I più comuni effetti indesiderati dei quattro vaccini anti Covid-19 in uso in Italia – Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson – sono le classiche reazioni infiammatorie prodotte dall’attivazione del sistema immunitario: fastidio al sito dell’iniezione, cefalea, febbre e dolori muscolari. Tra quelli descritti sulle pagine web dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per informare i cittadini sulle conseguenze che possono aspettarsi dalla vaccinazione, non c’è riferimento ad alterazioni del ciclo mestruale. Eppure, da quando la campagna vaccinale ha preso il via, circolano sui social e col passaparola testimonianze di donne che, dopo la somministrazione del vaccino contro Covid-19, uno qualunque tra i quattro autorizzati, hanno sperimentato alterazioni del ciclo mestruale, come un anticipo o un ritardo della comparsa delle mestruazioni, perdite più abbondanti o più scarse del solito, spotting intermestruale.
Si tratta di racconti aneddotici, cioè di storie personali o di seconda mano, che non sono state raccolte in modo formale e contate. Al momento mancano dati e statistiche sull’argomento. In Gran Bretagna, dove si è parlato per la prima volta della questione sui giornali, il servizio nazionale di farmacovigilanza riporta alcune centinaia di casi di alterazioni del ciclo mestruale dopo la vaccinazione, segnalati dall’inizio della campagna vaccinale fino allo scorso 14 giugno. In Italia, il sistema di report delle reazioni avverse dei medicinali dell’AIFA non menziona alcun episodio di questo tipo segnalato dall’inizio della campagna fino al 26 maggio scorso.
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Autore: Redazione