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CPD in Italia – Le riflessioni di Roberto Stella

"L’evoluzione della medicina e il rapido declino delle conoscenze tecnico scientifiche e dei saperi, il nuovo ruolo del medico nel sistema sanitario nazionale, la mutata domanda di salute dei cittadini, hanno reso necessaria l’acquisizione di competenze sempre più specifiche ed aggiornate.

I percorsi formativi si sono modificati conseguentemente, superando il tradizionale concetto di aggiornamento verso un processo più complesso e continuo di miglioramento, consolidamento ed acquisizione di conoscenze, abilità e competenze, coniugando bisogni professionali, qualità e sicurezza delle cure. Dal 2002, con l’avvio del programma nazionale di educazione continua in medicina, l’aggiornamento professionale supera la barriera di un dovere etico del medico, sancito anche dal codice deontologico, diventando un obbligo per tutti i professionisti della salute.

Il modello ‘ECM’ tuttavia non appare in grado di favorire compiutamente il processo di cambiamento verso lo sviluppo professionale continuo (CPD) che sottende differenti strategie di apprendimento e contenuti definiti secondo un piano individuale di bisogni, come peraltro affermato già da tempo anche dallo Standing Committee of European Doctors (CPME).

Il CPD riconosce non solo l’ampio range di competenze necessarie per fornire un alto livello di prestazioni ma anche il contesto multidisciplinare del percorso di cura del paziente.

La formazione continua del personale sanitario continua ad essere fortemente centrata, in Italia, sulla raccolta di crediti attraverso il programma nazionale di educazione continua in medicina, che, come riportato nella relazione della commissione nazionale Ecm relativa al triennio 2011-2013, ha visto svolgersi in detto periodo oltre centomila eventi formativi accreditati.

L’introduzione da parte della Commissione Nazionale ECM del dossier formativo individuale e di gruppo, quale strumento per soddisfare i bisogni formativi e migliorarne l’appropriatezza e la sua attuale implementazione per il prossimo  triennio, rappresentano un importante passaggio per raccordare strategie di formazione e sviluppo professionale continuo, pur restando una esperienza facoltativa e ancora limitata ad un numero modesto di professionisti.

Siamo convinti che sia necessario implementare le attività di formazione facilitandone l’accesso e raccordando maggiormente l’aggiornamento alla pratica, promovuere modelli e strategie di apprendimento diversificate, condividere e allineare i percorsi formativi all’Europa, non trascurando la possibilità di coniugare CPD e rivalidazione dei professionisti".

Roberto Stella

Presidente OMCeO Varese, Snamid, componente Commissione Nazionale per la Formazione Continua

Autore: Redazione FNOMCeO

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