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Enpam: sì a riforma quota “A”, ma niente attentati all’autonomia

Il Consiglio Nazionale dell’Enpam, riunito a Roma sabato 24 marzo, ha approvato a larga maggioranza la delibera del CdA che introduce la riforma della quota “A”. Si tratta di modifiche all’articolo 3, comma 3 primo e secondo periodo e comma 8 secondo periodo del Regolamento del Fondo di Previdenza generale. Questa riforma verrà immediatamente inviata, ai sensi del D.lgs 509/94, ai Ministeri vigilanti che hanno 30 giorni di tempo per approvare o muovere rilievi. In caso di silenzio-assenso, la delibera si intende approvata.

Hanno partecipato al voto 106 Presidenti di Ordine: 99 hanno votato a favore; 4 contrari (Giancarlo Pizza, Roberto Carlo Rossi, Giuseppe Morfino, Enrico Mazzeo Cicchetti); 3 Presidenti non hanno partecipato al voto (Aristide Paci; Giovanni Maria Righetti, Bruno Ravera). Un momento prima del voto, un sentito appello all’unità dei medici è stato rivolto dal Presidente dell’Enpam Eolo Parodi: “Dopo tanti anni alla guida dell’Enpam e prima ancora alla guida della Fnomceo, non mi stanco di sollecitare posizioni unitarie dei medici italiani, specialmente in questo momento fortemente critico. Mi sto preparando a fare le valige dalla vita e penso che oggi più che parlare di liberi professionisti, in questo Paese è bene pensare a professionisti liberi da ogni condizionamento”.

Alcuni punti-chiave

L’obiettivo della riforma è assicurare l’equilibrio di bilancio in un arco temporale che, dalla legge 335/95 alla legge 296/2006, è passato da 15 a 30 anni. Arco temporale che il decreto “salva Italia” ha esteso ai 50 anni. L’articolo 24 comma 24, relativo agli Enti previdenziali di diritto privato dei professionisti, impone “entro e non oltre il 31 marzo 2012, misure volte ad assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni”. E proprio questo meccanismo ha indotto l’Enpam a una riflessione che dura ormai da tempo e che è approdata alla predisposizione della riforma della quota “A”, approvata dal Consiglio nazionale sabato scorso.

Una situazione che Alberto Oliveti, Vice-Presidente vicario dell’Enpam, ha sintetizzato così, rivolgendosi ai Presidenti degli Ordini: “Vi daremo più tardi un po’ di meno”. Eh già! Ma Oliveti è entrato nel dettaglio per spiegare cosa si perde e cosa si può salvare, visto che l’Enpam ha compiuto scelte giuste a salvaguardia dei medici che si accingono ad andare in pensione, con lo sguardo rivolto alle nuove generazioni. E proprio questo ha consentito all’Enpam di non dover passare al metodo contributivo, ma di rimanere sul metodo retributivo calcolato sull’intera carriera professionale di ciascun medico. Una situazione apprezzata da Elsa Fornero, Ministro del Welfare, che, rivolta al vertice dell’Enpam, ha affermato: “Voi meritate una valutazione specifica”. E il tema della difesa dell’autonomia dell’Enpam e della professione medica diventa così centrale anche in questo dibattito sul futuro pensionistico dei medici. Sta di fatto che nel “sistema Enpam” nel salvadanaio c’è la somma dei redditi dell’intera vita professionale. Il valore dei soldi versati negli anni viene rivalutato sulla base dell’inflazione (e non del PIL) che è costantemente in crescita. Pertanto, anche l’ipotesi di rivalutazione si aggancia a un parametro che offre ai contribuenti garanzie effettive e concrete, secondo Oliveti.

Aiutandosi con delle slides, Oliveti ha tratteggiato la situazione reale dell’Enpam, una situazione sana, con i bilanci a posto e in attivo. Ma con la preoccupazione rispetto all’ipotesi di accorpamento solidaristico tra le 21 Casse regolamentate dal D.lgs 509/94. Anche da qui l’esigenza di fare presto e bene, per cui la riforma passata a larga maggioranza nel CN di sabato può realisticamente vedere la luce entro un mese o poco più. “Una riforma da fare subito –ha spiegato Oliveti- ora che c’è un Governo “tecnico”, ma domani chissà. Pensare di dover ricominciare daccapo un percorso con un nuovo Governo sarebbe una follia”.

E il percorso che ha portato al 24 marzo di quest’anno si era avviato il 30 novembre 2010 e Oliveti ha illustrato tutte le tappe, le scelte compiute aderenti alle regole della privatizzazione del D.lgs 509 e alla gestione a ripartizione pluriennale: 5 anni di riserva legale; 15 anni di equilibrio temporale; bilanci tecnici ogni 3 anni (5-15-3).

Nell’Enpam, la ricordato Oliveti, ogni Fondo ha la valorizzazione immediata dei contributi in rapporto alle prestazioni.
a) Contribuzione proporzionale al reddito; b) Gestione a ripartizione pluriannuale; c) Pensione su tutti i redditi.

Circa la solidarietà intergenerazionale, chi lavora paga con i suoi contributi ? insieme al Patrimonio ? la pensione a chi ha cessato di lavorare, maturando così il diritto allo stesso trattamento. La triangolazione “contributi, pensioni, patrimonio” è alla base della gestione finanziaria a ripartizione pluriennale. La Fondazione Enpam, in quanto privata, può far conto sul patrimonio senza ricorrere alla tassazione, a differenza del sistema pubblico che ricorre alla tassazione senza patrimonio.

Il calcolo della prestazione è sulla base del sistema retributivo ed è effettuato sui redditi di TUTTA la vita lavorativa. Al reddito medio annuo rivalutato si applica la somma aritmetica delle aliquote di rendimento annuali. Il calcolo della pensione è con il sistema contributivo indiretto a valorizzazione immediata (C.I.V.I.) per miglior adeguatezza delle pensioni. La differenza? Il contributivo non genera debito previdenziale, garantisce auto sostenibilità permanente, ma dà poco ( adeguatezza); per gestioni pubbliche senza patrimonio, o privatizzate in crisi patrimoniale o parametrica. C.I.V.I. permette invece un debito controllato che aiuta l’adeguatezza, se attuarialmente ben definito, per cui esiste un patrimonio commisurato alla proiezione temporale del debito.

Una riforma per la stabilità dei conti nei prossimi 50 anni

“L’adeguatezza, in un sistema equo, solidale e sostenibile, si collega alla convenienza”, ha spiegato ancora Oliveti, che si è soffermato anche sulle cose fatte negli ultimi mesi:
1) Assunto un attuario e predisposto un software per testare in tempo reale l’efficacia e l’impatto dei progetti di riforma.
2) Predisposte le riforme previdenziali sul saldo corrente per assicurare una sostenibilità a 50 anni, con patrimonio notevolmente in crescita.
3) Nuova governance del patrimonio e nuovo management per gli investimenti.
4) Ridotti i costi di gestione e gli emolumenti degli amministratori.
5) Avviato il confronto sulla riforma dello Statuto.
Per quanto riguarda il Fondo di Previdenza Generale – gestione di “Quota A”, ecco i passaggi fondamentali:
• innalzamento graduale dell’età di vecchiaia da 65 a 68 anni di età dal 2013 al 2018
• rivalutazione del contributo minimo annuo, dall’1.1.2013, pari al 75% dell’indice
Istat, maggiorato di un punto e mezzo percentuale (in luogo dell’attuale 100%
senza maggiorazione)
• introduzione del metodo contributivo pro?rata a decorrere dall’1.1.2013
• su base volontaria, in presenza di una anzianità contributiva minima di 20 anni, opzione per il conseguimento della pensione a 65 anni con integrale applicazione del metodo contributivo.

E nel CN FNOMCeO linea condivisa a larga maggioranza

Analoga relazione Oliveti aveva tenuto il giorno precedente in sede di Consiglio Nazionale FNOMCeO. Stessi temi, stessi problemi sui quali il pronunciamento della maggiore assise dei medici italiani era stato inequivocabile: a favore dell’impostazione proposta i Presidenti degli Ordini si sono espressi a larga maggioranza, con 3 soli voti contrari e 2 astenuti. La proposta di non passaggio al voto, avanzata da Aristide Paci (che proponeva un rapido approfondimento e un rinvio a breve scadenza) è stata invece respinta con soli 7 voti a favore e 2 astenuti.
D’altra parte, Oliveti aveva concluso con una domanda la sua relazione: “Decidere o rinviare?”. Il CN FNOMCeO ha deciso di decidere e non di rinviare, anche perché “il dato politico – ha spiegato Amedeo Bianco – sta nel fatto che noi decidiamo e la tempistica è un determinante ‘politico’ di tutta questa vicenda”.

Nel dibattito in CN FNOMCeO sono intervenuti: Paci (Terni), Righetti (Latina), Pizza (Bologna), Pagani (Piacenza), Mariotti (Livorno), Di Lascio (Ferrara), Innocenti (Sondrio), Conte (Udine), D’Autilia (Modena), Noce (Rovigo), Corcioni (Cosenza), Conti (Perugia), Pepe (Lecce), Ibba (Cagliari), Falcinelli (Ravenna), Tataranno (Matera), Sigismondi (Cuneo), Lala (Roma), Morfino (Trapani), Rossi (Milano).

Autore: Redazione FNOMCeO

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