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ECM: percorso di crescita, non vuota osservanza di regole

Saranno interamente dedicate all’Educazione Continua in Medicina le Giornate di approfondimento sulla Formazione del Medico organizzate anche quest’anno, come ormai è consuetudine, dalla Fnomceo insieme all’Ordine dei Medici di Bari. La terza edizione delle Giornate si terrà al Castello Svevo il 15 e il 16 settembre: sarà preceduta, la mattina del 15, da un Consiglio Nazionale, anch’esso tutto dedicato all’ECM e, il pomeriggio del 14, dal Comitato Centrale della Fnomceo, riunito presso la sede dell’Ordine.

Molte sono le novità in fatto di ECM che sono partite o andate a regime in questo nuovo triennio 2017- 2019, inaugurato proprio in concomitanza del quindicesimo compleanno del Programma nazionale, avviato nel 2002: il dossier formativo, cioè la pianificazione, da parte di ciascun professionista, dei propri fabbisogni, obiettivi e percorsi in fatto di aggiornamento; la flessibilità sui tempi e modalità della formazione; un meccanismo più premiante che sanzionatorio.

Siamo andati ad indagarle con Sergio Bovenga, Segretario della Fnomceo: ne è uscito il ritratto di un sistema ECM ormai maturo, strettamente embricato con il piano ordinistico ma anche con quello giuridico, e modellato sulle reali necessità dei professionisti. Una e una sola la parola chiave: responsabilità.

Segretario, la Formazione Continua, quale requisito per svolgere la professione, compie quest’anno 25 anni, il programma nazionale di Educazione Continua in Medicina ne compie 15: il sistema è, a suo avviso, un sistema maturo?

L’avvio del Programma nazionale ECM nel 2002, in base al DLgs 502/1992, integrato dal DLgs 229/1999, che avevano istituito l’obbligo della formazione continua per i professionisti della salute, ha rappresentato un forte messaggio al mondo della sanità.

La nuova fase dell’ECM contiene molte novità e si presenta quale strumento per progettare un moderno approccio allo sviluppo e al monitoraggio delle competenze individuali.

Gli Ordini sono in prima linea nel portare avanti l’importanza e la centralità della formazione attraverso il sistema ECM, sia promuovendo (anche come dovere deontologico) la cultura della formazione continua, sia proponendo eventi formativi per i propri iscritti.

Il sistema ECM è piuttosto complesso e dotato di molteplici sfaccettature. Gli Ordini hanno più di un ruolo all’interno di questo sistema: anzitutto il ruolo prioritario di certificatori della formazione, ma anche, come detto, di organizzatori di corsi ECM e, per alcune tipologie di crediti individuali, svolgono persino la funzione di “enti accreditanti” per singole partecipazioni. Questo rende molto impegnativo il ruolo degli Ordini ai quali il Co.Ge.A.P.S. – il Consorzio Gestione Anagrafica delle Professioni Sanitarie, l’organismo deputato alla gestione delle anagrafiche e dei crediti ECM dei Professionisti –  assicura supporto strumentale.

Un sistema strettamente legato a quello degli Ordini quindi, che cresce e si evolve di pari passo …

Sì, Il mondo ordinistico è in continua e rapida evoluzione. Gli Ordini stanno maturando una relazione in parte differente nei confronti dei propri iscritti, costruendo un rapporto costante con essi, finalizzato anche a seguire la vita professionale (dal punto di vista della formazione e dell’aggiornamento e, in ultima istanza, della qualità professionale) del Professionista. Non sono più i soli titoli abilitanti della professione gli unici elementi che devono essere acquisiti dagli Ordini, ma sta nascendo tra l’Ordine e il Professionista un rapporto informativo costante nel tempo, mirato a documentare, valutare e certificare la qualità della formazione professionale.

Quali sono le principali novità del triennio appena iniziato e come sono state accolte dai professionisti?

Il 31 dicembre 2016 si è concluso il triennio formativo 2014-2016, lasciando il posto al nuovo triennio 2017-2019.

Solo i professionisti sanitari che hanno assolto il proprio obbligo formativo individuale possono richiedere al proprio Ordine la certificazione di completo soddisfacimento dell’obbligo formativo per il triennio 2014-2016. Agli altri, dietro richiesta, sarà possibile rilasciare unicamente una attestazione di partecipazione al programma ECM, con l’elenco degli eventi ai quali si è partecipato e dei crediti acquisiti.

In realtà la prima vera novità è che la Commissione Nazionale per la Formazione Continua, alla fine del 2016, ha deliberato di consentire ai professionisti sanitari di completare il conseguimento dei crediti formativi relativi al triennio 2014–2016 entro il prossimo 31 dicembre 2017, nella misura massima del cinquanta per cento del proprio obbligo formativo, al netto di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni.

I crediti acquisiti nel 2017, quale recupero del debito formativo del triennio 2014-2016, non saranno computati ai fini del soddisfacimento dell’obbligo formativo relativo al triennio 2017-2019.

I professionisti che intendano avvalersi di questa possibilità (recupero) devono farlo attraverso il proprio Ordine oppure direttamente mediante il back office del Co.Ge.A.P.S.  (ecm@cogeaps.it) indicando quali sono le partecipazioni ad eventi svolti nel 2017 che si intendono trasferire per competenza al 2016.

Non ci sono novità in merito all’obbligo formativo standard, confermato in 150 crediti ecm anche se, come è ormai noto, occorre poi ritagliare su misura il proprio obbligo formativo individuale che non sempre coincide con l’obbligo standard.

Mentre non ci sono novità in merito ad esoneri ed esenzioni, le nuove regole cambiano il meccanismo delle riduzioni. Infatti nel nuovo triennio le fasce di riduzioni si riducono da tre a due consentendo una riduzione di 15 crediti (se nel triennio 2014 – 2016 erano stati acquisiti almeno 80 crediti ECM) o di 30 crediti (se nel triennio 2014 – 2016 erano stati acquisiti almeno 121 crediti).

La novità più interessante, tra le nuove regole, è che nel triennio 2017-2019 è possibile per tutti costruire il Dossier Formativo Individuale cui potrà aggiungersi, in alcuni casi, il Dossier di Gruppo (da parte dell’Azienda Sanitaria o dello stesso Ordine). Il dossier formativo è espressione della programmazione dell’aggiornamento nel tempo e della coerenza della formazione/aggiornamento rispetto alla professione, alla disciplina, alla specializzazione, al profilo di competenze nell’esercizio professionale quotidiano. Credo basti questo per comprenderne appieno tutta l’importanza, per il singolo e per il sistema.

È vero che nell’ultimo anno c’è stato un boom delle adesioni dei medici al programma ECM? Quali possono essere le motivazioni? Come incentivarli ulteriormente?

Sarà merito della possibilità concessa dalla Commissione ECM di ottenere crediti quest’anno per colmare il debito formativo del triennio precedente (fino al 50%) o della deduzione al 100% delle spese per partecipare agli eventi, anche di viaggio, vitto e alloggio. In ogni caso in questo 2017 nella formazione continua vi è un chiaro trend di crescita sia in termini di acquisizione numerica di crediti che di partecipazioni agli eventi.

Già a fine 2016 – termine inizialmente previsto per la fine del triennio –  il numero di medici certificabili era superiore a quello del triennio precedente per un valore di circa l’8 per cento. Tale percentuale è destinata ad aumentare alla fine di quest’anno che, come detto, può essere utilizzato per recuperare parte della formazione mancante al triennio precedente. Ovviamente i dati definitivi saranno disponibili per i primi mesi del 2018.

A suo avviso gioca un ruolo anche il timore di sanzioni, più volte annunciate e, in alcuni casi, già previste? O c’è una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’aggiornamento come strumento per il miglioramento professionale?

Le regole che governano la formazione continua sono state pensate, introdotte e vengono continuamente aggiornate dalla CNFC per orientare e abituare i professionisti verso un aggiornamento lifelong quanto più possibile programmato e costante nel tempo, coerente e pertinente con la propria professione e magari anche con la disciplina realmente esercitata. La introduzione di alcuni elementi di flessibilità, quale una sorta di ‘recupero operoso’ di eventuali gap, (come ad esempio il recupero dei crediti accordato per il 2017) consente la certificazione anche a chi ha inizialmente ‘deviato’ dalla strada tracciata o non l’ha percorsa fino in fondo.

Per quanto mi riguarda, da medico, posso solo augurarmi che la formazione di ciascun professionista della salute sia sempre più vissuta ed orientata in funzione della reale crescita professionale (anche in relazione a una possibile ed auspicabile verifica nel tempo delle competenze) e sempre meno sentita e praticata come un mero rispetto normativo di regole (ECM) che, dall’inizio, rappresentano (e devono restare) lo strumento e non certamente l’obiettivo da raggiungere.

Sempre più spesso l’aggiornamento del medico (e soprattutto il mancato aggiornamento) diventa, nelle mani degli avvocati e delle assicurazioni,arma da usarsi in Tribunale: qual è il suo pensiero in proposito?

Partecipare al programma di Formazione Continua è indispensabile per svolgere   attività professionale come dipendente o libero professionista, per ospedali, università,  Asl e strutture sanitarie private; lo prevede l’articolo 16 quater della Legge 502 del 1992. Da 25 anni in Italia la formazione continua è requisito per svolgere la professione, con tutto quanto ne può conseguire anche sul piano della responsabilità professionale. La formazione restituisce le risorse impiegate per sostenerla se essa genera cambiamenti, nelle competenze tecniche ed in quelle non tecniche; se modifica comportamenti; se amplia il recinto della sicurezza delle cure e migliora le performance. Che poi in sanità non sono altro che gli esiti delle nostre cure. Ecco perché sono convinto che il sistema debba puntare, ed a mio avviso lo sta già facendo, a valorizzare i comportamenti virtuosi anziché a perseguire coloro che per il momento si pongono ai margini del sistema formativo. Detto questo, è evidente che sempre più il sistema giudiziario e delle assicurazioni porranno la loro attenzione, per quanto di competenza, sullo stato di aggiornamento dei professionista eventualmente coinvolto in un contenzioso professionale e farsi trovare impreparati, ovvero non in regola con le norme ECM, non aiuterà di certo.

Concludiamo con un’altra occasione di festeggiamento: la FNOMCeO è da pochissimo (la delibera di Agenas è del 12 luglio) diventata provider nazionale standard. È inoltre in vetta alle classifiche in termini di partecipazione e di soddisfazione degli utenti. Qual è il segreto del successo dell’offerta formativa a marchio FNOMCeO?

La FNOMCeO e, aggiungo, tutti gli Ordini provinciali, sono a fianco dei professionisti per sostenere per quanto possibile le attività di formazione. La FNOMCeO è diventato uno dei primi provider a livello nazionale per dimensioni, avendo messo a disposizione in questi anni molti corsi FAD, tutti a titolo gratuito, cui hanno partecipato oltre 400.000 medici ed odontoiatri. Questo sforzo organizzativo (ed economico) viene molto apprezzato dai nostri iscritti e dagli Ordini provinciali e rappresenta una sfida, per la nostra organizzazione, a fare sempre più e sempre meglio. Di questo va dato atto e merito sia al Comitato Centrale che agli uffici ECM della Federazione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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