Proprio in questi giorni (sabato 25 giugno) l’Enpam giunge alla giornata fondamentale del voto sul bilancio. Ogni medico come ogni buon osservatore delle cose della sanità sa che sull’Ente di previdenza si sono scatenate negli ultimi tempi una serie di critiche, deduzioni e controdeduzioni, seguite purtroppo da attacchi non sempre chiari da parte di alcune testate giornalistiche.
Il punto di avvio dello scontro è della metà di maggio scorso, quando un membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Ente, Salvatore Schiacchitano, e cinque presidenti OMCeO, (Giancarlo Pizza, Bologna; Bruno di Lascio, Ferrara; Ercole Cirino, Catania; Enrico Mazzeo-Cicchetti, Potenza; Giovanni Maria Righetti, Latina), hanno presentato un esposto volto a chiedere lumi sugli investimenti patrimoniali della Fondazione, nel timore di buchi patrimoniali e di un apparente accertamento “da parte di una società di consulenza internazionale all’uopo incaricata, di un danno patrimoniale di oltre un miliardo di euro”.
La vicenda – illustrata in una lettera dei sei firmatari dell’esposto ai Presidenti degli Ordini – ha generato risposte ufficiali, ma anche una corsa scandalistica allo scoop, con un quotidiano economico milanese, Italia Oggi, che ha lanciato la notizia del commissariamento dell’Ente da parte del ministero del lavoro (“La cassa di previdenza dei medici verso il commissariamento”, 10.6.2011), notizia prontamente smentita con un comunicato dello stesso Enpam, e definita “priva di ogni fondamento da Emmanuele Massagli, rappresentante dello stesso ministero nel consiglio di amministrazione della Cassa dei medici”.
Parodi, Oliveti e Malagnino, l’attuale vertice dell’Ente non son certo rimasti a guardare e hanno dato risposte in merito incontrando i vertici dei sindacati medici per puntualizzare l’inesistenza del fantomatico “buco da un miliardo di euro” e soprattutto per sottolineare la trasparenza di un modello gestionale che è il vero terreno di scontro. In questo percorso di trasparenza Enpam è stata poi nei giorni scorsi ascoltata dalla Commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali offrendo risposte complessive, mentre sta terminando di definire un sistema di controllo di patrimoni e investimenti, basato su un modello che ha avuto l’approvazione di Mario Monti, un nome che da solo dovrebbe dare garanzie. Rimane sullo sfondo il contrasto tra due società di advisor, la Mangusta Risk, “consigliere” dell’Enpam, e la Sri Capital Advisers, le cui differenti visioni sulla solidità e trasparenza degli investimenti, hanno suscitato le preoccupazioni che portano all’attuale tensione.
Che dire dello scenario così configurato? Le critiche – soprattutto se provenienti dal mondo direttamente coinvolto, quello dei medici e degli Ordini – ci stanno, e ci stanno le risposte alle critiche (per orientarsi nel dibattito, in attesa del bilancio, del voto e delle risultanze dello stesso, proponiamo la lettura di due esaurienti interviste a Bruno di Lascio e Alberto Oliveti pubblicate nei giorni scorsi da Quotidiano Sanità: Di Lascio: “Abbiamo fatto domande, non abbiamo avuto risposte”: ; Oliveti: “I nostri conti sono in rosso solo perché la politica ha cambiato le regole”). Critiche e risposte fan parte del corretto confronto umano, politico e sociale fin dai tempi di Socrate. Il desiderio di screditare l’Ente, invece, è un altro paio di maniche, soprattutto quando proveniente da ambienti poco interessati alle pensioni dei medici e degli odontoiatri, forse funzionale al disegno di appropriarsi di un patrimonio immobiliare e finanziario considerevole e grande quanto una piccola manovra finanziaria. Forse per l’interesse – queste sono le “voci” che circolano – di orientare gli investimenti verso forme nuove come l’housing sociale, innovative, quanto poco “affidabili”. Domani il bilancio inizierà a fare chiarezza. E forse offrirà risposte definitive. Attenzione, comunque, a chi gioca partite dall’esterno: la divisione del mondo medico potrebbe essere un ghiotto risultato.
Autore: Redazione FNOMCeO