Anche durante quest’annata le proposte di formazione “firmate” dalla Federazione degli Ordini, in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Ipasvi, sono state una delle attività di maggior rilievo tra quelle sviluppate a diretto servizio della professione medica. Numerosi i corsi (da Governo clinico ad Appropriatezza), numerosissimi i discenti. E’ Luigi Conte, che coordina le attività ed è componente della Commissione nazionale per l’Educazione Continua, ad analizzare l’andamento dell’annata, offrendo alcuni spunti sui progetti futuri nella sfera della formazione medica.
Dottor Conte, in qualità di segretario nazionale della Federazione le poniamo alcune domande che sinterizzano le tematiche formative che sono state il fil rouge dell’annata 2013. Lei personalmente è riferimento nazionale per il sistema ECM e per molte delle sue più recenti attività. La federazione si è assunta il ruolo di motore e garante del sistema: ne valeva la pena? Ne vale ancora la pena?
L’impegno della FNOMCeO per l’ECM affonda le sue radici nella legge costitutiva degli Ordini dove si prevede , tra gli altri compiti, la promozione del progresso culturale dei propri iscritti. E progresso culturale significa attività formativa “long life” per migliorare le performance dal punto di vista tecnico-professionale ma anche l’approccio alle problematiche della moderna sanità in generale.
Un moderno professionista della salute di qualità deve acquisire e possedere adeguati strumenti per garantire : l’efficacia e l’appropriatezza delle pratiche professionali, la buona gestione di complesse relazioni professionali ed umane; l’efficienza di costosi fattori produttivi. Il tutto in un processo, continuo ed integrato, “long life” che parte dall’accesso agli studi accademici e si conclude al termine della vita attiva professionale.
Quello che molti operatori si domandano è proprio se l’ECM sia il miglior sistema per raggiungere questi scopi…
L’ECM in italia, come in molti altri Paesi, si presta bene a questo fine, pur con i doverosi aggiustamenti, e quindi ne è valsa la pena e merita ancora il nostro impegno perché evolva verso un sistema ancor più efficiente che ci traghetti verso lo sviluppo professionale continuo.
Infatti, la Formazione Continua ECM non può essere pensata solo come un banale trasferimento di conoscenze più o meno aggiornate né come semplice “manutenzione tecnica” ma deve essere intesa come supporto allo sviluppo di “sistemi di competenze”, che è riduttivo connotare esclusivamente come “tecnico-professionali”, ma devono comprendere tutta la gamma delle attività richieste in contesti sociali continuamente mutevoli e che deve sfociare nello sviluppo professionale continuo. L’ adesione responsabile dei nostri professionisti che hanno risposto per circa il 90% all’obbligo ECM ci fa essere certi di essere sulla strada giusta. Lavoriamo costantemente a semplificare il sistema e deburocratizzarlo così come siamo impegnati a mettere in campo risorse e competenze per una valutazione qualitativa dei provider e degli eventi nell’interesse della qualità della formazione e dell’aggiornamento.
Il dossier formativo sta diventando realtà: a che punto è oggi il recepimento "culturale" e professionale di questo strumento?
C’è molta attesa sul dossier formativo perché attraverso di esso si vuol transitare da una semplice valutazione quantitativa triennale (n° di crediti) dell’aggiornamento ad una valutazione qualitativa della formazione in rapporto al profilo professionale ed alla disciplina esercitata. Sono molti quelli che aspirano ad uscire da un metodo di semplice “raccolta punti” e il dossier offre questa possibilità Dal 2 dicembre è possibile per tutti i professionisti sanitari, accedendo al portale COGEAPS, sperimentare la costruzione del proprio dossier formativo (ndr: è attivo al numero 06 42749600 un call-center per rispondere ad eventuali criticità). Dopo 4 mesi di sperimentazione, pensiamo di mettere a regime il sistema invitando tutti a programmare il proprio processo triennale di aggiornamento e formazione e prevedendo per chi aderisce un bonus in crediti ECM.
E’ utile ricordare che il dossier nasce come strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o network professionale). Non è, quindi, un portfolio delle competenze, ma ne può essere considerato un precursore ed è comunque correlato al profilo professionale e alla posizione organizzativa. Esso diventa anche utile ai provider a rilevare gli effettivi bisogni formativi dei singoli per programmare un’offerta adeguata alle necessità. Il dossier non è una semplice raccolta statica di informazioni ma deve costituirsi come uno strumento di accompagnamento del professionista in grado di rendere esplicito e visibile il proprio percorso formativo, programmare e contestualizzare la formazione individuale nel gruppo e per il gruppo, valutare la pertinenza e la rilevanza delle azioni formative erogate e frequentate in rapporto al proprio lavoro ed alla mission clinico-assistenziale del gruppo.
Non si capisce se prima o poi – come in altri Paesi europei, Inghilterra in primis – il sistema ECM diventerà anche decisivo per il mantenimento della professione da parte del singolo medico. In Italia si potrà rendere obbligatorio e vincolante per continuare a "fare il medico" il sistema dei crediti?
E’ ineluttabile che, come in altri Paesi, i medici, per l’alto valore etico e sociale della loro professione, vadano incontro ad una ricertificazione/rivalidazione del titolo per l’esercizio professionale. Ma siamo anche consapevoli che questo non può avvenire esclusivamente attraverso l’ECM, che è solo una parte del processo. Infatti non è pensabile che tutto l’aggiornamento su temi tecnico-professionali specifici per ciascuna disciplina superspecialistica possa essere esaurito con l’ECM. In tale sistema entrano invece a pieno titolo obiettivi formativi di processo, di sistema, di non technical skills. La ricertificazione professionale deve invece passare attraverso una più complessa procedura di sviluppo professionale continuo che tenga conto anche di altri elementi qualificanti. E tale rivalidazione deve essere posta in capo ad un ente terzo e non affidata esclusivamente alla documentazione di quanti crediti ECM sono stati conseguiti.
Sempre in ambito ECM, Che giudizio sintetico si sente di offrire dopo questi lunghi anni di collaborazione con il Ministero della Salute e l’Ipasvi?
E’ stata una collaborazione entusiasmante, molto soddisfacente, impegnativa per l’elaborazione e la gestione, con feedback di gradimento elevato attestato sul 97%. Il metodo ha incontrato il gradimento anche dei Presidenti di Ordine che hanno avuto modo di incontrare i propri iscritti in eventi residenziali su temi molto sensibili per l’esercizio professionale. I numeri realizzati tra web, fax e residenziali sono di assoluto rispetto: ad oggi abbiamo registrato oltre 400.000 partecipazioni ed erogato circa 6.000.000 di crediti ECM a titolo completamente gratuito. Pensiamo con un pizzico di orgoglio di essere diventati il primo provider nazionale e forse europeo di formazione a distanza.
Uno degli elementi più significativi sembra essere l’utilizzazione massiva degli strumenti Fad basati sulle nuove tecnologie: ormai il mondo medico ha superato il digital-divide oppure rimane una lunga strada da fare?
Ai nostri corsi Fad l’88% delle partecipazioni è avvenuto attraverso il web, il 9% attraverso il fax ed il 3% in eventi residenziali. Da precisare che la partecipazione ai corsi tra medici ed infermieri ha registrato un rapporto di 1 a 2,5. La scelta della stampa dei volumetti dei corsi e valutazione dell’apprendimento con fax, per quanto economicamente dispendiosa, è stata indotta dalla considerazione che un numero di colleghi avesse difficoltà di approccio al web a diverso titolo. Il metodo è stato utile a dare impulso al corso sul web e pensiamo che a breve andrà ad esaurimento dato il rapporto costo/benefici/partecipazioni poco favorevole. Abbiamo dovuto anche rivedere il nostro pregiudizio che fossero i colleghi della fascia di età alta ad avere diffidenza verso il web. Invece abbiamo registrato che i picchi massimi di accesso al web si sono avuti per la fascia di età tra 55 e 65 anni.
Ci può offrire qualche anticipazione sulle attività formative in Fad che sono in corso di programmazione e che i medici potranno fruire nel nuovo anno?
La programmazione per il prossimo anno prevede, in partnership con Ministero della Salute ed Ipasvi la ripresentazione del corso fad sull’Audit ed un corso sulla comunicazione da realizzare verosimilmente in due step: aspetti generali della comunicazione e comunicazione in ambito sanitario. Lavoreremo anche all’allestimento di un manuale per la contenzione da fare oggetto di un corso Fad per il futuro. In autonomia abbiamo in programma un corso Fad sul dolore ed uno di alfabetizzazione sulle patologie lavoro correlate. E’ in programma l’allestimento dei contenuti per un corso Fad sul nuovo codice di deontologia, sulle cure palliative e sulle problematiche ambientali e sulle loro ripercussioni sulla salute dei cittadini. E’ un programma impegnativo. Speriamo di avere la forza per realizzarlo. Il miglior viatico è la risposta che fino ad oggi abbiamo avuto e che speriamo di accrescere.
Autore: Redazione FNOMCeO