Farmaci: il rinascimento della ricerca

“Investimenti in R&S aumentati del 15% negli ultimi due anni, domande di brevetto cresciute del 54% nel 2015 e più di 300 prodotti biotech in sviluppo. Anche l’Italia è pienamente coinvolta nel nuovo rinascimento della ricerca farmaceutica per dare più anni alla vita e più vita agli anni”.
I dati sono tutti con il segno positivo: “Nel 2015, gli investimenti in ricerca nel Paese sono stati 1,4 miliardi (7% del totale), gli addetti hanno raggiunto quota 6.100 e le imprese hanno contribuito con 700 milioni agli studi clinici presso le strutture del SSN”. E il 75% delle aziende è intenzionato ad aumentare le spese in R&S. “Con regole certe – sostiene Scaccabarozzi – l’Italia potrebbe diventare calamita di innovazione e hub europeo degli studi clinici”.
Altri macro-dati positivi sono in controtendenza rispetto alla crisi economica mondiale, avviatasi negli anni 2007-2008: nel settore farmaceutico, gli addetti sono aumentati, nel 2015, dell’1%, soprattutto in produzione e ricerca (+3%), arrivando a 63.500. I nuovi assunti sono stati 6.000, il 20% in più rispetto ai cinque anni precedenti. E la metà è under 30, “a dimostrazione che le imprese guardano al futuro scommettendo sull’entusiasmo dei giovani”. Balzo in avanti della produzione, oltre 30 miliardi, grazie alla forza trainante dell’export (22 miliardi, pari al 73%). Esportazioni che per l’Italia sono cresciute del 57% rispetto a una media dei Paesi UE del 33%. 2,6 miliardi sono stati gli investimenti (1,4 in R&S e 1,2 in produzione) con un aumento del 15% in due anni. Per Scaccabarozzi, “il valore della R&S è il valore della vita. Oggi siamo nell’età dell’oro dell’innovazione e non possiamo vivere come se fossimo in quella del bronzo”.

Italia hub in Europa per ricerca e sviluppo
Macrodati che dimostrano la crescita dell’Italia farmaceutica al punto di essere a un’incollatura dalla Germania, un vero e proprio hub, con tutte le potenzialità per crescere ancora. Lo sviluppo della ricerca farmaceutica ha aumentato l’aspettativa di vita e la stessa qualità della vita: l’orologio della vita segna in più quindici secondi al minuto, sei ore al giorno e tre mesi all’anno. Nel frattempo, la mortalità è scesa del 35% rispetto agli anni ’80 (45% per le malattie croniche). Dagli anni ’90 la sopravvivenza a 5 anni da neoplasie è cresciuta dal 39% al 57% per gli uomini e dal 53% al 63% per le donne. Nello stesso periodo, la mortalità da HIV si è ridotta di oltre il 90% e negli ultimi anni la quota di malati che possono essere curati da epatite C è salita dal 43% al 96%.

Volano i farmaci biotech

L’Italia farmaceutica è ben posizionata in terapie avanzate, in vaccini ed emoderivati, nell’export, nei farmaci biotech che oggi rappresentano il 20% di quelli in commercio, il 40% dei nuovi autorizzati e il 50% di quelli in sviluppo. Spiega Scaccabarozzi: “Le biotecnologie sono il presente della ricerca farmaceutica e saranno ancora più importanti in futuro, ad esempio per dare risposte alle malattie rare, per le quali costituiscono spesso l’unica possibilità di cura”.
Questo trend positivo dell’Italia farmaceutica deve però fare i conti con le ristrettezze finanziarie dell’Italia “politica”. Lo Stato italiano spende 285 euro procapite all’anno, circa 80 centesimi al giorno, una spesa più bassa del 30% rispetto all’UE, per un totale di spesa farmacutica pubblica di 18 miliardi, mentre i prezzi dei farmaci sono inferiori del 15-20% rispetto agli altri Paesi europei. Le imprese del farmaco sono impegnate nella digitalizzazione e nella trasparenza dei dati, visto che dal 30 giugno entrerà in vigore il disclosure code.
L’Italia farmaceutica non è uguale ovunque: mentre Lombardia e Lazio si confermano le prime per numero di aziende e di addetti (seguono le altre), ben otto regioni non hanno alcuna presenza di aziende: Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna.

Imprese e Istituzioni insieme
La situazione dell’Italia farmaceutica può ancora migliorare, ma “imprese e Istituzioni devono essere partner nella crescita”, dice Scaccabarozzi, per il quale “siamo in un passaggio fondamentale tra presente e futuro, perché l’industria farmaceutica è il settore del futuro: con la sua ricerca vede oggi quello che accadrà nelle terapie tra dieci anni”. Per il Presidente di Farmindustria, “la voglia di credere nell’Italia non è stata mai così forte, anche a livello internazionale. E noi che siamo hub produttivo, vogliamo diventarlo anche nella ricerca. Una ricerca che cambia la vita. E che offre un futuro di cui vogliamo essere protagonisti. Una ricerca che è competitiva e di cui non vogliamo l’esclusiva, che finiamo comunque per avere perché è proprio dalla nostra ricerca che arrivano le terapie. Non so se dopo oggi ci saranno meno pregiudizi e più volontà di trovare soluzioni adeguate. Quello che so è che noi, che di questo settore facciamo parte, siamo consapevoli di lavorare per la salute, di lavorare con la nostra ricerca, di lavorare per la vita. E di questo, io, come tutti, sono orgoglioso”.
In un Teatro Argentina stracolmo, il Governo era rappresentato da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute e da Claudio De Vincentiis, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per la FNOMCeO erano presenti la Presidente Roberta Chersevani e il segretario Luigi Conte.

Lorenzin: Italia ed Europa più forti nel mondo
In un lungo intervento, Lorenzin ha parlato di “bivio in senso positivo: occorre guidare il processo di innovazione ed è vero che siamo in un rinascimento scientifico e tecnologico. La farmaceutica è in crescita rispetto all’economia globale. Le nuove sfide vanno affrontate tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione e del decremento demografico. Ma noi abbiamo un SSN universalistico e vogliamo che resti tale. La Farmaceutica è un asse strategico per il Paese e occorre una riforma della governance delle politiche del farmaco. Ad esempio, un farmaco nuovo, efficace, deve poter arrivare al paziente entro cento giorni. Comunque l’Italia e l’Europa devono impegnarsi per diventare più forti nella competizione mondiale”.
Concetto ripreso anche da Claudio De Vincentiis, per il quale “l’industria farmaceutica è a una svolta epocale, confermando così che l’Italia è all’avanguardia nella ricerca sulle scienze della vita”.

Orfeo Notaristefano

Autore: Redazione FNOMCeO

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