Con l’intervista al coordinatore delle Attività internazionali della FNOMCeO, Nicola D’Autilia, apriamo la serie di “interviste di fine anno”. Nei prossimi giorni l’appuntamento con queste conversazioni riguarderà tutti i più importanti argomenti e gruppi di lavoro attivati all’interno della Federazione degli Ordini.
Presidente D’autilia, le chiediamo di "leggere" le linee di tendenza secondo le quali si è mossa l’attività internazionale della FNOMCeO durante questo 2013: può indicarci le "parole chiave" della presenza e dell’impegno della Federazione?
Proverei a sintetizzarle così: maggiore impegno nello scenario europeo attraverso una presenza costante nelle varie attività.
L’anno si era aperto con un lavoro di grande attenzione e dialogo internazionale sul tema delle medicine non convenzionali. Questo argomento è ancora al centro dell’attenzione della comunità medica?
La nostra ricerca nei vari Paesi europei sulle differenti declinazioni delle MNC ha avuto il risultato di elaborare dati che ci sono stati richiesti da più parti perchè in realtà mancava uno sguardo d’insieme su questo aspetto peculiare della Medicina.
Ceom, Uemo, Aemh, Gipef, Uems: La FNOMCeO è presente in molte organizzazioni e associazioni di rappresentanza. In quali di queste il lavoro è stato più efficace e soddisfacente?
Direi che il lavoro è stato svolto con grande efficacia dai numerosi colleghi in tutte le commissioni: nella Uems ad esempio si è intrapreso per merito del collega Ramuscello un percorso di valorizzazione e confronto sui temi della responsabilità professionale correlato alle problematiche medico legali. È la prima volta che questa grande associazione se ne occupa. Ma certamente la recente elezione di Aldo Lupo alla presidenza della Uemo è la
nostra vittoria del 2013.
Anche nell’immediato di quell’elezione lei l’ha indicata come molto rilevante: ci può illustrare meglio il senso di questa "vittoria"?
Ho parlato di vittoria perchè è stato anzitutto il riconoscimento di una persona come Lupo, preparata e conosciuta nel contesto europeo della Medicina di famiglia. Ma nel contempo si è affermato un principio di condivisione della politica della nostra Federazione in ambito continentale, teso a migliorare i rapporti della Uemo con le Istitutzioni europee,
Parlamento e Commissione. Ma tutta la squadra ha lavorato compatta per il successo.
La direttiva "crossborder" dell’Unione europea, che favorisce la obbliga dei pazienti, è stata in qualche maniera al centro dei lavori dei medici europei? Come le componenti mediche ed ordinistiche approcciano questa direttiva che trasforma radicalmente l’approccio alle cure sul territorio europeo?
Questa direttiva, peraltro attesa da tempo, favorisce gli scambi tra i paesi membri ma crea anche le condizioni di alcune criticità che sono sotto gli occhi di tutti. A mero titolo di esempio citerò le difficoltà di numerosi paesi europei a "saldare" i debiti con quelli riceventi i pazienti, soprattutto in un momento di grande difficoltà economica generalizzata. Ma è certo che questa direttiva va nel senso di ottimizzare i percorsi di diagnosi e cura dei cittadini europei e credo che sarà un processo irreversibile. Certamente si impongono scelte inerenti alla formazione dei professionisti per stabilire elevati standard qualitativi.
Durante questo anno lei ha partecipato, spesso con il presidente Bianco, ad incontri con rappresentanze ordinistiche internazionali. È accaduto, ad esempio, nel meeting svolto con i medici del Giappone. Cosa significa oggi per la Federazione avere relazioni con realtà con cui non ci sono condivisioni abituali?
Sono fermamente convinto che tutte le occasioni di conoscenza di altre realtà sociali e professionali siano utili ed opportune perchè consentono di allargare il nostro orizzonte e di comprendere anche fenomeni che appaiono altrimenti difficilmente inquadrabili nella nostra mente. Nel caso del Giappone ad esempio i rappresentanti del Ministero della sanità di quel paese così lontano dal nostro sono venuti a chiedere lumi sulla programmazione dell’accesso a Medicina in Italia e sulle opportunità di inserimento professionale perchè sussistono per loro grandi problemi per la occupazione medica. Nel caso dell’Albania invece, per molti versi così vicina a noi, abbiamo constatato come ci sia ancora molta strada da fare per rientrare nei criteri peculiari dei paesi europei, senza contare le grosse problematiche legate alla formazione universitaria fornita da atenei italiani in quel paese soprattutto in ambito odontoiatrico.
Il 2014 sarà l’anno della presidenza Italiana della UE. In un qualche modo la Federazione si sta attrezzando per quel periodo per proporre meetings dedicati ai temi della professione medica?
Stiamo lavorando per preparare alcune iniziative tra le quali spicca sicuramente, in ambito Ceom, l’appuntamento primaverile di Sanremo sull’aggiornamento di un Codice Europeo al quale porta da sempre il proprio contributo il collega Alberti. Si sta poi organizzando una serie di incontri uno dei quali potrebbe essere quello della Uemo, data la recente elezione di Lupo alla presidenza.
Sempre guardando al futuro: ci sono nuovi temi che entreranno nell’agenda internazionale della presenze e delle proposte FNOMCeO?
Credo che sia quanto mai opportuno per la nostra Federazione approfondire i temi emergenti dalla applicazione della Direttiva Europea, dalla formazione dei professionisti ai diritti – doveri degli stessi per finire col ruolo degli Ordini dei medici nel garantire trasparenza nell’accertamento dei profili di responsabilità individuale. Penso ad esempio alla reciprocità delle informazioni sui procedimenti disciplinari nei confronti dei professionisti (e dei loro esiti) a garanzia della salute dei cittadini.
Autore: Redazione FNOMCeO