“Esprimiamo profondo sconcerto: sono passati più di due mesi dalla data di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, il 31 gennaio. Eppure, ancora oggi molti medici, in particolare i medici di medicina generale, che costituiscono la prima linea nella gestione dei pazienti sul territorio, sono del tutto privi dei più basilari dispositivi di protezione individuale. Siamo stanchi di promesse, non ci bastano le parole: non abbiamo più lacrime per piangere i nostri morti, che salgono oggi almeno 80, mentre continuiamo a ricevere segnalazioni. Molti, come il nostro Roberto Stella, che ha continuato ad assistere i pazienti senza protezioni a costo della sua stessa vita, erano medici di famiglia. Ora basta: vogliamo segni concreti da parte del Parlamento e del Governo”.
È amareggiato il presidente della Fnomceo – la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici – Filippo Anelli. Mentre salgono a 80 i medici deceduti nella lotta contro il Covid-19, anche le buone intenzioni si infrangono contro ostacoli burocratici: è stato bocciato, dalla Ragioneria Generale dello Stato, un emendamento al “Cura Italia” che prevedeva la fornitura di dispositivi individuali di protezione in via prioritaria ai medici dipendenti e convenzionati, agli operatori sanitari e sociosanitari, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai farmacisti. E, dopo la distribuzione agli Ordini dei Medici dei capoluoghi di Regione di mascherine per uso civile al posto delle FFP2 per uso sanitario, il Commissario straordinario Domenico Arcuri ha annunciato l’arrivo delle mascherine e l’avvio di una nuova distribuzione a partire da oggi che dovrebbe concludersi, “compatibilmente con la domenica”, lunedì mattina.
Nel frattempo, la Fnomceo ha invitato gli Ordini che le avessero in carico a donare le mascherine ricevute per errore “ad associazioni pubbliche o private che operano nel sociale nell’interesse dei più deboli affinché siano utilizzate dalla collettività per aumentare i livelli di difesa dall’aggressione del coronavirus”.