Docente di sociologia del organizzazione sanitaria alla facoltà di medicina di Tor Vergata, Ivan Cavicchi, è un nome ben noto in ambito ordinistico (anche il portale FNOMCeO ha ospitato una sua intervista nei giorni immediatamente precedenti il convegno di Padova sul Pensare per la professione).
In queste settimane Cavicchi ha pubblicato un nuovo libro, “Medicina e sanità: snodi cruciali” (Edizioni Dedalo 2010, 392 pagine). Il volume (che è stato recentemente presentato presso l’Ordine di Bologna) vuole essere compendio di “riflessioni che intendono offrire un pensiero convincente e plausibile di cambiamento contro il tirare a campare degli ultimi anni…. Oggi non vi è dubbio che, per la sanità, i due grandi problemi sono le politiche economiche che la condizionano e il cambiamento sociale che la spiazza. Sono convinto che rispetto ad essi il cambiamento interno oggi sia l’unico mezzo efficace per mettere la sanità pubblica in relazione con il cambiamento esterno e rispondere alle restrizioni economiche”.
Ecco, tra condizionamento economico e spiazzamento sociale si muovono i dodici capitoli di questo volume, che comprendono temi caldi (o snodi) per le professioni della sanità, tra cui consenso informato, atto medico, nuova riflessione deontologica, errore in medicina, relazione con il malato, Ecm e problematiche di sponsorizzazione. L’opera di Cavicchi è interessantissima sia per il consueto tentativo di leggere l’esistente (il libro è ricchissimo di fatti, cose concrete, sintomi sociali…..), che per la qualità degli spunti e delle prospettive offerte. Entrando, ad esempio, in tema deontologico, l’autore esordisce citando il postmodernista francese Lipovetsky: “Crepuscolo del dovere è un’espressione (mutuata forse da quella più famosa di crepuscolo della probabilità di Leibnitz) usata da Gilles Lipovetsky (1992) per indicare, in un’epoca dominata dall’individualismo, il tramonto del dovere, degli imperativi etici, quindi dell’affermarsi di una forma etica debole o minimale”.
Il percorso poi si snoda a partire da una considerazione, “in sanità stiamo assistendo a un processo di relativo affievolimento dell’etica sotto forma di riadattamento dei suoi valori storici ai nuovi imperativi della gestione, del risparmio, della razionalizzazione”, per arrivare – passando dall’analisi delle deontologie delle varie professioni sanitarie – ad una considerazione finale: “una deontologia oggi, in medicina e in sanità, dovrebbe dire ciò che si deve o non si deve fare. Appiattirsi su ciò che si fa e su ciò che vi è, indebolisce il discorso deontologico. Oggi il crepuscolo del dovere in medicina non è un problema trascurabile”.
Nel suo complesso questo “Medicina e sanità: snodi cruciali”, sottolinea tre grandi ambiti della criticità della sanità, quelle legate a ciò che si è fatto, a ciò che non si è fatto, e quelle connesse a situazioni e contingenze, analizza il Libro bianco di Maurizio Sacconi, afferma la distinzione sostanziale tra sanità e medicina e alla fine spinge tutto il suo discorso su un binario: per cambiare modello occorre ri-pensarlo e ri-modellarlo e qui è il primato del pensiero, quello che Cavicchi afferma, sul puro confronto-reazione verso i dati della statistica economico-sanitaria.
Nota finale: Cavicchi in più di una occasione “ringrazia” gli spunti giunti dalla FNOMCeO, soprattutto per ciò che riguarda il “ripensamento della professione medica”, il tema ECM e il tema dell’atto medico. Il lavoro, le riflessioni e i suggerimenti condivisi con Amedeo Bianco, Maurizio Benato, Luigi Conte e Cosimo Nume sono, a detta dello stesso autore, all’origine dello sviluppo di molti capitoli di questo libro. Bene. Significa che la riflessione della Federazione è utile ben oltre i confini ordinistici. E che produce frutti.
Autore: Redazione FNOMCeO