In una lettera al Direttore del Portale FNOMCeO, Annarita Frullini, coordinatrice dell’Osservatorio FNOM sulla professione medica/odontoiatrica femminile, esprime le sue considerazioni in merito alla presenza di ben otto ministre su sedici nella nuova squadra di governo formata da Matteo Renzi. Ecco il testo integrale.
"Caro Direttore,
qualche tempo fa mi aveva chiesto, per il ciclo delle “interviste di fine anno”, considerazioni sul lavoro dell’Osservatorio della Professione Femminile. Troppi progetti dovevano allora essere definiti, ma oggi per delineare il lavoro dell’Osservatorio può essere utile quanto presentato in un recente convegno.
Vorrei soffermarmi ora sulla piena parità di genere voluta, con determinazione per la prima volta nella storia della Repubblica, dal più giovane Presidente del Consiglio e da un Presidente della Repubblica anziano solo di nascita, senza che vi siano stati bracci di ferro per ottenere ciò. Lo ha detto il capo dello Stato. È avvenuto come se fosse cosa logica, scontata, usuale. Matteo Renzi, dice il presidente Napolitano, tené ‘a neve dint’ a’ sacca, ha la neve in tasca. Anche noi donne eravamo impazienti nel ripetere le parole "se non ora quando".
Il "quando" finalmente è diventato "ora". Molti italiani in tasca non hanno più neanche acqua. Non ci si perda perciò sul colore degli abiti delle ministre o sulla loro esperienza.
Dove hanno trovato otto donne su sedici ministri? Hanno dai 33 ai 59 anni. Gli uomini dai 35 ai 64. Il maggior partito di governo ha designato cinque donne su otto ministri, il secondo partito una donna su tre, donna è l’unico ministro espresso da un partito. Dei tre tecnici uno è donna. Questo rivela che nella vita dei partiti ci si era attrezzati , anche senza leggi che imponessero una paritetica presenza. Si è fatto perché si è voluto, perché ci si è creduto.
E c’è discrepanza fra il livello nazionale e quanto avviene a livello regionale. In Basilicata qualche mese fa è stato eletto un consiglio regionale totalmente maschile, nel successivo nominare quattro assessori esterni, è stata scelta una donna: la collega Flavia Franconi. In Sardegna nel rinnovo del consiglio regionale sono state elette solo quattro donne su sessanta. Dice Rita Nonnis vice presidente OMCeO di Sassari "Nonostante nelle liste elettorali fosse obbligatoria la presenza di almeno un 30% di un genere, i voti sono stati canalizzati prevalentemente sugli uomini. Dal punto di vista logico era possibile votare donna, ma dal punto di vista pratico la possibilità delle donne di essere elette era quasi zero. Gli uomini contano su un elettorato strutturato, le donne no. Né le lobbie né i partiti investono su di loro se non marginalmente o come "portatrici" d’acqua. In una recente intervista Nadia Urbinati ha affermato che il pregiudizio maschile è sempre presente ed è evidente il permanere di una resistenza a considerare la donna pienamente e potenzialmente capace di governare processi e situazioni”.
La presenza al governo di otto ministre su sedici lo dimostra in modo inequivocabile che è impossibile dire non ci sono donne che vogliono impegnarsi. Gli uomini che gestiscono il potere, nel persistere a non trovare donne competenti e motivate all’impegno, potranno solo confessare la loro incapacità a scoprire talenti. .Vi sono donne che possono essere inserite lungo tutti i percorsi, fino alle posizioni apicali di maggiori responsabilità. Era già successo in altre nazioni europee e in alcune regioni italiane. Ora tutti dovremo vigilare che non si torni indietro, sia nel governo sia in altri luoghi. Nessuno inoltre potrà fare bilanci prima che sia passato lo stesso numero di anni trascorsi in governi senza parità.
La piena parità di genere nel governo dovrà avere ricadute sulla vita sindacale, sulle società scientifiche, sulla vita degli Ordini e della Federazione e sullo statuto dell’ENPAM. Cioè in tutto il mondo della professione medica che, con una presenza femminile in continua crescita, è vincolato ad una legge istitutiva del 1946.
Come Osservatorio, con Roberta Chersevani coordinatrice, abbiamo chiesto sia nel 2008 sia nel 20011 come un bene per tutta la categoria e la società, ordini equilibrati nella composizione e nelle cariche, rispettosi della reale composizione degli iscritti, che prevedano presidenza e vice presidenza in alternanza di genere. Abbiamo sollecitato un limite ai mandati, ipotizzando strategie per impedire che esperienze di valore siano sprecate.
Ora, nel 2014, torniamo a chiederlo, sostenute dalla presenza di questo governo che ha realizzato piena parità di genere. Da sempre Amedeo Bianco, medico senatore, nostro attento presidente, ripete: “Le donne devono partecipare , proporsi ed avere consenso”.
Buona esortazione, non sufficiente. Sarà opportuno esortare i 104 presidenti su 106 perché siano attenti nel cogliere mutamenti dai contesti sociali e dalla professione, e diventino abili nel raccordarsi con donne e giovani che, con dedizione e passione, vogliono esserci nella vita della professione medica, garantendo una piena parità di genere sia nella composizione degli ordini, sia negli esecutivi degli ordini.
Buon lavoro al governo e buon lavoro, nella concretezza e nell’impegno, a quanti, nel proprio ambito, vogliono contribuire al progresso e all’equità sociale, innovando fra continuità e discontinuità".
Annarita Frullini
Coordinatrice Osservatorio FNOMCeO professione medica/odontoiatrica femminile
Autore: Redazione FNOMCeO