Nella seduta del 21 aprile 2015 delle Commissioni riunite Istruzione pubblica, beni culturali e Igiene e sanità si è svolta l’ audizione del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania GIANNINI, sulle questioni connesse all’accesso alla formazione universitaria e post universitaria in medicina. Il ministro Giannini ha svolto una relazione e fornito risposta ad una prima serie di quesiti, formulati dai senatori Manuela Serra, Bianco, Bocchino e Dalla Zuanna. Il ministro Stefania GIANNINI ha evidenziato, in via preliminare, le criticità connesse all’attuale percorso formativo nel settore medico, rilevando che esse attengono a caratteristiche specifiche dei due livelli di accesso rappresentate, rispettivamente, dal numero programmato per l’ingresso nelle facoltà di medicina e dalle selezioni per accedere alle scuole di specializzazione post-laurea. Con riferimento al primo aspetto, emerge una difficoltà di carattere quantitativo dovuta al fatto che, sulla base dei dati dell’ultimo anno accademico, il numero dei giovani aspiranti a frequentare le facoltà di medicina era di 67 mila unità, a fronte di circa 10.500 posti disponibili, con un rapporto di 6 a 1. Con riferimento, invece, al secondo profilo, il numero degli aspiranti alla frequenza di scuole di specializzazione risultava di 10 mila laureati, a fronte di circa 5.500 borse disponibili, ossia in un rapporto di 2 a 1. Il Ministro ha sottolineato che la seconda criticità risulta molto più grave della prima, in quanto comporta che un numero molto elevato di giovani laureati in medicina, al netto di quelli che optano per la medicina generale, dovrà, nella migliore delle ipotesi, attendere una seconda possibilità per l’accesso alla specializzazione. In base ai dati riportati, ha sottolineato che, come primo intervento, sarebbe necessario uno sforzo economico per aumentare il numero delle borse di specializzazione: a tale riguardo, il Governo, già lo scorso anno, ha compiuto un enorme sforzo, incrementando le borse da circa 3.000 a circa 5.500, il che rappresenta un progresso significativo, seppure ancora lontano dal fabbisogno pari a circa 8.500 borse di specializzazione necessarie. Il Ministro si è inoltre soffermato sui filtri qualitativi della procedura di accesso alle facoltà di medicina, rilevando che essa appare all’altezza delle best practices europee, alla luce del livello di eccellenza della nostra classe medica. Nel constatare, poi, che, anche negli altri Paesi a noi paragonabili, come la Francia, la Germania e la Spagna, è presente un filtro selettivo per l’ingresso nelle facoltà di medicina, ha rappresentato l’opportunità di svolgere una riflessione sulla tipologia di meccanismo selettivo. Passando all’aspetto dei contenziosi giurisdizionali sui test di accesso, ha rilevato che, in molti casi, essi sono stati generati non tanto da episodi di mal funzionamento, bensì da fattispecie di mancata preservazione dell’anonimato della prova. Per quanto attiene alla specializzazione post-laurea ha ricordato che il decreto legislativo n. 368 del 1999 aveva previsto la riduzione della durata dei corsi di formazione specialistica, allineandoli ai modelli europei. Tuttavia, anche in considerazione della mancata attuazione di tale provvedimento, è stato recentemente adottato il decreto ministeriale 4 febbraio 2015 n. 68, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, che reca l’approvazione degli ordinamenti didattici delle scuole di specializzazione, la riduzione della durata, nonché la razionalizzazione e la rivisitazione del sistema, anche attraverso l’accorpamento del numero delle scuole. Altresì, è previsto che almeno il 70 per cento della formazione debba consistere nello svolgimento di attività professionalizzanti basate sulla pratica e sul tirocinio, consentendo poi agli specializzandi di svolgere il loro percorso all’interno di una più ampia rete formativa soggetta a procedure di accreditamento. La nuova tempistica impone, poi, di pubblicare il 30 aprile di ogni anno il bando per il concorso nazionale finalizzato all’accesso alle nuove scuole di specializzazione, in modo che le relative prove si tengono entro il mese di luglio. In conclusione ha ribadito l’alta qualità delle strutture mediche e cliniche del nostro Paese, che vede l’Italia spesso al primo posto in Europa o seconda soltanto alla Francia e ha auspicato che le iniziative fin qui intraprese rappresentino un ulteriore avanzamento, ferma restando la necessità di risolvere la principale criticità rappresentata dal numero ristretto di borse di specializzazione che, nonostante gli sforzi compiuti, deve essere ancora ulteriormente innalzato.
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