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Consiglio Nazionale: uniti per un nuovo manifesto della professione medica

Un Consiglio Nazionale di grande unità e di passaggio di consegne: questo il commento costante raccolto al termine dei lavori del’assemblea plenaria della FNOM, tenuta nei giorni scorsi a Roma. Con la presenza di 102 presidenti (su 106: forse un record…), tra cui quasi il 20% di neo-eletti (anche qui la cifra è altissima) la Federazione degli Ordini ha dato il via al suo nuovo triennio di rappresentanza e l’ha fatto con una relazione di Amedeo Bianco, presidente uscente ed ormai ufficialmente “ricandidato”, che in oltre un’ora di intervento e 13 cartelle, ha fissato i punti chiave, recenti e futuri, dell’azione ordinistica nel nostro Paese. Nella sua esposizione (la pubblichiamo per intero in altro articolo del Portale) Bianco ha esordito salutando i 19 nuovi presidenti OMCeO e i 24 nuovi presidenti CAO ed ha ricordato che l’occasione aveva una “duplice valenza: rendicontare un triennio di attività federativa e proporsi come laboratorio aperto e libero dove esplicitare i progetti e i candidati per il governo FNOMCeO del prossimo triennio”. L’intervento, vastissimo, ha toccato i temi del Patto della Salute, del contenimento ragionieristico dei costi richiesto dalle regioni, delle difficoltà sempre crescenti dei modelli e dei sistemi di assistenza primaria di tutto l’Occidente, delle difficoltà di difendere una professione attaccata sia dai pazienti sempre meno fidelizzati che dalle visioni strettamente economicistiche. “Guardano il futuro”, ha sottolineato Bianco, “Vi confesso una mia convinzione: da noi dovrebbe partire un’iniziativa che ha un obiettivo ampio: iniziativa che prova a contribuire a ridisegno di una sanità sostenibile, non solo dal punto di vista finanziario, ma etico, civile e medico. Dovrebbe essere un’azione che punta al coinvolgimento di personaggi, culture, relazioni che ci spingono a non essere chiusi al nostro interno”. “Possiamo essere il seme di un iniziativa”, ha continuato Bianco, “finalizzata ad un nuovo patto civile, sociale, tecnico e professionale tra sanità e Paese. La proposta che voglio avanzare è questa: lavoriamo intorno ad un manifesto per il medico, per la medicina, per la sanità del prossimo decennio”. Proposta accolta – senza retoriche – con emozione ed attenzione estrema da tutta la platea dei presidenti.

Bianco ha speso parole anche per l’accesso alle tecnologie (“che devono essere accessibili equamente”) per la riforma dei modelli organizzativi dei sistemi della sanità territoriale (“siamo fermi al 1992: vogliamo fare una riflessione ed estenderal a tutti gli attori disponibili?”), per la presenza in Europa (“siamo insediati in tutte le principali associazioni europee in ragione di una sapiente politica di alleanze”); ha anche approfondito il tema grande della formazione post-laurea e dell’ECM (“gli Ordini sono ormai centrali e forse presto dovremo dare suggerimenti in ordine al principio sanzione-premio”), il settore delle medicine complementari (“dove dobbiamo tornare al più presto”) e della previdenza Enpam, dove il presidente FNOM ha proposto un ravvicinato momento di confronto già nel mese di marzo, visti i temi messi attualmente sul tavolo dal ministro Fornero (erà pensionabile, ruolino del patrimonio….). Al termine della sua relazione, Bianco ha confermato la sua candidatura alla presidenza FNOM per il prossimo triennio: “mi avete testimoniato in tanti un vasto consenso all’operato mio e di questo Comitato Centrale. Mi ripropongo quindi con tutta la squadra, salvo accogliere nella sua composizione in modo convinto l’esito delle elezioni di Napoli e Roma, nel segno della continuità di persone e progetti di cui siete in grado di valutare l’efficacia e la competenza”.

Gli interventi dei presidenti provinciali

Terminata la relazione – applauditissima anche nelle sue conclusioni “elettorali” – si sono succeduti gli interventi dei presidenti degli Ordini, a partire da quello di Paolo Livrea (uscente, Bari) che ha salutato i colleghi dopo sei anni di presenza, di Lanciotti (Pescara), Di Lascio (Ferrara), Sbricioli (Macerata) e soprattutto di Salvatore Amato, che ha sottolineato “come questo sia il momento dell’unita, perché fuori ci guardano e dobbiamo essere uniti. Negli anni scorsi c’è stata una spaccatura, poi sanata: oggi credo che l’invito che dobbiamo condividere tutti sia quello di una riflessione pacata e unitaria indirizzata nella volontà di un cammino comune. E la proposta di un nuovo piano decennale è da accogliere con enorme attenzione”.

Unità sulla quale si sono subito trovati d’accordo Quiriconi (Lucca) e Chiriacò (Rieti), che hanno plaudito il cima unitario. Allo stesso modo Roberto Lala (Roma) ha sottolineato che un fronte “unito, motivato, compatto e consapevole è l’unico modo per affrontare argomenti delicatissimi come l’espansione incontrollata dei servizi sanitari a basso costo e bassissima qualità e come il diffondersi sempre più vasto dei contenziosi, espressione di un rapporto medico-paziente ormai frantumato”. Le voci preoccupate nei confronti del degenerare di certe situazioni professionali sono state tante, a cominciare dai due “decani”: Paci (Terni) che ha ricordato che il tema della disaffezione medica verso l’Ordine potrebbe portare pericolosamente verso una deriva di scorporo degli ospedalieri (“che purtroppo ci dicono spesso: noi rispondiamo al direttore generale, a cosa ci serve l’Ordine”) e Panti (Firenze), forte come d’abitudine nel domandare che la medicina oggi sia in grado di avere unitarietà vera l’esterno e dialettica franca al suo interno, recuperando ruolo di interlocuzione vera professionale, politica, istiuizionale, inserendo in tutto questo percorso il nuovo ruolo del medico”. Il discorso etico è stato poi ripreso da Ravera (Salerno), che ha ricordato lo scomparso presidente ceco Vaclav Havel, filosofo e poeta, e la sua Etica della responsabilità, ed ha ricordato che sarebbe utile che il mono ordinistico si concentrasse su alcune parole chiave della sanità – appropriatezza, umanizzazione – ricostruendo contemporaneamente un rapporto stretto e virtuoso con il mondo dell’università e della ricerca.

Tra gli interventi anche alcune voci di neo-eletti, tra cui Anelli (Bari: “con i nuovi Lea sarà tutto ristretto: non svendiamo l’assistenza alle logiche di mercato”), Monaco (Siena) e Di Stefano (Brescia), che ha ricordato che “gli ordini servono ai medici ma anche ai pazienti”, ed ha invitato a riflettere ed attivarsi su questo tema. Riassumendo e ringraziando per lo “spirito di amicizia” che si è colto negli interventi, Bianco ha sottolineato “che ciò che succede non ci deve trovare impreparati, ma sempre pronti a sostenere con consapevolezza la barra dell’equità del sistema”.
Prima delle conclusioni, c’è stato spazio anche per una breve rassegna della attività formative della Federazione da parte di Conte (presidente uscente Udine e membro della Commissione nazionale per l’Educazione continua) che ha invitato i presidenti a divulgare al massimo i corsi Fad promosso dalla FNOMCeO in ambito rischio clinico e sicurezza delle cure.

Autore: Redazione FNOMCeO

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