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Convegno di Padova. Benato: “Cybermedicine: la rivoluzione da gestire”

Telemedicina, e-health, e-government: le nuove tecnologie informatiche stanno rivoluzionando la Scienza, la Medicina, la Sanità. E i principi bioetici e deontologici non possono non rimodellarsi, per rispondere ai nuovi dilemmi che si vengono a creare.

Per questo, la FNOMCeO ha organizzato – in vista anche dell’imminente revisione del Codice deontologico – un appuntamento, a Padova il 28 e 29 settembre prossimi, con tutti gli attori coinvolti.

Regista della manifestazione, il vicepresidente della Federazione, Maurizio Benato, che ha fortemente voluto l’incontro. A lui l’Ufficio Stampa ha affidato, in un’intervista a tutto tondo, il compito di accompagnarci dentro questa delicata e ancora poco esplorata materia.

Presidente, perché un convegno sulla Cybermedicine?
Le information and communication technologies sono entrate prepotentemente a far parte della nostra Professione e della nostra Sanità. La rete informatica oggi trascina, condiziona, integra, condivide l’informazione, configurando una compenetrazione tra ambiti un tempo separati. I sistemi sanitari, i decisori politici, le tecnologie, la ricerca, la diagnosi, la cura, le questioni economiche si incontrano, si intrecciano, si coinvolgono a vicenda, dando origine a una nuova categoria concettuale della medicina: la cybermedicine, appunto. Una categoria concettuale che non solo definisce un nuovo modo di intendere la medicina e la sanità, ma a sua volta le modifica, in termini bioetici, filosofici, scientifici, applicativi. Per questo, la FNOMCeO ha voluto un incontro tra tutti gli attori coinvolti in questo processo – dagli Ordini alle Associazioni di pazienti e consumatori, dai Giuristi, ai Ricercatori, dai Sociologi, agli Informatici, dai Bioeticisti, ai Comunicatori – per analizzare il fenomeno e per partecipare a un cambiamento che non potrà non vedere coinvolto anche il Codice Deontologico.

Attraverso quali circuiti l’evolvere delle conoscenze e delle tecnologie ha modificato il pensiero biologico?
In tutte le epoche, gli scienziati hanno cercato di spiegare la verità biologica con i mezzi offerti dalla tecnologia che appariva in quel momento storico come la più potente e avanzata. Nel diciottesimo secolo, ad esempio, i sistemi biologici erano paragonati alla meccanica di un orologio, nel diciannovesimo secolo alle macchine termodinamiche, nel secolo scorso ai computer digitali. Oggi, nel mondo governato dal World Wide Web, i sistemi biologici sono considerati come un network.
Ma la vera rivoluzione del pensiero biologico era iniziata già con la decifrazione del Codice genetico: la Morfologia e la Biochimica, da sole, non arrivavano a spiegare la trasmissione genetica. Oggi i due punti di vista trovano una sintesi nel concetto che la struttura biologica è anche un programma. E quella per cui un processo di tipo numerico entra nel determinismo dei fenomeni naturali è davvero una scoperta rivoluzionaria, che influenza non solo la genetica, ma anche la neurofisiologia (pensiamo al modello di trasmissione dell’immagine dalla retina al cervello) e la patologia generale (infezioni da virus, origine dei tumori, senescenza).

Quale invece il supporto concreto che le tecnologie informatiche possono assicurare alle scienze biologiche e alla medicina?
Una delle principali caratteristiche dell’era post-genomica consiste proprio nella necessità di trattare l’enorme mole di dati generata quotidianamente, per correlare le informazioni genotipiche con quelle fenotipiche e cliniche. È proprio per rispondere a questa richiesta che è nata la Bioinformatica, scienza che si occupa dell’acquisizione, memorizzazione, distribuzione, analisi e interpretazione dei dati, prevalentemente nell’ambito della biologia molecolare, della genetica e della biochimica ma con collegamenti sempre più importanti alla medicina. Si viene dunque a creare un legame sempre più stretto tra l’Informatica e le Scienze della Vita in senso lato.
Con l’introduzione di queste moderne tecnologie nella biologia molecolare, si è iniziato a comprendere meglio le regole dell’espressione genica, i vari passaggi metabolici e la struttura del Dna, dell’Rna e delle proteine.
Un utilizzo appropriato di questo enorme complesso di informazioni, gestito da appositi programmi, può sviluppare sempre nuove possibilità. Acquisire, memorizzare, distribuire, analizzare, interpretare tali dati diventa essenziale in ambito biologico, con collegamenti sempre più importanti con la medicina, tanto che possiamo ben dire che la conoscenza diventa applicazione alla Salute.

Con quali obiettivi, a breve termine e sul lungo periodo?
Uno dei principali risultati auspicabili sarà quello di applicare i dati sui genomi per la messa a punto di terapie e strumenti diagnostici sempre più mirati, appropriati ed efficaci, che supportino la cosiddetta “medicina personalizzata”, con ricadute virtuose non solo sulle cure ma sui sistemi sanitari nel loro complesso.
Si cercherà anche di minimizzare e ottimizzare il ricorso alla sperimentazione, sia clinica sia su modelli animali, adottando approcci etici al problema.
Uno spazio importante avrà poi l’e-health. Il cosiddetto Fascicolo sanitario elettronico sarà in grado di relazionare patologia e background genetico e di supportare protocolli diagnostici e test predittivi innovativi.

In definitiva, quali saranno i vantaggi per i cittadini e per i sistemi sanitari?
Ci saranno ricadute positive in termini di prevenzione per i cittadini, e di efficacia ed efficienza per i sistemi sanitari.
Prevenire significa, infatti, “guadagnare in salute”, diffondere informazioni inerenti alla conservazione dello stato di benessere e alla cura e, nel contempo, raccogliere e aggregare dati per delineare e prevedere tempestivamente lo sviluppo epidemiologico delle malattie. Vale a dire, in ultima analisi, garantire la migliore accessibilità, fruibilità, completezza e accuratezza di tutte le informazioni disponibili.
Per quanto riguarda invece l’efficienza dei Sistemi sanitari e la loro fruibilità per l’utente, è indubbio che saranno accresciute da innovazioni quali la dematerializzazione dei documenti; il Fascicolo sanitario, la Cartella clinica e la ricetta elettronici; i servizi digitali; le soluzioni a supporto dell’assistenza domiciliare e della medicina sul territorio. Tutti servizi che permetteranno al paziente di sentirsi sempre meno abbandonato a se stesso e sperduto nel labirinto della burocrazia.

Autore: Redazione FNOMCeO

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