GIMBE. Accesso a medicina: il flop annunciato di una riforma superflua

Oltre 90mila medici non lavorano nel SSN: il problema non è la carenza, ma la fuga dal pubblico e le specialità non attrattive.


17 dicembre 2025. I risultati dei test di ammissione, le criticità segnalate da studenti e Università e il successivo scontro politico confermano quanto già sostenuto dalla Fondazione GIMBE in sedi istituzionali: la riforma dell’accesso a Medicina era superflua e le modalità adottate non premiano il merito. Al di là del flop, occorre avviare una profonda riflessione politica sulla scelta di formare più medici, senza attuare misure concrete per arginarne la fuga dalla sanità pubblica e restituire attrattività e prestigio alla carriera nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN), in particolare per i medici di famiglia e le specialità disertate. Altrimenti continueremo ad investire denaro pubblico per laureare medici da destinare al libero mercato o all’estero.

«Dopo la caporetto dei test di ammissione – spiega Cartabellotta – la Fondazione GIMBE, al fine di informare il dibattito pubblico e le decisioni politiche, ha rivalutato numeri e dinamiche della professione medica, evidenziando gli elementi di propaganda e le criticità di una riforma che oggi richiede una vera e propria “sanatoria di Stato” per non escludere migliaia di studenti che ambiscono a diventare medici». 

Il comunicato stampa integrale è disponibile in allegato.

Autore: Redazione

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