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Cosenza: attorno ai presepi per combattere la SLA

Sabato 15 dicembre, un pomeriggio all’Ordine dei Medici Chirurghi Odontoiatri della provincia di Cosenza. Nella sede che fu inaugurata da Amedeo Bianco il 12 dicembre di due anni fa, una mostra di presepi vede la partecipazione di medici, di malati di SLA, di cittadini. Nella sala, gremita all’inverosimile, il convegno: “Anatomia di un evento: segni e storia del Natale”. Il Presidente dell’OMCeO di Cosenza Eugenio Corcioni spiega: “Questa iniziativa dimostra che l’Ordine di Cosenza sta con la società vera, sta con i cittadini della provincia di Cosenza, sta con i malati, con coloro che soffrono, con i loro familiari. Siamo consapevoli che una malattia come la SLA pone problemi da vivere insieme, per poi poterli, insieme, affrontare meglio. Sta qui il significato laico che vogliamo dare a questi presepi. La grande partecipazione di questa sera sta a dire che l’Ordine dei Medici è radicato nella società cosentina e calabrese”.

Un cammino nella SLA, con testimonianze di esperti e di pazienti. Don Giacomo Panizza presenta il libro “Amo la vita. Storia di un malato di SLA” di Giacomo Guglielmelli. E poi, Massimiliano Battaglia, Presidente dell’AIAP di Cosenza su ”La nascita di un’era: la Palestina tra Erode e l’Impero di Roma all’anno zero”, Roberto Pititto, medico e dottore in storia su ”Evoluzione del presepio nel corso dei secoli”, Alessandra Carelli, Conservatrice dei Beni Culturali su ”La tradizione letteraria calabrese”. Totonno Chiappetta recita “La Notte di Natale” di Vincenzo Padula. La mostra è di Presepi allestiti da medici, a cura dell’Associazione Italiana Amici del Presepio – Sezione di Cosenza. Hanno esposto i colleghi Massimiliano Battaglia, Rosalbino Biamonte, Francesco Nicita, Maurizio Parise, Francesco Vetere. Solidarietà è più di una parola, è un concetto profondo, è un modo di intendere i rapporti che ognuno di noi ha con gli altri. “Ero malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”, dal Vangelo secondo Matteo.

Agata Mollica ha portato la propria testimonianza parlando di “Medici in Arte”, spiegando come tanti medici, oltre che esercitare la propria professione, sono impegnati come artisti: scrittori, pittori, scultori, poeti. Il libro di Guglielmelli contiene, oltre la prosa, anche delle poesie scritte dall’autore. Roberto Pititto ha spiegato che il significato del Presepe oggi sta nel forte richiamo all’impegno alla prossimità. E’ intervenuto Cristian Filice, malato di SLA, il protagonista del libro. Parole toccanti quelle di Cristian, forte volontà di combattimento contro la malattia e contro i pregiudizi, con la riscoperta e il rilancio del valore della solidarietà. Cristian esprime concetti forti, che sono contenuti nella bandella del libro: “Ora apprezzo di più ogni cosa che non posso più fare, ma do’ maggior valore a quelle che posso ancora fare. Apprezzo di più i doni della vita. La SLA costringe e condiziona un’intera famiglia. La mia è la lotta per continuare a condurre una vita normale e, con l’aiuto di mia moglie e dei figli, continuerò con forza, con determinazione. Far stare bene gli altri aiuta a star meglio noi stessi. E a tutti dico che, nonostante la SLA, la vita è bella, la vita è meravigliosa”.

Don Giacomo Panizza è nato a Brescia. Da sacerdote, fu inviato in Calabria per un breve periodo. Invece è rimasto qui da 36 anni. La sua base operativa è a Lamezia Terme, dove ha fondato “Progetto Sud”, un’associazione fortemente impegnata nel volontariato, che porta concretamente aiuto a persone in difficoltà, ai più deboli, a coloro che sono colpiti da malattie come la SLA, ma anche alle vittime del racket controllato dalla ‘ndrangheta. Don Giacomo Panizza ha conservato il suo accento bresciano, ma, per quel che fa giorno per giorno nel territorio di Lamezia e della Calabria, è più calabrese di tanti calabresi che osservano, a Lamezia e altrove, negozi che saltano, attentati a centri commerciali e sedi istituzionali, omicidi, e non si muovono. Don Panizza si muove e anche “Progetto Sud” ha subito intimidazioni: l’ultima nell’aprile scorso, prima ancora a febbraio. “Progetto Sud” assiste anche immigrati ed emarginati, ha sede nella zona di Capizzaglie di Lamezia, in uno stabile confiscato alla ‘ndrina dei Torcasio. Don Giacomo Panizza è un combattente. Su Cristian Filice afferma: “Cristian ha deciso di prendere parola sulle persone care, di prendere parola sulla morte. Con “Progetto Sud” abbiamo cercato di insegnare a scrivere a chi non sapeva. Il malato di SLA può combattere la malattia con farmaci e terapie, ma anche scrivendo per condividere con gli altri. Per questi malati, è importante scrivere perché poi chi legge si avvicina di più alla malattia. Questi malati devono poter dire ‘Io esisto, così come sono e non come la gente mi vorrebbe’. Questi malati, così come i quattromila malati di malattie rare, sono persone, non sono numeri. La Calabria, l’Italia, il mondo intero possono crescere solo se si appropriano delle parole. Cristian ha fatto proprio questo: con il suo corpo fragilizzato dalla SLA, parla delle cose da fare e sullo sfondo c’è l’abbandono della politica nei confronti dei malati di SLA, specialmente al Sud. E, nel farci gli Auguri stasera mi viene da dire che il senso profondo del Natale è in una sequenza di tre parole ‘Vita, Morte, Vita’, proprio così, vita, morte, resurrezione, perché vita è amore”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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