“È un peccato che il fondo per i farmaci innovativi non sia stato completamente utilizzato. I farmaci innovativi oggi sono veramente in grado di dare risposte alle malattie, di cambiare in meglio – in termini qualitativi e quantitativi – l’esistenza dei pazienti e delle loro famiglie e di produrre un avanzamento sociale ed economico del paese”.
Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) commenta, a margine dell’Assemblea di Farmindustria tenutasi oggi a Roma, le affermazioni del presidente Massimo Scaccabarozzi che, nella sua relazione, ha chiesto che i fondi per i farmaci innovativi, stanziati dal precedente Governo, vengano confermati per il 2018 e siano, questa volta, pienamente utilizzati. Degli 1,5 miliardi di euro destinati ai medicinali oncologici e del miliardo per gli anti-epatite C sarebbero avanzati, infatti, secondo quanto già denunciato ad aprile da Cittadinanzattiva, circa 350 milioni di euro, con profonde difformità regionali.
“Le differenze macroscopiche nell’utilizzo del fondo da parte delle diverse Regioni –continua Anelli -. potrebbero essere indice di una difformità nell’accesso dei cittadini alle cure, e questo ci preoccupa:proprio per la straordinaria capacità di questi farmaci di far guadagnare salute, tutti i pazienti per i quali sono indicati devono accedervi con facilità”
“Ci associamo dunque all’appello di Scaccabarozzi perché il fondo sia confermato e perché siano create le condizioni per il suo pieno utilizzo – afferma ancora Anelli –. Chiediamo inoltre che i residui del 2017 si sommino ai fondi del 2018, non potendo essere utilizzati per altre finalità. Ma andiamo anche oltre: sempre per facilitare l’accesso e la partecipazione informata dei cittadini, proponiamo di aprire la prescrizione dei farmaci innovativi a tutti i medici, anche a quelli di Medicina Generale, e non solo ai Centri indicati dal Ministero, che sono tra l’altro stati ridotti di numero senza incrementarne risorse e personale”.
“In quanto alle ipotesi, riemerse ancora nel dibattito di questa mattina, di potenziare l’uso dei farmaci non coperti da brevetto, anche secondo meccanismi di equivalenza terapeutica, ricordiamo, ancora una volta, che nessun sistema sanitario può produrre salute se a decidere sono algoritmi che mirano a un mero risparmio economicistico – commenta il presidente Fnomceo – . Solo il medico può conoscere e prescrivere il farmaco più appropriato per il suo paziente, sia esso un generico, un biosimilare, un originator, un innovativo. A livello più alto, solo coinvolgendo i medici nelle politiche di governance della farmaceutica si potrà generare un vero risparmio sui costi insieme a un guadagno in termini di salute”.
“Proponiamo di istituire, sempre presso il Ministero della Salute, un Tavolo di Lavoro sulla Farmaceutica, e in particolare sui medicinali innovativi, che coinvolga anche i medici e gli altri professionisti della sanità – conclude Anelli -, per fissare obiettivi di Salute e non di mera quadratura dei bilanci, in modo da utilizzare i fondi in maniera efficace e sostenibile nell’interesse del paziente e del Servizio Sanitario Nazionale”.
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Comunicato 11 luglio 2018
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO