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Covid-19, Anelli scrive a Conte: “Ridefinire le priorità e cambiare rotta. Mettere in sicurezza il personale sanitario per tutelare la salute pubblica”.

Ridefinire le priorità nella lotta al nuovo Coronavirus, mettendo subito in sicurezza i medici e gli altri operatori, come strategia primaria di sanità pubblica. A chiederlo, il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, che ha scritto questa sera una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Illustrissimo Presidente del Consiglio, non sono tempi di retorica oggi, anche se sempre più forte giunge il grido di disperazione dei nostri medici e operatori sanitari impegnati, nonostante le gravissime difficoltà organizzative, in un’azione di contrasto al coronavirus di proporzioni inimmaginabili – premette Anelli -. È il tempo della concretezza e delle scelte. È il tempo di individuare le priorità. È il tempo di affrontare e risolvere la questione della sicurezza dei nostri medici, risorse preziosissime senza le quali la guerra non potrà essere vinta!”.

“Le statistiche ci indicano oggi un totale di casi pari a 21.157, con positivi pari a 17.730 e operatori colpiti pari a 1674. Stiamo parlando di circa un 10% delle nostre potenzialità professionali sanitarie già cadute sul campo o, comunque, poste in una situazione di non attività. È una realtà che non possiamo permetterci! – continua -. Illustre Presidente, sono a reiterare ancora una volta, come FNOMCeO, senza stancarmi e affidandomi alla Sua sensibilità e competenza, l’istanza di cambiare la rotta se quella già scelta, per motivi differenti, non può essere proseguita”.

È un dato oggettivo, come da Lei stesso riconosciuto, la mancanza per i nostri medici dei DPI, le indispensabili protezioni individuali, che sono al momento scarse o contingentate, comunque attualmente insufficienti – aggiunge ancora -. La Protezione Civile dovrebbe quindi rassicurare i professionisti della salute informando sulla disponibilità a livello nazionale dei dispositivi di protezione individuali, sulla gestione delle consegne sia nelle aree in cui maggiormente necessitano che ai soggetti legittimamente destinatari dei presidi di protezione stessi. Sarebbe un segnale di condivisione che il Paese attende e che, sono convinto, sarebbe apprezzato da tutti”.

“Se i dispositivi non sono sufficienti a garantire la sicurezza di tutti i medici, con maschere ffp3, guanti,  camici, visiere o occhiali, calzari e copricapo, allora si definiscano le priorità. Sono gli ospedali le strutture sanitarie in cui si concentra la maggiore intensità di cura nei confronti dei malati di Covid19, sul territorio invece si deve gestire la maggiore richiesta di assistenza dell’epidemia e le Autorità e i sanitari devono mettere in atto strategie per ridurre quanto possibile il contagio – scrive poi Anelli -. È di tutta evidenza che le protezioni disponibili devono essere fornite prima di tutto ai medici che sono sul fronte, ai colleghi delle strutture ospedaliere che assistono i malati di Covid-19, ai medici dell’emergenza-urgenza e del 118, ai membri delle Unità Speciali di continuità assistenziale e poi a tutti gli altri. Urge intervenire e tutelare prioritariamente il personale sanitario che opera nelle zone a più alta virulenza, costretto ad affrontare casi di contagio con numeri da bollettini di guerra. Serve effettuare i tamponi al fine di individuare in maniera precoce i medici e i sanitari positivi ed evitare che una volta infettati diffondano il virus soprattutto ai soggetti più fragili. Sono loro le risorse umane da mettere in sicurezza per prime. Sono loro i primi destinatari di tutti i possibili sistemi di protezione”.

“Il personale sanitario privo di dispositivi di protezione individuale dovrebbe essere tutelato e non coinvolto direttamente nell’assistenza ai malati di coronavirus. Dobbiamo continuare ad assistere tutti i malati cronici e tutti quelli che ordinariamente chiedono assistenza al SSN – propone infine – In questa fase, coerentemente con le misure di contenimento dell’infezione, il personale medico ospedaliero e del territorio dovrebbe utilizzare al meglio i dispositivi telematici, come ad esempio triage telefonici, video consulto, ricette dematerializzate per seguire i pazienti, mantenendo stretto il rapporto con i pazienti sul territorio e proseguendo nella validissima opera di rete sanitaria che è alla base del nostro SSN”.

In allegato, il testo integrale.

Ufficio Stampa Fnomceo: 0636203238 – 347 2359608 – 3371068340 –   informazione@fnomceo.it

15 marzo 2020

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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