Gianluigi Spata a Tutta Salute di Rai3

Gianluigi Spata, Presidente dell’Ordine dei Medici di Como e membro del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, è stato intervistato questa mattina a Tutta Salute dalla conduttrice Carlotta Mantovan in merito a intolleranze alimentari e allergie.

“Quella delle intolleranze alimentari è diventata una moda con cui molti cittadini giustificano situazioni o disturbi che li affliggono” ha esordito Spata. “Ad esempio obesità e sovrappeso: ‘non sarò mica intollerante a qualche alimento?’ Mentre generalmente non si vuole affrontare il problema di uno stile di vita non corretto, caratterizzato da sedentarietà, alimentazione sbagliata ecc.”

Spata ha proseguito spiegando la differenza tra allergia – mediata dagli anticorpi, che può provocare reazioni anche gravi come lo shock anafilattico – e l’intolleranza, causata invece da un deficit enzimatico che impedisce il corretto assorbimento di determinate sostanze. Di conseguenza ha anche sottolineato che lo specialista di riferimento può non essere necessariamente l’allergologo, ma in caso di intolleranze il professionista di pertinenza è soprattutto il gastroenterologo.

In seguito alla visione di alcune interviste ai passanti, in cui gli intervistati dichiaravano di essersi sottoposti a vari test per le intolleranze, Spata ha commentato: “I test affidabili sono quelli che usa la medicina tradizionale, che tra l’altro sono previsti dai LEA e sono quindi mutuabili. L’importante è che a monte ci sia una visita dal medico, con un’accurata anamnesi e in seguito la decisione di un determinato percorso. Vi sono diversi tipi di esami: gli esami di primi livello, quelli tipici sulle braccia per mostrare eventuali reazioni della pelle, poi test di secondo livello, che sono soprattutto ematici, poi crescendo di precisione il terzo e quarto, fino all’invio molecolare. Sono test che deve sempre richiedere lo specialista.”

In merito ad alcuni test in particolare, Spata ha precisato: “Il breath test per le intolleranze al lattosio si fa dopo aver ingerito del latte, poi in base alla quantità di gas nell’alito che una macchina apposita rileva si valuta l’eventuale intolleranza. Per la celiachia si fa invece un esame del sangue. L’esame del capello di cui parlavano gli intervistati, e ancor peggio l’iridologia, sono metodi che fanno sorridere. Non si può fare una diagnosi guardando nell’occhio del paziente, a meno che non si tratti di una visita oculistica. Allo stesso modo l’esame del capello non serve a determinare eventuali intolleranze ma è usato spesso in tossicologia. I test ‘alternativi’ non sono affidabili perché non hanno una letteratura scientifica a supporto” ha proseguito. “Sottoporsi a questo tipo di test è pericoloso perché come conseguenza possiamo decidere di intraprendere diete avventate, magari togliendo del tutto determinati cibi come carne, farine, zucchero. Questo può portare a malnutrizione, e nel caso che si tratti di bambini anche a disturbi della crescita.”

Per riassumere: no all’autodiagnosi, no all’esclusione di alimenti se non indicato dal medico; su internet affidarsi soltanto a informazioni certificate che provengano da fonti attendibili come il nostro sito Dottore, ma è vero che…?, ma soprattutto mai utilizzare la rete come strumento di diagnosi: rivolgersi sempre a un medico prima di intraprendere qualsiasi tipo di iniziativa che riguardi la nostra salute.

Autore: Redazione

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