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Fabbisogno medici, Anelli (FNOMCeO): “Non oculato aumentare ulteriormente, nel 2035 pochi medici in pensione e rischio pletora”. Anticipazioni rapporto FNOMCeO-Censis: tra il 2015 e il 2023 le retribuzioni medici diminuite in termini reali del 6,1%

“Prendiamo atto con preoccupazione delle anticipazioni di stampa riguardanti i fabbisogni formativi per Medicina per il prossimo anno accademico, indicati dal Ministero della Salute e contenuti nell‘accordo che sarà vagliato dalle Regioni per poi approdare in Conferenza Stato-Regioni”.

Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo AnelliPer quanto riguarda i Laureati magistrali a ciclo unico per Medicina, Veterinaria e Odontoiatria la richiesta è di 22.188 (+1.272 in più rispetto ai 20.916 dell’anno passato e +2.881 dell’anno accademico 2022/2023 quando la richiesta era di 19.307 posti). Di questi, 19.286 sono per medico chirurgo, con un aumento di 1153 rispetto ai 18.133 dello scorso anno.

“Per i medici – spiega Anelli – una corretta programmazione va fatta da qui a dieci anni: tanto, infatti, ci vuole, per formare completamente un medico e metterlo in condizione di lavorare nel Servizio sanitario nazionale. Ci sembra quantomeno non oculato aumentare di 1000 unità i medici che arriveranno nel 2035: in quell’anno, infatti, andranno in pensione soltanto 6263 medici, 1000 in meno rispetto al 2034. Ci troveremo dunque, solo in quell’anno, con un esubero di 13000 nuovi medici specialisti, che andranno a sommarsi agli esuberi degli anni precedenti. Diverse proiezioni indicano infatti negli anni compresi tra il 2030 e il 2032 l’inizio di una nuova pletora medica”.

“Già oggi – conclude Anelli – non mancano i medici: ancora l’ultimo Rapporto FNOMCeO-Censis, che presenteremo domani, indica che in Italia non c’è carenza di medici perché sono 410 per 100 mila abitanti, dato superiore a quelli di paesi come Francia (318 medici per 100 mila abitanti) o Paesi Bassi (390 medici per 100.000 abitanti). Sono invece non attraenti nel Servizio sanitario le condizioni di lavoro e le retribuzioni contrattuali che, per i medici nella PA, nel periodo 2015-2023 sono addirittura diminuite in termini reali del 6,1%. È recente il monito della Corte dei Conti sulla crisi del Servizio sanitario nazionale, accentuata dalla “fuga” del personale sanitario, non adeguatamente remunerato. È dunque urgente non formare più medici, ma attrarre e trattenere i medici stessi, soprattutto i giovani, all’interno del Servizio sanitario nazionale. Quindi, anziché utilizzare risorse pubbliche per creare medici in esubero, che saranno costretti a fuggire all’estero o nel privato, in un circolo perverso che non farà che rendere sempre più fragile il nostro SSN, investiamole per rendere le retribuzioni dei medici coerenti con quelle dei colleghi europei”.

Ufficio Stampa FNOMCeO
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10 luglio 2024

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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