DA MODENA UN MESSAGGIO PER LE “BUONE CURE”

Tempo di lavoro e rischio clinico: questo era il titolo del convegno modenese proposto da Omceo Modena e Fnomceo. Il sottotitolo avrebbe potuto risuonare così: “è ancora possibile essere serenamente medici?” laddove la tenaglia tra professionalità, gestione della struttura, ritmi di lavoro, insufficienza degli organici e contenimento dei costi si fa sempre più spesso mortale. Su queste tematiche infatti si sono dipanate le relazioni e gli approfondimenti, a partire dal contributo internazionale portato da Raymond Lies, presidente dei medici europei, che ha sottolineato come la prevenzione dell’errore in medicina si poggia su una “struttura capace di dare risposte di buone cure al cittadino a partire da buone organizzazioni di lavoro di medici e infermieri”.


Dovendo sintetizzare la giornata di lavoro del convegno di Modena, si potrebbe prendere a prestito proprio una frase di Raymond Lyes: “Il nostro obiettivo è quello di creare un ambiente di lavoro sostenibile”. Questa frase è stata il fil rouge di molti interventi, da quello di Aldo Ancona, direttore generale dell’ANSSR, a quello di Alessandro Ghirardini del Ministero della Salute, di Sergio Bovenga all’esperta svedese Marie Wedin, tutti a interpellarsi sul come dar vita a una sanità che sappia essere organizzata e che perciò sappia curare. A Modena gli oltre duecento esperti italiani ed europei di tematiche connesse al governo clinico e all’errore in medicina, si sono guardati negli occhi e hanno convenuto che da un lato tanta strada è stata fatta, ma tanta se ne deve ancora fare, se è vero che in Italia – ma non solo – imperversa il gioco del tiro a segno verso il medico ad ogni minimo caso di vera o supposta “malasanità”. Un clima, quest’ultimo, ben interpretato dall’esempio riportato da Luigi Longo, esperto di problematiche assicurative e consigliere dell’Omceo di Torino: qualche tempo fa un ragazzo di quattrordici anni che stava per sottoporsi ad un banale intervento ad un piede, prima dell’operazione ha chiesto al chirurgo: “se muoio, chi va in galera?” Già: se c’è errore c’è sicuramente colpa. Questo è il clima. Trasferendo l’esempio: se dopo dieci ore di sala operatoria sbaglio un’anestesia, di chi è la colpa?


E in questo clima – nel tentativo di superare la liasion tra “errore e colpa” è stato utilissimo (come al solito) sentir ricordare da Gianfranco Iadecola il senso dei cambiamenti giurisprudenziali. Da un lato il clima degli anni Sessanta, quando anche di fronte ad un errore macroscopico il giudice non se la sentiva di condannare il chirurgo, per “proteggere le vocazioni in campo sanitario da eventuali paure nei confronti della responsabilità della professione”; dall’altro la situazione contemporanea che rischia di applicare anche fuor da logica il concetto di “colpa grave per imperizia”, concetto – ha detto Iadecola – fortunatamente superato in quanto la “colpa grave” non è presente nel codice penale. Insomma: se il concetto di “buona cura” passa attraverso un’organizzazione di lavoro efficiente ed efficace, attenzione che anche la norma sia in grado di recepire il senso dei tempi. 


A far da sintesi tra le varie sottolineature ha provato la tavola rotonda del pomeriggio, che ha visto il susseguirsi di interventi coordinati da Amedeo Bianco, Presidente FNOMCeO che ha sottolineato – cucendo insieme molti interventi, tra cui quelli di Biasioli (CIMO), Lucenti (ANAAO), Delvino (Ausl Massa Carrara) – le attese della professione nei confronti di chi deve e può guardare la realtà con coraggio: “attenzione: oggi più che mai è necessario un approccio intersettoriale delle azioni per la salute. Quel che ci sta a cuore non è la difesa della nostra categoria, bensì il buon governo della sanità del Paese”.


Insomma, un convegno, quello modenese, non conservativo o autodifensivo, ma intensamente dialogico, espressione di ricerca di modelli e di vie d’uscita autorevoli. Conclusione affidate a tre semplici considerazioni di Nicola D’Autilia, promotore del convegno in qualità di presidente OMCeO di Modena, “catturato” al termine dei lavori: “Il convegno ci ha detto che viviamo un altissima percezione del tema messo a dibattito. Che è necessario chiedere con forza la sempre maggiore affidabilità del sistema sanitario sottolineando la responsabilità del professionista. E da, ultimo, che è fondamentale la creazione di una rete connettiva internazionale in grado di essere scambiatrice di esperienze positive su questi argomenti”.


 

Autore: Redazione FNOMCeO

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.