Contro l’abbandono degli animali

Nel nostro Paese – si legge nella campagna promossa dal Ministero della Salute – quasi una famiglia su due convive con un animale d’affezione e più di una su tre con un cane o un gatto.

Eppure, nella maggior parte dei casi, il rapporto con gli animali si basa "sull’improvvisazione e sui luoghi comuni", e su una stima inadeguata dei compiti e delle responsbailità che l’animale comporta. Così che ogni anno, a ridosso delle vacanze, l’abbandono degli animali domestici registra un picco, che aggrava il fenomeno già abitualmente critico del randagismo.

Il Ministero della Salute ha perciò promosso una campagna, attualmente in corso, per responsabilizzare chiunque sia in possesso di animali. Si chiama "Non ti abbandoniamo" e si avvale di brochure rivolte a tutta la popolazione, cartoline informative, volantini destinati ai sindaci, affissioni sui mezzi di trasporto pubblici.

"L’abbandono degli animali e il conseguente randagismo sono la causa di numerosi problemi – si legge nella brochure. – Non essendo sterilizzati e sottoposti a controlli sanitari, gli animali in stato di abbandono, solitari o riuniti in branchi, si rivelano spesso molto prolifici e, al tempo stesso, potenziali serbatoi e veicoli di malattie infettive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo. Inoltre, possono arrecare danni al bestiame domestico o ad animali selvatici e, a volte, aggredire persino le persone. Infine, gli animali vaganti sul territorio possono essere causa di incidenti stradali".

Ma l’abbandono di un animale, ricorda il Ministero, non è soltanto un gesto "odioso e ignobile", bensì un reato. Ai sensi dell’art. 727 del codice penale (Legge n. 189/04), “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.

Tutto il materiale informativo è disponibile a questo link.

Fonte: Ministero della Salute

Autore: Redazione FNOMCeO

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