Uno studio per misurare l’efficacia di Dottoremaeveroche, il portale della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, nel contrastare la misinformazione e le fake news sulla salute.
È quello condotto, nel pieno della pandemia, dall’Università di Udine in collaborazione con quella di Firenze, e pubblicato ora su JMIR (Journal of Medical Internet Research) Medical Education, la principale rivista di settore che si occupa di medicina e sanità digitale. La ricerca è segnalata anche nell’ultima newsletter “Infodemic Management News Flash” dell’Organizzazione mondiale della sanità.
A un gruppo di studenti del primo anno della Scuola di scienze della Salute umana dell’Università di Firenze è stato somministrato, prima e dopo aver seguito un corso di materie informatiche che comprendeva anche l’utilizzo di Dottoremaeveroche, un questionario di autovalutazione sulla digital health literacy, la capacità di acquisire, comprendere e utilizzare informazioni su internet per prendere decisioni in tema di salute. Tutti i punteggi sono migliorati, di molto, al termine del corso, soprattutto per gli argomenti legati alla scelta e alla qualità delle fonti. L’autovalutazione finale ha mostrato una grande sicurezza degli studenti nell’utilizzo della rete per motivi medici, mentre rimanevano aree di incertezza nell’applicazione pratica delle informazioni trovate. Il corso ha dunque dato buoni risultati, soprattutto riguardo all’analisi approfondita dello strumento Dottoremaeveroche, pensato dalla Fnomceo proprio come un “kit di primo soccorso” per migliorare le competenze in tema di salute, e in particolare della sezione “Navigazione consapevole”, una vera e propria bussola per orientarsi in rete.
“Rispetto a un analogo studio compiuto prima della pandemia – spiega Alessandro Conte, medico, coordinatore del progetto Dottoremaeveroche, che è tra i firmatari del lavoro scientifico – questa nuova ricerca, effettuata da novembre a dicembre 2020, quindi nel pieno della seconda ondata, ha rilevato, nel questionario in entrata, una più marcata insicurezza degli studenti nel cercare sul web notizie sulla salute. Quindi non dobbiamo sottovalutare il ruolo dell’infodemia legata al Covid nella percezione delle proprie abilità di discernere le informazioni corrette, in un periodo caratterizzato da una carenza di evidenze scientifiche consolidate”.
“Analizzando i dati sugli accessi al sito nel 2020 – continua Conte – abbiamo notato un grande incremento rispetto agli stessi mesi del 2019: sono aumentati del 77% a marzo, con l’inizio della pandemia e del lockdown in Italia; del 155% a giugno, del 255% in agosto e del 364% in ottobre, all’inizio della seconda ondata. Questa crescita di visibilità e di utilizzo del sito suggerisce che era percepito e apprezzato dal pubblico come una fonte di informazione utile”.
“Una corretta informazione ed educazione dei pazienti e dei cittadini – aggiunge Laura Brunelli, medico, anche lei tra gli autori dei due lavori – sono pietre miliari per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie, proprio perché permettono a ciascun individuo di essere parte integrante del team di alleati per la salute e di sedere al tavolo virtuale delle decisioni. Sempre più forte è il movimento dei pazienti “No decision about me, without me”, e ogni azione intrapresa in questa direzione anche combattendo infodemie e fake news, quindi, è particolarmente rilevante soprattutto in questi tempi di sovraccarico di informazioni e di incertezza della fonte da cui queste provengono.”
“In un’epoca di digitalizzazione della sanità – continua Valentina Moretti, medico in formazione specialistica e primo autore del lavoro – gli operatori sanitari sono i primi attori ad essere direttamente coinvolti in questo processo di cambiamento. Assicurare un’adeguata formazione ai futuri professionisti già durante i percorsi di specializzazione universitaria tramite un ampliamento dei curricula con l’introduzione di elementi di evidence-based medicine e di competenze digitali è quindi un passaggio obbligato. L’utilizzo di strumenti digitali che aiutino a riconoscere la validità delle informazioni digitali e a divulgare conoscenze corrette – come promosso da Dottoremaeveroche – è fondamentale nei periodi di emergenza e un utile supporto sia per i professionisti che per i cittadini che si ritrovano immersi in una rete di informazioni contrastanti.”
“L’accesso all’informazione in Internet – affermano gli autori Maria Renza Guelfi e Marco Masoni, docenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze – sembra accelerare l’assunzione di responsabilità e le capacità decisionali del paziente tanto che gli esperti parlano di Internet come terza entità costantemente presente nella relazione medico-paziente, poiché capace di agire in modo più continuativo rispetto al curante in ragione della sua accessibilità e disponibilità. Per questo motivo, è sempre più frequente l’accesso a informazioni sanitarie in rete da parte dei pazienti, prima e dopo l’incontro con il medico. Questo fenomeno conferisce a quest’ultimo un’importante funzione guida avente lo scopo di minimizzare la probabilità che il paziente ha di accedere a informazioni inaccurate ed ingannevoli che possono causargli danni di tipo fisico e/o psicologico. È quindi necessario che gli studenti in Medicina acquisiscano le competenze necessarie per valutare la qualità dell’informazione sanitaria in rete per facilitare l’accesso da parte dei pazienti a sorgenti informative precise ed accurate che possono favorire decisioni appropriate su tematiche di salute”.
“In tempi di crisi, come durante la pandemia – conclude il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli, anche lui tra gli autori – l’abilità di usare internet per informare meglio i pazienti, i colleghi e se stessi sulle posizioni e raccomandazioni delle istituzioni è molto importante, anche per promuovere comportamenti virtuosi in termini di prevenzione e contenimento dei contagi. Le competenze che i futuri professionisti della salute acquisiscono con Dottoremaeveroche potranno essere utilmente trasferite ai pazienti sotto forma di raccomandazioni o consigli per orientarsi in rete. In più, l’utilizzo del sito può essere direttamente suggerito dai medici agli assistiti. Dottoremaeveroche, infatti, fornisce informazioni validate sulla salute, con un linguaggio accessibile a tutti, e può perciò essere considerato canale di comunicazione di riferimento per l’empowerment di pazienti e cittadini”.
Leggi lo studio: https://mededu.jmir.org/2023/1/e38377
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15/05/2023
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO