Corte di Cassazione Sent. 22/12/2022, n. 37477- Responsabilità medica

La Suprema Corte ha affermato che è risarcibile il danno da c.d. micro-permanente, i cui postumi non siano suscettibili di accertamenti strumentali, a condizione che l’esistenza di detti postumi possa affermarsi sulla base di una ineccepibile e scientificamente inappuntabile criteriologia medico legale. In altri termini, in materia di risarcimento del danno da c.d. micro-permanente, il D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209, art. 139, comma 2, come modificato dal D.L. 24 gennaio 2012, n. 1, art. 32, comma 3 – ter, inserito dalla legge di conversione L. 24 marzo 2012, n. 27, va interpretato nel senso che l’accertamento della sussistenza della lesione temporanea o permanente dell’integrità psico-fisica deve avvenire con rigorosi ed oggettivi criteri medico-legali; tuttavia l’accertamento clinico strumentale obiettivo non potrà in ogni caso ritenersi l’unico mezzo probatorio che consenta di riconoscere tale lesione a fini risarcitori, a meno che non si tratti di una patologia, difficilmente verificabile sulla base della sola visita del medico legale, che sia suscettibile di riscontro oggettivo soltanto attraverso l’esame clinico strumentale. Secondo i giudici, infatti, l’art.139 del D.Lgs. n. 209 del 2005, valorizza il ruolo del medico legale, imponendo a quest’ultimo la corretta e rigorosa applicazione di tutti i criteri medico legali di valutazione e stima del danno alla persona (e cioè il criterio visivo, il criterio clinico ed il criterio strumentale): tali criteri non sono tra di loro gerarchicamente ordinati né vanno unitariamente intesi, ma vanno tutti prudentemente utilizzati dal medico legale, secondo le leges artis, nella prospettiva dell’obiettività del complessivo accertamento, che riguardi sia le lesioni che i relativi eventuali postumi.

Autore: Chiara di Lorenzo - Ufficio Legislativo FNOMCeO

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