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Disturbi del sonno, un problema medico sociale: le considerazioni del professor Mennuni

Il 19 marzo si celebra nel mondo la “Giornata Mondiale del
sonno”
promossa, su scala internazionale da WASM (World
Association of Sleep Medicine). Da noi l’iniziativa internazionale si
concretizza nella “Giornata Nazionale del dormire sano”
organizzata dai medici della SIMG (Società Italiana di Medicina
Generale) e dagli esperti dell’AIMS (Associazione Italiana
Medicina del Sonno).

Il problema sonno ha assunto nel nostro
Paese un’importanza fondamentale perché sono sempre di più gli italiani
che soffrono d’insonnia o di disturbi legati al sonno. La collaborazione
tra le due Organizzazioni Mediche risulta fondamentale dal momento che,
come ha precisato Claudio Cricelli Presidente della SIMG,
“il Medico di Medicina Generale rappresenta il principale interlocutore
per il cittadino ed è il primo che può dare le indicazioni più efficaci
per fronteggiare l’insonnia”. Ed il Professor Luigi Gigli,
Presidente dell’AIMS, da parte sua precisa come sia fondamentale
“indagare a fondo per capire le caratteristiche dell’insonnia”. La
patologia, infatti, non è sempre la stessa ma assume connotazioni
differenti nelle diverse persone.

Sulle varie problematiche
medico – sociali del problema “sonno” abbiamo voluto sentire il parere
di un esperto che ogni giorno è impegnato “sul fronte” in uno dei tanti
Centri sorti in Italia per la Medicina del Sonno, il Prof. Gioacchino
Francesco Mennuni dell’Unità di Medicina del sonno
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma presso il Complesso
integrato Columbus.

Professor Mennuni, secondo recenti
studi sul fenomeno sonno realizzati dal Vostro Centro il nostro Paese
sembrerebbe detenere “la palma” in Europa tra le nazioni insonni è
proprio così?

Il nostro centro non ha dati propri circa la
collocazione degli Italiani fra gli insonni Europei; peraltro, come gli
altri Centri riconosciuti dall’AIMS, abbiamo partecipato allo studio
Morfeo che ha messo in evidenza come più del 60 % dei pazienti che si
rivolgono al medico di medicina generale hanno un’ insonnia, più del 40 %
un’ insonnia che comporta effetti negativi sulle performance diurne.

E’
vero che oltre un terzo della popolazione italiana soffre di insonnia? E
che la metà di questo terzo ha assunto forme serie e l’altra forme
croniche?
In effetti circa il 20 % di italiani ha seri
problemi di insonnia e per il 13 % ha carattere di cronicità, si tratta
di circa 6000000 di persone.

Qual è il ruolo dei farmaci
anche in termini di abuso o cattivo uso?
L’uso improprio di
farmaci, come nel caso dell’autoprescrizione, può avere molta
importanza.

Spesso il farmaco cura il sintomo ma non la
malattia che c’è dietro. Che cosa c’è di vero in questa affermazione?
E’
ovvio che il primo obiettivo è quello di una diagnosi corretta. Solo
così si può instaurare un trattamento eziologico, mirato ed appropriato.
L’ uso di ipnoinducenti come farmaci sintomatici è l’ultima spes.

Quale
posto occupano l’alcol, la caffeina e le droghe in genere nei disturbi
del sonno?
Tutte queste sostanze possono scompaginare le
caratteristiche di organizzazione del sonno e di conseguenza creare una
condizione di deprivazione di sonno.

Esiste una reale
collaborazione tra voi specialisti, i vostri Centri di eccellenza e i
Medici di Medicina Generale?
Il progetto Morfeo, e i
risultati cui ha portato, è la testimonianza della fattiva
collaborazione tra esperti del Sonno e Medici di Medicina Generale.

Autore: Redazione FNOMCeO

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