Donne in Medicina/4: Maria Montessori e il pallino dell’educazione

La conoscono tutti per quel suo “metodo Montessori”, da lei creato per educare i bambini con problemi psichici, ma poi esteso a tutta la popolazione scolastica che ha frequentato le tante scuole a lei intitolate, fino ai nostri giorni. Maria Montessori, universalmente considerata una grande pedagogista, nella realtà era medico e ricercatrice, come risulta dai numerosi riconoscimenti: il suo curriculum risulta eccellente in igiene, psichiatria, e pediatria, materie che saranno alla base delle sue future scelte.

Nata a Chiaravalle, in provincia di Ancona, si laurea in Medicina alla “Sapienza” a Roma nel 1896. Tanta ricerca in laboratorio ed esercizio della professione medica negli ospedali San Giovanni in Laterano e Santo Spirito in Sassia. Ma il suo pallino è l’educazione e la formazione, in effetti lancia una sorta di lotta all’analfabetismo in Italia e nel mondo, mettendo poi in pratica la sua impostazione pedagogica attraverso l’istituzione di scuole, in un primo tempo sostenute dal fascismo, ma poi avversate.

Una brutta storia: nel 1933 Maria e il figlio Mario Montessori decidono di dimettersi dall’Opera Nazionale, che in pratica verrà definitivamente chiusa dal fascismo nel 1936, insieme alla "Scuola di metodo" operante a Roma dal 1928. A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista era stata costretta ad abbandonare l’Italia, nel 1934. Vi farà ritorno nel 1947, riavviando l’attività, e, pur se tra diverse traversie, l’Opera ripartirà bene nel 1986 grazie all’opera di Maria Iervolino e Salvatore Valitutti. Maria Montessori morì a Noordwik in Olanda il 6 maggio 1952, lasciando in eredità studi e impostazione pedagogica basata su assunti e metodi scientifici.

La Montessori definisce il bambino come un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità. Le fasi di sviluppo sono così delineate:
– dai 0 ai 3 anni: il bambino ha una mente assorbente, la sua intelligenza opera inconsciamente assorbendo ogni dato ambientale. In questa fase si formano le strutture essenziali della personalità;
– dai 3 ai 6 anni: fase in cui inizia l’educazione prescolastica. Alla mente assorbente si associa la mente cosciente. Il
bambino sembra ora avere la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti.

Tra le sue opere, si ricorda a Roma la “Casa dei bambini”, nello storico e popolare quartiere di San Lorenzo, tra la via Tiburtina e il Verano. Un’esperienza unica, una casa costruita nel 1907 non per i bambini, ma dei bambini, ricca di materiali didattici innovativi per l’epoca.

Autore: Redazione FNOMCeO

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