COMUNICATO STAMPA del 17 settembre 2009
Facoltà malata? I Medici a consulto con l’Università, la Politica, le Istituzioni
A Bari, domani, un Workshop su "Formazione pre laurea e specialistica"
Una percentuale di "mortalità studentesca" tra le più alte di Europa; un numero di medici e di specialisti "prodotti" che potrebbe rivelarsi insufficiente rispetto alle esigenze della popolazione: se, come ha ricordato nei giorni scorsi anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, l’Università italiana è malata, anche la Facoltà di Medicina ha i suoi specifici acciacchi. E, secondo i Medici, la "cura" non può che scaturire da un "consulto" di tutti gli attori coinvolti.
È da questa convinzione che scaturisce il Workshop che domani, 18 settembre, a Bari – presso lo Sheraton Nicolaus Hotel, via Cardinale Ciasca 27 – vedrà la FNOMCeO insieme ai rappresentanti dell’Università e delle Istituzioni, impegnata a trovare nuove proposte per una "Formazione pre laurea e specialistica" di qualità.
"Di fronte alle criticità di un percorso universitario quale quello per la formazione del medico – processo lungo, impegnativo e che non sfocia automaticamente in un pronto inserimento nel mondo del lavoro – la parola d’ordine deve essere cooperazione" dichiara il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, accingendosi a aprire i lavori.
Ma quali sono i punti deboli del sistema formativo? E quali i "rimedi" che i Medici propongono?
Ecco cosa risponde il presidente dell’Ordine di Bari, ospite del Workshop, Paolo Livrea, che è anche direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche e psichiatriche dell’Università: "La prima criticità è l’abbandono del corso di
studi, che ha una mortalità studentesca media annua del 28,6%". "E la percentuale di abbandoni è massima nel primo anno di corso – continua Livrea – Questo significa che il processo di selezione a monte del numero programmato non coglie con efficienza le attitudini dei giovani ad affrontare questo tipo di studi".
È improcrastinabile, quindi, una riconsiderazione attenta e rigorosa di tutto il processo formativo, a partire dal numero degli accessi e dalle modalità di selezione, per coinvolgere il programma del corso di laurea, l’esame di Stato, gli accessi alle Scuole di specializzazione. Revisione che nasce anche dalle mutate esigenze dei pazienti, dai progressi della scienza e da considerazioni demografiche. Sono ormai preistoria, infatti, i tempi in cui si dissertava sulla "pletora medica": se non si interviene ora, nei prossimi quindici anni potrebbe verificarsi un calo di 70 mila camici bianchi. La maggior parte dei medici oggi in attività andrà in pensione e, di fronte a una popolazione sempre più anziana per l’invecchiamento dei "figli del baby boom", potrebbero verificarsi carenze in alcune aree specialistiche.
Un dato per tutti: se non ci sarà un’inversione di tendenza, si calcola che, nel 2017, undici milioni di pazienti rimarranno senza medico di famiglia.
"Noi Medici lanciamo un forte appello di responsabilità a tutti gli attori del processo formativo" conclude Bianco. "Chiamiamo a raccolta tutte le parti, ciascuna con il proprio ruolo,e ci rendiamo disponibili per realizzare il progetto comune di un Medico e di un Odontoiatra che possano rispondere alle grandi sfide poste dalla Medicina e dalla Sanità del prossimo futuro".
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Autore: Redazione FNOMCeO