Report n. 4/2010
IL DIRITTO DI IMMAGINARE IL FUTURO SUPERANDO LE INCERTEZZE DEL PRESENTE
L’Eurispes e il Telefono Azzurro hanno presentato il 10° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, valido strumento di conoscenza delle principali trasformazioni, delle linee di tendenza, delle potenzialità e dei rischi che caratterizzano l’età evolutiva nel nostro Paese. La presentazione dei risultati del Rapporto rappresenta la prima di una serie di iniziative, organizzate dall’Eurispes e dal Telefono Azzurro in occasione del ventennale della Convezione ONU sui diritti dell’infanzia, volte non solo a stimolare la riflessione sui diritti dei bambini e degli adolescenti e sullo stato di attuazione di questa importante Convenzione, ma anche a promuovere una sempre maggiore diffusione della cultura dei diritti all’interno della nostra società.
Il Rapporto approfondisce tematiche che vanno dall’abuso e disagio alla salute, dall’utilizzo dei nuovi media ai principali cambiamenti intervenuti a modificare taluni comportamenti delle agenzie di senso e di orientamento come la famiglia e la scuola, ma anche i luoghi della cultura e della fruizione del tempo libero.
Le due grandi indagini svolte all’interno del mondo scolastico hanno interessato circa 2.500 bambini e ragazzi in 33 scuole di ogni ordine e grado. L’Identikit del bambino è stato tracciato attraverso un questionario somministrato a bambini con un’età compresa tra i 7 e gli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe della scuola primaria e la prima classe della scuola secondaria di primo grado. L’Identikit dell’adolescente, invece, ha raccolto gli orientamenti dei ragazzi dai 12 ai 19 anni, frequentanti la seconda e la terza classe della scuola secondaria di primo grado o una delle cinque classi della scuola secondaria di II grado. I questionari analizzati sono stati 1.090 per quanto riguarda l’infanzia e 1.373 per l’adolescenza.
«Saranno gli uomini del domani – dichiara il Prof. Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes – eppure i bambini e gli adolescenti di oggi appartengono sempre più ad una “generazione provvisoria”, che se da una parte sente l’instabilità del presente “velocizzato” dall’avvento e dalla diffusione delle nuove tecnologie tanto da poter parlare di un “presente già futuro”, dall’altra si trova spesso priva di punti di riferimento e di modelli che ne orientino la crescita e ne sviluppino le potenzialità. I contorni del futuro per i giovani sono resi ancora più incerti e sfocati dalla crisi dei valori del mondo adulto, in una situazione di mutamenti radicali del mondo del lavoro e nell’incertezza dell’economia globalizzata.
Quando si parla di futuro negato – prosegue il Presidente dell’Eurispes – non ci si riferisce solamente a quei minori che subiscono abusi, che incappano nella devianza o a quelli costretti a vivere in condizioni di estrema povertà. E’ sotto gli occhi di tutti come, anche per quei ragazzi che si trovano inseriti in contesti fortunatamente meno problematici, che offrono loro opportunità, mezzi, e perfino, in molti casi, una abbondante dose di superfluo, si può parlare, in questi anni, di un vero e proprio spreco di potenzialità. Lo testimonia, nel modo più evidente, la diffusione di comportamenti di devianza “borghese”, o devianza “normalizzata”».
«Le moderne tecnologie dovrebbero facilitare la libera espressione di sé e della propria creatività, non ingabbiarla nella routine e nell’autoreferenzialità improduttiva. Dovrebbero favorire l’incontro – un incontro aperto e sincero –, non la chiusura quando non un confronto vuoto e mascherato, con il mondo esterno. Le tecnologie multimediali potrebbero costituire, anche per i ragazzi, un’enorme risorsa, da sfruttare al meglio. Ma non sempre accade. Aggrappati tenacemente alla preponderanza dei messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione e dalla pubblicità, essi troppo spesso si adeguano al modello che fa della perfezione dell’immagine un bene da raggiungere a tutti i costi. I ragazzi italiani non aspirano quasi mai a diventare eroi, ma al massimo a diventare famosi. Nello stesso tempo desta preoccupazione il progressivo allontanamento dei giovani dalla politica prima ancora che ne conoscano le dinamiche più complesse, prima che abbiano tempo di elaborare uno spirito di partecipazione civile ed orientamenti definiti. Questo senso generale di sfiducia ed estraneità nei confronti dei rappresentanti delle Istituzioni e della politica stessa, che talvolta sfocia chiaramente in disprezzo, blocca in anticipo nei ragazzi ogni desiderio di partecipare attivamente alla vita sociale, e di divenire quindi protagonisti ed attori di una parte del loro futuro».
«Occorre, quindi, – conclude il Prof. Fara – che gli adulti, la società, la politica, le Istituzioni prendano maggiore coscienza della necessità di offrire la pluralità di elementi necessaria affinché i giovani possano riappropriarsi del futuro e dell’idea che ce ne sia uno possibile, migliore, nel quale proiettarsi esprimendo pienamente la loro identità e sfruttando le innumerevoli potenzialità che hanno, come mai è accaduto per le precedenti generazioni, a disposizione».
«Per molto tempo, l’assenza di informazioni e conoscenze – dichiara il Prof. Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro – ha giustificato la mancanza o l’inadeguatezza di interventi a sostegno dei più giovani. In questi dieci anni Telefono Azzurro ed Eurispes hanno studiato l’infanzia e l’adolescenza con il preciso obiettivo di cogliere i fenomeni emergenti, seguirne la crescita e l’evoluzione, porre l’attenzione sulle questioni irrisolte, suggerendo percorsi di intervento e sollecitando risposte concrete. I dati che abbiamo raccolto ci hanno aiutato ad evidenziare nuove problematiche quali la pedopornografia online, lo sfruttamento sessuale, l’integrazione dei minori immigrati, il bullismo e il cyberbullismo».
«Oggi sappiamo – prosegue il Prof. Ernesto Caffo – che i bambini e gli adolescenti, la cosiddetta “generazione tecnologica”, vivono un momento storico di particolare complessità che, accanto alle infinite possibilità offerte dalle nuove tecnologie, presenta le sfide della multiculturalità, delle strutture familiari in rapido mutamento, della crisi economica. Inevitabilmente, le trasformazioni sociali e familiari hanno un impatto sul loro benessere e sulla loro possibilità di sognare il futuro: è come se davanti all’incertezza del futuro e alla crisi dei modelli del passato, ormai inadeguati e superati, i bambini e gli adolescenti fossero intrappolati nel presente, oltre che soli nell’individuazione di nuovi modelli e nella risposta alle difficoltà quotidiane.
Appaiono abituati a cavarsela in autonomia, senza l’ausilio degli adulti: di fronte al bullismo, non solo dichiarano di non chiedere aiuto agli insegnanti e ai genitori, ma portano alla luce una realtà nella quale anche il sostegno tra coetanei sembra essere estremamente raro. Lo dimostrano anche i dati della nostra indagine che evidenziano come quasi il 7% degli adolescenti dichiari di uscire portando un coltello o un altro oggetto con cui difendersi e come il 37% conosca almeno un ragazzo che ha questa abitudine».
«In occasione del ventesimo anniversario della Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, dunque, constatiamo che sono ancora troppe le violazioni dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Rivelando una notevole sensibilità e capacità di lettura della realtà, gli adolescenti che abbiamo intervistato ne sono pienamente consapevoli: ritengono infatti che siano ancora poco rispettati il diritto a non essere trattati male per via del colore della pelle (53%), il diritto ad essere protetti dai maltrattamenti (49%), il diritto al rispetto delle proprie opinioni (47%)».
«Le problematiche evidenziate in questo Rapporto – conclude Presidente di Telefono Azzurro – individuano le priorità di intervento e mostrano la necessità di una immediata razionalizzazione e riallocazione delle risorse destinate ai progetti per bambini e adolescenti. Telefono Azzurro in questo senso, continuerà a mettere a disposizione la propria esperienza e le conoscenze acquisite, contribuendo con il proprio impegno quotidiano a promuovere il rispetto dei loro diritti».
P.S. Come sempre chi fosse interessato ad approfondire, la documentazione completa è a disposizione presso il Centro Studi e Documentazione della FNOMCeO
Roma, 19/01/2010
Autore: Redazione FNOMCeO