Si terrà nei prossimi giorni a Modena il simposio internazionale “Sicurezza delle cure, responsabilità professionale in Europa: il caso Italia” (12 aprile 2014, Casa Museo Enzo Ferrari), un evento di altissimo profilo per la sua capacità di incrociare le visioni di medici, politici, istituzioni, giuristi e cittadini sui temi della sicurezza e delle responsabilità mediche sullo scenario, nuovo e inedito, della mobilità continentale.
L’evento, proposto dall’OMCeO di Modena e dalla FNOMCeO e coordinato dal presidente della Federazione, Amedeo Bianco e dal presidente dell’Ordine dei medici di Modena, Nicolino D’Autilia, prevede una qualificata presenza internazionale (con relatori dalle associazioni medico-ordinistiche di Germania, Belgio, Spagna, Romania e Francia) e una rilevante presenza di voci politiche e istituzionali italiane.
Vastissimo il tema, amplissime le vedute degli esperti chiamati a portare il proprio contributo nelle relazioni e nel dibattito. L’obiettivo del convegno è quello di suscitare dialogo attorno al tema, non ancora chiarito, della omogeneizzazione dell’assistenza sanitaria a fronte di una sempre maggiore trans-nazionalità delle cure? Oppure di provare a sintetizzare gli elementi per una nuova visione legislativa sulla responsabilità professionale per il nostro Paese? Abbiamo domandato a Nicolino D’Autilia di condividere con i lettori gli obiettivi immediati del seminario modenese: ecco le sue risposte.
Presidente D’Autilia: il simposio su sicurezza delle cure e responsabilità, porterà a Modena i rappresentanti di Ordini di vari Paesi europei. Come mai la FNOM ha voluto sviluppare un evento su queste tematiche?
Il tema della sicurezza delle cure è sempre stato all’attenzione della Federazione nazionale, massimamente negli ultimi tempi. Si sono susseguite numerose iniziative nel Paese che hanno affrontato i molteplici aspetti di questo complessa problema. Era mancato lo scenario europeo, ormai riferimento doveroso per ogni iniziativa nazionale.
Non sfugge a nessuno una certa coincidenza: pochi giorni fa il Consiglio dei Ministri ha recepito per il nostro Paese la direttiva sulla mobilità transfrontaliera dei pazienti. Voi credete che in presenza di questa direttiva diventi ancor più urgente omogeneizzare le varie legislazioni nazionali in ambito di responsabilità medica?
Non vi è dubbio che la Direttiva sulla mobilità transfrontalera ha accelerato il processo di confronto tra i vari Paesi e le rispettive legislazioni in tema di erogazione delle risorse. Molto utili in questo senso si sono rivelati gli incontri semestrali delle Autorità Competenti (in Italia il Ministero della Salute) ai quali ho l’opportunità di partecipare con il Dr. Leonardi, Direttore del Ministero.
Perchè la FNOM ha voluto sottolineare in particolare il "caso Italia"? Siamo un Paese così problematico dal punto di vista della responsabilità professionale? Lei che ha una ampia visione ordinistica internazionale, ritiene che gli altri Paesi offrano situazioni meno problematiche?
Aver sottolineato "Il caso Italia" ha inteso sottolineare il momento assai delicato che sta vivendo il nostro Paese non solo sotto il profilo della crisi economica e lavorativa, ma anche della criticità in un campo come quello della sicurezza delle cure nel cui ambito occorre dare, da parte del legislatore, una risposta alle richieste sempre più pressanti delle figure professionali sanitarie di garantire un percorso assistenziale efficace e attento nel contempo ad un equo utilizzo delle risorse. L’occasione di Modena vuole confrontare appunto i vari sistemi sanitari e il loro modo di affrontare questo tema così sentito in maniera diffusa.
Nella seconda parte del convegno ci saranno numerose relazioni e interventi di ambito politico, istituzionale e giuridico. Lei crede che il nostro Paese sia pronto per dar vita ad una legge che riveda i termini di colpa e responsabilità, rendendo molto meno "temuta" la professione medica, e disinnescando argomenti quali il contenzioso e la medicina difensiva?
Credo che i tempi possano essere maturi nel nostro Paese per una forte e condivisa iniziativa legislativa che ridefinisca gli ambiti e i perimetri di una responsabilità professionale non più irrigimentabile negli spazi della "colpa" o della corsa alla tutela assicurativa, peraltro sempre più gravosa. Lo Stato non può più consentire che i propri professionisti della Sanità eserictino in clima di persistente "caccia alle streghe" non solo mediatico. Le prime vittime rischiano di essere proprio i cittadini / pazienti che quotidianamente a loro si rivolgono per le cure del caso. La presenza molto corposa e qualificata dei politici al nostro seminario costituisce un primo importante segnale di attenzione al tema e di consapevolezza della non più procrastinabile necessità di arrivare a soluzioni che restituiscano al Sistema Paese e agli operatori sanitari che vi lavorano l’indispensabile clima di serenità a tutela della salute dei cittadini.
Presidente, un’ultima domanda, visto che lei coordina le attività estere della FNOM: ci può anticipare se la Federazione ha in programma eventi specifici di ambito ordinistico in concomitanza con il semestre italiano di presidenza UE?
Ne abbiamo discusso in Comitato Centrale e abbiamo messo in cantiere alcune idee, ma è indubbio come l’approvazione del nuovo Codice di Deontologia Medica prevista a Torino per metà maggio costituisca il primo rilevante punto di riferimento per affrontare temi di natura squisitamente ordinistica anche in ambito europeo. In questa prospettiva a metà giugno si terrà a Bari la sessione – tra l’altro elettiva – della Conferenza Europea degli Ordini dei medici – CEOM – che vedrà un ulteriore passo avanti nella stesura di un Codice Europeo, lavoro al quale sta offrendo un contributo prezioso il collega Francesco Alberti, presidente dell’Ordine di Imperia. Sono poi previste altre iniziative delle commissioni europee nelle quali i nostri rappresentanti ricoprono ormai ruoli di assoluto rilievo.
Autore: Redazione FNOMCeO