Crisi, salute e spesa sanitaria in Europa

Report n. 25/2010    

CRISI, SALUTE E SPESA SANITARIA IN EUROPA

In tutta Europa si risparmia per le visite mediche. Italia e Polonia sono in testa alla classifica. La crisi ha fatto molto di più, ha portato i cittadini a risparmiare anche sulle cure, con tutte le conseguenze che ciò ne possono conseguire. È quanto emerge dalla terza edizione del sondaggio Barometro Pan Europe sulla salute, commissionato dal Gruppo Europe Assistance all’istituto di ricerca francese CSA. Gli italiani e i polacchi sono i più colpiti, con il 13% degli interpellati che ha confermato di aver rimandato visite o esami, e il 23% che pensa di doverlo fare in futuro.

In generale, anche gli altri intervistati (tedeschi, francesi, britannici, svedesi) hanno risparmiato sulle cure mediche, ma le percentuali sono più basse. Oltre alla crisi, si fanno sentire anche i casi di malasanità che stanno riempiendo le pagine di cronaca. Sembra, infatti, che gli italiani non abbiano molta fiducia nel loro sistema sanitario. Solo il 42% si esprime positivamente rispetto al servizio offerto, meglio soltanto dei polacchi, 12%, e sotto a Germania, 46%, Svezia, 50%, Gran Bretagna, 60%, e Francia, 61%.

Giudizi molto negativi, peggio del resto d’Europa, anche per quanto riguarda le esperienze in ospedale, Italiani spaventati dai tempi lunghi e dai tagli al settore. A spaventare di più gli italiani sono soprattutto i ritardi nelle visite e la mancanza di finanziamenti al settore. In altri paesi, invece, è molto più alta la preoccupazione che l’accesso alle cure non sia equo tra le classi sociali (Polonia 78% e Germania 72%, Italia “solo” 51%) e la paura che i medici scarseggino.

Il 61% di noi teme gli errori medici, ma quasi l’81% degli inglesi crede che in ospedale ci siano rischi di infezioni. Sembra che polacchi (83%), svedesi (68%) e italiani (59%) siano i più propensi a recarsi all’estero per usufruire di cure migliori, soprattuto specialistiche. Ma, in generale, il calo tra il 2006 e il 2009 è generale in tutta Europa. La sanità on-line non piace.

In Italia non c’è un grande interesse verso la sanità on-line (35%), cioè la possibilità di cercare informazioni sanitarie sulla rete, mentre in Svezia il 58% dei cittadini usa regolarmente il web. Molto importante è considerata la qualità della gestione sanitaria delle persone anziane o non autosufficienti. In Francia e Polonia in tanti ritengono scarsa l’attenzione verso queste persone, ma percentuali alte si rilevano anche in Italia. Tranne la Svezia, in cui si privilegia le case di cura, in tutti gli altri paesi la grande maggioranza degli intervistati chiede di puntare l’attenzione sull’assistenza a casa.

Per quanto riguarda la gestione, meglio lo Stato del privato . Infine alla domanda se sia necessario cambiare la gestione del sistema sanitario, i più fiduciosi nelle capacità di gestione dello Stato si sono rivelati gli svedesi (92%), i francesi (81%) e gli italiani (68%).

Un recente studio di Health Consumer Powerhouse sull’ottimizzazione della spesa sanitaria in rapporto all’erogazione dei servizi, sul più alto podio colloca l’Olanda che investe l’8,1% del Pil. La Germania e l’Italia sebbene investano rispettivamente il 7,8% e il 7% del Pil (3/4 della spesa pubblica), secondo lo studio, sono tra i Paesi in Europa dove si spende molto ma lo sforzo economico non corrisponde alla soddisfazione dei cittadini. In questa speciale classifica, l’Italia occupa la quindicesima posizione. Da noi come in Europa, si pagano gli alti e i bassi, e la carta geografica delle buone cure è a macchia di leopardo.

Il volontariato è genericamente preferito alle assicurazioni private o mutualistiche, escluso in Italia, dove quest’ultime sembrano avere la meglio. Tutti si esprimono contrari all’idea di aprire il campo a società che gestiscano la sanità secondo la logica del profitto, soprattutto francesi e svedesi. In Italia nessuna riforma e la fiducia non aumenta. Uno dei dati che dovrebbe far maggiormente riflettere riguarda l’aumento di coloro che hanno espresso un parere positivo sul sistema sanitario.

In Italia sono cresciuti di molto poco sia tra la prima e la seconda rilevazione (2006 e 2007) sia tra il 2007 e il 2009. Tra l’ultima e l’attuale, sono cresciuti soltanto del +9% e di solo +6% tra i primi due sondaggi. Escludendo la Polonia, che comunque è entrata nell’Unione Europea solo nel 2007, e la Germania, che sta passando un momento di vera rivoluzione nella sanità pubblica, in tutti gli altri paesi le percentuali di miglioramento sono ben più elevate: Svezia 10%, ma +34% tra 2006 e 2007, Francia 17%, Regno Unito +27% e ben +54% tra 2006 e 2007.

P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO

Roma, 05/03/2010

Autore: Redazione FNOMCeO

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