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Consumi domestici ed emissioni di CO2: una mappatura europea

La Norwegian University of Science and Technology, grazie a un team di docenti e ricercatori del dipartimento di ingegneria, ha realizzato un database per misurare l’impatto ambientale che deriva dai consumi domestici, delineando una mappatura delle corrispondenti emissioni di anidride carbonica attribuibili alle famiglie europee.
I dati riguardano infatti i 27 paesi dell’Unione Europea e sono dettagliati per ciascuna delle 177 regioni di cui si compongono.

I risultati del progetto, raccolti a luglio dell’anno scorso, sono stati pubblicati a maggio di quest’anno e si possono leggere integralmente su Environmental Research Letters, rivista in open access dedicata alle scienze ambientali (vedi).

Nonostante la Commissione europea abbia regolarmente incoraggiato gli stati membri ad adeguare le politiche ambientali locali alle misure nazionali e internazionali (lo studio cita a tal proposito il Pacchetto per il clima e l’energia 2020: vedi, ma nel frattempo è stato predisposto il programma per il 2030: vedi), nonostante questo, ritengono gli autori, l’impatto che deriva dai consumi dei singoli nuclei familiari non viene generalmente misurato, mentre dovrebbe essere parte integrante dei dati relativi alla qualità ambientale delle varie regioni e delle relative politiche.

A questo fine, il gruppo di ricercatori ha convertito le spese relative ai consumi (suddivise in vitto, alloggio, abbigliamento, spostamenti, prodotti manifatturieri, servizi) nell’emissione equivalente di anidride carbonica (a sua volta derivata dalle emissioni dei gas serra attraverso il sistema di conversione del Global Warming Potential. Tutto si può vedere a colpo d’occhio in questa mappa: vedi).

Le misurazioni effettuate attestano un’ampia eterogeneità, con variazioni complessive e pro capite, tra regione e regione, anche molto nette, evidenziando come le responsabilità sul cambiamento climatico non possano essere generalizzate.

Il Nord Italia, il Sud della Spagna, parte dell’Irlanda e della Germania sono le aree in cui le emissioni di CO2 per consumi domestici sono più alti.

“Se però si guarda all’impronta ecologica media delle famiglie – sostiene il Sole24Ore che riporta e commenta diverse mappe del progetto (vedi) – il discorso cambia. Le situazioni peggiori, in termini di emissioni, si registrano nel Regno Unito e in Grecia. Ma anche Germania, Danimarca e Finlandia non vanno benissimo. In Italia la prestazione peggiore si ha in Emilia Romagna”. Mentre il Sud Italia risulta una delle aree più ecologiche d’Europa.

A questi dati, lo studio associa una serie di fattori di impatto di tipo tecnico, socio-economico, geografico, come le dimensioni del nucleo familiare, il reddito, il livello di educazione, il clima.

Il progetto del team norvegese si può consultare sul sito dedicato: si chiama “The Environmental Footprint Explorer – a database for global sustainable accounting” e riporta nel dettaglio i consumi di CO2 delle varie regioni europee, imetodi e le fonti usati per misurarli, gli scopi del progetto e il gruppo di lavoro.

A cura di Sara Boggio

(Fonte: www. torinomedica.com)

Autore: Redazione FNOMCeO

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