La Suprema Corte ha affermato che il ritardo nella diagnosi determina di per sé una lesione del diritto di autodeterminarsi. Dunque, in tema di danno alla persona, conseguente a responsabilità medica, integra l’esistenza di un danno risarcibile alla persona l’omissione della diagnosi di un processo morboso terminale, in quanto essa nega al paziente oltre che di essere messo nelle condizioni di scegliere “cosa fare”, nell’ambito di ciò che la scienza medica suggerisce per garantire la fruizione della salute residua fino all’esito infausto, anche di essere messo in condizione di programmare il suo essere persona e quindi in senso lato l’esplicazione delle sue attitudini psicofisiche, in vista e fino a quell’esito.
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