Giovanna Vicarelli: essere medico oggi, tra sistema sanitario e sistema-mondo

Docente di sociologia ad Ancona, Giovanna Vicarelli studia da anni le relazioni tra medicina, territorio e gestione politica della salute. Un suo volume, "Alle radici della politica sanitaria in Italia, Società e salute da Crispi al fascismo" (Il Mulino), è considerato tappa obbligata per comprendere i percorsi organizzativi e antropologici della sanità nel nostro Paese. Recentemente è stata impegnata in una serie di interventi sul Centenario degli Ordini: l’abbiamo intervistata per raccogliere “a caldo” le sue impressioni e riflessioni.

Giovanna Vicarelli: lei sta partecipando attivamente alle celebrazioni del Centenario degli Ordini con un articolo – Società e professione nel 900 – nel volume FNOMCeO per i cento anni, e poi con la presenza alle giornate di Campobasso e di Ancona. Cosa le rimane di questo lungo periodo “celebrativo”?
Davvero molto. Studio il mondo medico ormai da parecchi anni con un’ ottica di lungo periodo per cui l’occasione del Centenario mi ha dato l’opportunità di incontrare un gran numero di medici – donne e uomini – e scoprire quanti di essi condividono con me l’interesse per una dimensione storica che permetta di meglio comprendere l’attuale configurazione professionale. Peraltro, proprio in questi giorni è uscito il mio ultimo volume “Gli eredi di Esculapio. Medici e politiche sanitarie nell’Italia unita” (Carocci editore) in cui ho provato a raccogliere in modo narrativo gran parte dei risultati di ricerca di questi anni proprio con l’intento di uscire dal mondo accademico e comunicare – raccontare appunto – le mie riflessioni per avere un confronto diretto con il mondo della professione…

Quali altre attività per il futuro la collegano al mondo medico?
Abbiamo attivato in questo anno accademico 2010/2011 presso la Facoltà di Economia G.Fuà di Ancona dove insegno un Corso di Laurea Magistrale in Sistemi Socio-Sanitari e Pubblica Amministrazione rivolto anche ai medici.
Si tratta di un corso di laurea magistrale interclasse – cioè di servizio sociale per un curriculum e aziendalistica per l’altro – alla quale posso accedete laureati di discipline umanistiche e sociali, ma anche medici e professioni sanitarie per acquisire un ottica di managerialità diffusa.

Frequentare questo corso potrà quindi attivare e potenziare una migliore gestione delle risorse in sanità dai parte di vertici e base?
I medici avranno la possibilità, di avere competenze aziendalistiche da spendere per concorsi interni o per la direzione di azienda, e potranno confrontarsi con l’acquisizione di una sensibilità relazionale/sociale che dovrebbe accompagnare, l’acquisizione degli strumenti puramente manageriali. Inoltre abbiamo modulato l’offerta formativa su orari accessibili con possibilità di supporti on-line (programma consultabile a questo link)

Perché ritiene importante l’alfabetizzazione economica e gestionale per i medici?
Il Servizio Sanitario si trova oggi a dover affrontare l’impegno di mantenere e migliorare la propria capacità di risposta alle domande di benessere della popolazione entro limiti di spesa sempre più stringenti.
Mentre vanno modificandosi, infatti, le aspettative di salute della popolazione a seguito di cambiamenti biologici e demografici di ampio impatto (allungamento della vita, trasformazione delle fasi della vita ecc.) e mentre si moltiplicano sul piano culturale e sociale le stesse concezioni di salute in una dimensione fortemente globalizzata della vita comunitaria, gli strumenti scientifici e tecnologici a disposizione della medicina paiono aprire prospettive di interevento fino ad oggi inimmaginabili.

Il Servizio sanitario potrà con logiche aziendalistiche di programmazione e controllo arrivare a una razionalizzazione economica del sistema, pur mantenendo una tutela universalistica ed istituzionale della salute?
I sistemi di welfare europei, tra cui quello italiano, hanno a lungo temuto – ed ancora temono – di non possedere le risorse economiche necessarie a rispondere ad un aumento così complessificato della domanda. Nascono da qui le spinte al razionamento-riduzione degli interventi pubblici con processi di razionalizzazione del sistema sanitario volti a contenere e tagliare spese inappropriate/superflue nell’ipotesi di limitare i costi e aumentare l’efficienza, senza intaccare l’efficacia dei servizi sanitari. Credo che lo studio del management sia uno strumento per raggiungere, nella consapevolezza, determinati obbiettivi di benessere individuale e collettivo.

Si dice che chi ha dimestichezza con i temi economici abbia maggiore capacità progettuale e minore conflittualità nelle organizzazioni: cosa pensa in proposito?
Una delle conseguenze della svolta aziendalistica degli anni Novanta è stata quella di concentrare l’attenzione sui processi intra-organizzativi del sistema sanitario riducendo la forza di pressione dell’ambiente circostante alle sole esigenze dei portatori di interesse.
A fronte di queste esperienze, in larga parte deficitarie in termini di risultati economici nonché di equità nella salute, sembrerebbe opportuno introdurre un approccio più ampio e globale basato su logiche che si potrebbero definire circolari e integrative. D’altro canto, se è vero che nel secolo scorso la fisica ha rappresentato il motore dello sviluppo influenzando gli stessi apparati concettuali delle scienze sociali, in primo luogo l’economia classica, nel secolo appena iniziato sono la biologia e le tecnologie digitali a rappresentare la prima leva dell’innovazione così che non sembra inopportuno utilizzare, in termini isomorfici, tali modalità scientifiche anche nell’interpretazione dei sistemi sanitari e sociali.

Come andrebbe allora interpretato il sistema sanitario?
Il Servizio sanitario andrebbe letto ed interpretato come un “sistema-mondo” cioè una rete di comunità che, interagiscono condividendo un medesimo obbiettivo di salute, per raggiungere un bene comune (il ben-essere). Per far ciò si dovrà prevedre un allargamento di prospettiva che passi dal dentro al fuori dei sistemi sanitarie e una modalità inter-organizzative, dove risultino cruciali il carattere delle relazioni.

Autore: Redazione FNOMCeO

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