Centocinquanta ore di lezioni frontali e sul campo per capire, sin dalla terza Liceo scientifico, se si sia o meno “tagliati” per affrontare la Facoltà di Medicina e la Professione del Medico.
È questo lo spirito del progetto condiviso, con un Accordo Quadro firmato ieri, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
La sperimentazione didattica – che coinvolgerà venti licei scientifici distribuiti su tutto il territorio nazionale e individuati tramite un bando del Miur, oltre agli Ordini provinciali delle relative aree geografiche – nasce sulla scia di un progetto pilota già messo in atto da sette anni – sotto il coordinamento del dirigente scolastico Giuseppina Princi e del presidente Omceo Pasquale Veneziano – , con ottimi risultati in termini di gradimento e di efficacia, dal Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria, che sarà la scuola capofila.
Ma in cosa consisterà, nei dettagli, il percorso? Una volta individuati i venti istituti, essi inseriranno nei loro piani di studio la nuova disciplina opzionale “Biologia con curvatura biomedica”, da svilupparsi in orario aggiuntivo e che contribuirà alla media dei voti e all’acquisizione dei crediti formativi. Gli studenti delle classi terze che manifesteranno interesse verranno inseriti nel percorso, che sarà triennale. Il monte di 50 ore annue sarà suddiviso in quaranta ore di lezioni frontali (per metà tenute dai docenti di scienze e metà da professionisti individuati dagli Ordini dei Medici e Odontoiatri) e in dieci ore “sul campo”, presso strutture sanitarie, ospedali, laboratori di analisi.
Una Cabina di Regia nazionale, della quale faranno parte anche la professoressa Vinci e Pasquale Veneziano, eserciterà la funzione di indirizzo e di coordinamento.
“Come Area Strategica della Formazione della Fnomceo abbiamo verificato la qualità e l’efficacia scientifica del progetto calabrese quale metodo di orientamento per l’accesso alla Facoltà di Medicina – spiega Roberto Stella, che di tale Area è coordinatore -. Per ogni anno scolastico in cui è stata fatta la sperimentazione, circa la metà dei ragazzi che si erano iscritti al percorso lo hanno abbandonato, in prevalenza all’inizio del triennio di formazione. La motivazione principale è stata che hanno verificato di non avere le adeguate inclinazioni o motivazioni. E questo ha risparmiato loro anni di fatiche e di studio su una strada che non era, evidentemente, quella in cui avrebbero potuto esprimersi al meglio. Inoltre, coloro che hanno portato a termine il percorso hanno superato più facilmente i test di accesso”.
Autore: Redazione FNOMCeO