. Su altre differenti tematiche Bianco ha poi riassunto l’azione FNOMCeO: il contenimento dell’avanzata irrazionale delle neo-professioni e dei neo-professionisti sanitari, il dialogo (a volte molto secco) con il mondo universitario, con l’industria farmaceutica e bio-medicale e sulle questioni bioetiche. Su questi ultimi temi il cammino della Federazione “ci ha portati prima ad Udine per un documento sull’etica e deontologia di fine vita, poi a Ferrara per un’analoga iniziativa sull’etica di inizio vita, che hanno segnato due importanti punti di riferimento per quanti affrontano queste tematiche con lo spirito di incontrarsi e rispettarsi nelle reciproche diversità”. E proprio su queste scottanti tematiche Bianco ha sottolineato l’autorevolezza del nuovo Codice deontologico, diventato anche per parte della società civile un documento di riferimento; autorevolezza che ha portato il presidente FNOMCeO a suggerire “l’opportunità di individuare un organismo largamente rappresentativo dei diversi orientamenti bioetica individuato dal Consiglio nazionale a cui riconoscere l’autorevolezza interpretativa del codice”, una sorta di “Consiglio superiore deontologico“, come l’ha chiamato Bianco, che potrebbe divenire organo di confronto e interpretazione plurale delle norme deontologiche sulle tematiche bioetiche. Amedeo Bianco ha terminato con un chiaro riferimento finale al convegno di Fiuggi, momento che sancito la terzietà e la capacità di aggregazione della Federazione, “il punto più alto di autonomia esercitata e di autorevolezza riconosciuta”.


 


Tre anni di vita riassunti in quaranta minuti, si diceva. Tre anni di lavoro all’interno dei quali “il Consiglio nazionale è stato l’architrave sul quale abbiamo costruito le politiche professionali, una straordinaria esperienza di confronto, di partecipazione, di crescita comune a cui guardare con attenzione prospettando ulteriori sviluppi nel prossimo futuro”.


Conclusione che guarda al futuro e invita alla continuazione di un importante lavoro collaborativo: “Credo che tutto questo sia un buon punto di partenza per progettare una efficace piattaforma federativa; rispetto a questo impegno, rinnovo la mia disponibilità, con il vostro insostituibile sostegno in una prospettiva di concordia e partecipazione, consapevole delle responsabilità che ci accomunano come rappresentanti delle istituzioni e delle diversità che ci accompagnano come cittadini e medici”.



 

Autore: Redazione FNOMCeO

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