Ci siamo: da oggi diventa efficace il regime sanzionatorio del Gdpr, il Regolamento europeo sulla privacy. Molte questioni restano però poco chiare, anche perché il Legislatore italiano non ha provveduto ad emanare i propri Decreti.
“Comprendiamo la delicatezza del momento politico – commenta il presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo -, ma questo non aiuta a creare un clima di chiarezza e a dare certezze ai cittadini e ai professionisti. Penso ovviamente in particolare agli odontoiatri, che, nel nostro paese, sono ancora in gran parte liberi professionisti che lavorano in uno studio monoprofessionale”.
E per dare qualche certezza in più a medici e od odontoiatri, Iandolo, insieme al presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, ha preso carta e penna e ha scritto al Garante italiano della privacy, per chiedere un incontro su alcuni temi ancora controversi.
Ma i medici e gli odontoiatri, che esercitano la libera professione nel loro studio, in forma singola o associata, devono in tutti i casi dotarsi di un Responsabile della protezione dei dati, il famoso Dpo (data protection officer), un esperto indipendente ed esterno che vigili sull’applicazione del Gdpr? È questo l’interrogativo più grande che turba soprattutto gli Odontoiatri, anche in considerazione del pesante apparato sanzionatorio.
“La questione è dibattuta: negli studi monoprofessionali la figura del Dpo non sarebbe obbligatoria ma ‘fortemente raccomandata’ – continua Iandolo -. Proprio su questo punto verterà in particolare il nostro incontro con il presidente Soro, in modo da poter rispondere con certezza alle molte domande che si pongono i nostri professionisti”.
La Fnomceo ha chiesto oggi anche di essere inserita nel ciclo di audizioni che si terranno, sulla materia, nelle Commissioni speciali per gli esami di atti di Governo di Camera e Senato.
Autore: Redazione