Il
problema dei “falsi invalidi” è noto, ma non altrettanto l’opposto: in
Italia sono oltre un milione i disabili gravi che non percepiscono
indennità di accompagnamento (e che vivono quindi con la
sola pensione di invalidità, non superiore a 300 euro mensili: vedi.
Questo è quanto emerge dal confronto tra i dati Istat sul numero di persone con gravi disabilità (3.086.000) e i dati Inps sul numero di indennità di accompagnamento (1.933.999): lo ha rilevato la Fish (Federazione italiana superamento handicap) in occasione del seminario che si è svolto la scorsa settimana presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, dal titolo “Il nuovo paradigma della Convenzione Onu per l’accesso ai diritti e il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità” (vedi).
Differenze di incidenza della disabilità a livello territoriale, spesa destinata a livello nazionale e confronto tra sistema italiano e sistemi europei: a partire da qui la Fish rinnova l’appello per una riforma che semplifichi le procedure di accertamento. E nasce la proposta operativa che, in previsione delle manovre finanziarie della Legge di Stabilità, si articola sotto forma di “spending review”: assottigliare il percorso amministrativo (che in base alla ricognizione presentata conta attualmente10 fasi), ridurre il numero di personale deputato (che può coinvolgere fino a 25 diverse figure professionali) separare il momento della valutazione di base da quella multidimensionale, con progetti riabilitativi individualizzati che investano su capacità residue e integrazione.
Oltre la trasparenza delle informazioni e la razionalizzazione della spesa c’è l’inclusione della persona realmente disabile in un contesto sociale realmente capace di accoglierla. Questa deve essere la finalità.
(Per vedere i dettagli dei dati presentati e della proposta di riforma: vedi.)
S. Boggio
Autore: Redazione FNOMCeO
