Con uno studio condotto dalla prestigiosa Harvard Chan school of public health, il BMJ torna sulla questione dibattuta dell’efficacia delle prestazioni professionali dei clinici più anziani. Lo studio ha indagato gli outcome di circa 740 mila pazienti over65 ricoverati in varie strutture ospedaliere che sono stati seguiti da 19 mila medici con un età media di 41 anni.
Ne è emerso che i pazienti presi in carico da medici senior hanno una mortalità più alta, di alcuni punti percentuali, rispetto ai pazienti seguiti dai colleghi più giovani. Guardando nel dettaglio i risultati si osserva che la mortalità a 30 giorni aumenta in modo incrementale con l’avanzare dell’età dei camici bianchi, passando dal 10,8% nel fascia di età con meno di 40 anni, all’11,1% in quella tra i 40 e i 49 anni, all’11,3% in quella tra i 50 e i 59, fino a raggiungere il 12,1% nella fascia senior degli over 60.
Ma l’associazione decade all’interno delle strutture ospedaliere ad alto volume. Una possibile spiegazione è che l’esperienza su un grande numero di casi rallenti se non addirittura arresti il declino della performance clinica. Gli autori per primi sottolineano che i loro risultati non sono generalizzabili e che diversi fattori influiscono sulle capacità dei professionisti che possono variare all’interno della stessa fascia di età. Ciò non toglie che l’esperienza sul campo e la formazione continua possano preservare qualità ed efficacia delle prestazioni professionali nel tempo.
Fonti:
http://www.bmj.com/content/357/bmj.j1797
(Da l’Audio In Rete progetto dell’Omceo di Torino ascolta qui)
Autore: Redazione FNOMCeO