Abbiamo toccato un traguardo, ben sapendo che non era l’arrivo, ma solo un giro di boa: questo è il sentimento con cui la Federazione Nazionale ha ormai archiviato il recente appuntamento elettorale, con la conseguente nomina del nuovo board. Lo diciamo come frutto di una osservazione contemporanemente comunicativa e "umana".
Le nomine appena registrate al vertice della FNOMCeO hanno dato una indicazione essenziale: il lavoro svolto e la squadra che l’ha sostenuto sono stati considerati così positivi da meritare la prosecuzione. Ovviamente tutto questo non sarebbe stato possibile se non in un clima di dialogo autentico in grado di superare anche le eventuali divergenze progettuali tra le tante anime che compongono la FNOM. Questo è un elemento che è stato notato e sottolineato da tutti i media che si sono occupati del recente voto. Unità che non è certo stata percepita come uniformità, ma come coscienza responsabile che non si affronta il futuro senza sostanziale compattezza.
E qui si entra nel secondo tema, quello più “caldo”. Come già sottolineato più volte nelle ultime relazioni del presidente Bianco, i prossimi tre anni saranno durissimi per chi opera nel mondo della salute e delle politiche della sanità. I modelli di assistenza sanitaria stanno traballando ovunque, siano essi legati a squisiti sistemi di welfare che a sistemi misti o puramente mutualistici. Le governance ed i sistemi di rembursement, le rappresentanze ed i federalismi stanno iniziando ad essere ripensati, visto il dato ormai incontrovertibile: con l’aumento della popolazione anziana, la gran parte delle spese assistenziali finiscono in previdenza e cronicità. Inoltre è ormai al tramonto la centalità ospedaliera e si ragiona ormai sempre di più in termini di reti di assistenza, dove il territorio riprende un ruolo e una funzione che negli ultimi 20anni si era forse perso.
Nelle prossime settimane l’Italia vedrà la nascita del Patto della Salute 2012-2015, un lavoro che è nelle mani di tutti i vari soggetti istituzionali, dal Ministero alla Conferenza Stato Regioni. In esso verranno definiti anche i nuovi Lea. Su tutto si respira la sfida non troppo sottile tra due correnti di pensiero: gli uni che vogliono utilizzare il criterio della sostenibilità economica come principale punto di vista e gli altri che riposizionano l’art.32 al centro anche di un periodo che obbliga ripensamenti probabilmente dolorosi. Il tutto mentre ovunque – da Washington a Stoccolma, da Londra a Madrid – la sanità sa che sarà rivoltata come un calzino, producendo modelli così nuovi rispetto al passato che oggi nessuno, probabilmente, riesce a vederne i contorni.
Questo è ciò con cui il nuovo triennio di attività della FNOMCeO si troverà a confrontarsi. Certo la Federazione lo farà nel rispetto dei temi e dei compiti che gli spettano: deontologia, formazione, valorizzazione e difesa dell’atto medico, relazione nazionali e internazionali con gli altri soggetti ordinistici. E lo farà anche comunicativamente, dando sempre maggior attenzione e diffusione alle posizioni, agli statement ed alle battaglie – sia culturali che professionali – che la Federazione saprà sviluppare. Ma soprattutto, e questa è una promessa che facciamo ai lettori dei vari strumenti editoriali della FNOM, concentreremo sempre di più la nostra attenzione comunicativa su un tema, che è quello che forse risulta centrale per affrontare questo nostro futuro: la difesa del diritto alla salute, che è il baricentro di ogni autentico rinnovamento, tema che coinvolge trasversalmente cittadini e medici, politici e tecnici, perché fissato nella Carta Costituzionale che salvo prova contraria rimane il cartello indicatore più autorevole del Paese nel quale viviamo.
Cosimo Nume Walter Gatti
Coordinatore Comitato Editoriale FNOMCeO Direttore Portale fnomceo.it
Autore: Redazione FNOMCeO