COMUNICATO STAMPA del 12 maggio 2010
Ventidue nuove professioni sanitarie, ognuna con un’autonomia che scaturisce dal possesso di uno specifico profilo. E, dall’altra parte, l’attività medica, che si contraddistingue per quella competenza esclusiva di formulare diagnosi, prescrivere ed eseguire trattamenti che, nella moderna complessità dei processi clinico-assistenziali, legittima, garantisce, armonizza e governa ogni altro atto sanitario ancorché autonomo.
Come trovare – nell’interesse del paziente – un punto di equilibrio tra il riconoscimento delle competenze da attribuire alle nuove professioni sanitarie e la garanzia delle competenze che devono, in quanto atti fondanti della professione, rimanere di esclusivo ambito medico?
Per discutere di questi argomenti così attuali e delicati, che coinvolgono tanto profondamente la Professione, venerdì 14 maggio, con inizio alle ore 9,00, si terrà a Rimini (presso l’Hotel Le Meridién, Via Lungomare Murri 13) il Convegno Nazionale della FNOMCeO dal titolo “Medici e Professioni Sanitarie. Quali autonomie, quali responsabilità?”.
Oltre ai rappresentanti della FNOMCeO, dei principali Sindacati Medici, delle Professioni Sanitarie (Infermieri, Ostetriche, Psicologi, Fisioterapisti), a Rimini saranno presenti anche Giuristi, Sociologi, Epidemiologi, Bioeticisti, responsabili del Ministero della Salute, dell’Agenas, delle ASL.
L’evento è organizzato dagli Ordini di Rimini, di Forlì – Cesena e di Ravenna, che, per l’occasione, hanno per la prima volta unito le loro forze.
“Il confronto tra la professione medica e le professioni sanitarie – commenta il presidente di Rimini, Maurizio Grossi – non deve essere vissuto come una criticità ma come un’opportunità”.
“Solo una chiara distribuzione dei ruoli e dei compiti tra attività professionali diverse ma convergenti – aggiunge Giancarlo Aulizio, presidente di Forlì-Cesena – è il fondamento di quella sinergia virtuosa tra gli operatori che concorre a migliorare la Sanità nel suo complesso”.
“Nessuna preoccupazione, dunque, per uno sviluppo delle competenze e degli skills delle professioni sanitarie in una prospettiva di corretta e rispettosa collaborazione", gli fa eco il presidente di Ravenna, Stefano Falcinelli.
“Il rischio – concludono a una sola voce i presidenti – è, piuttosto, quello di un uso spregiudicato e opportunista di tali competenze per realizzare modelli meno onerosi a discapito della qualità del servizio: una sorta di prospettiva low cost, che potrebbe sedurre soprattutto le amministrazioni in difficoltà con la quadratura dei bilanci”.
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Autore: Redazione FNOMCeO